Titan Quest: Immortal Throne

Iron Lore ha appena pubblicato l’espansione del suo acclamato GdR action Titan Quest: scopriamo se vale la pena tornare a combattere nel mondo dei miti antichi.

[articolo originariamente pubblicato il 5 aprile 2007]

Nota del 2020
Ripetiamo quanto detto a commento della recensione del gioco originale: Titan Quest è ancora godibilissimo, anche grazie alla sua riedizione chiamata Anniversary Edition, che include anche l’espansione oggetto di questo articolo. La nuova edizione è stata arricchita da due ulteriori espansioni, Ragnarok Atlantis, la cui ricezione è stata però quantomeno controversa.

1. Se il Diavolo si unisce a Zeus
Molti mesi fa, una neonata software house di nome Iron Throne, dietro cui si cela il guru della strategia in tempo reale Brian Sullivan, pubblicava il bel Titan Quest, GdR action modellato sulla giocabilità del sempreverde Diablo II ma con una ambientazione originale e una realizzazione che rendeva senz’altro riduttiva la sua delimitazione al triste recinto dei “cloni”. Ora un’espansione intitolata Immortal Throne ci spinge a tornare nelle terre del mito che fungevano da sfondo alle nostre battaglie: dall’isola di Rodi un nuovo pericolo sembra emerso, e il nostro eroe dovrà calarsi, tramite intercessione dell’inquietante Medea, nientemeno che negli abissi dell’Ade, l’oltretomba greco, per tentare di dipanare la matassa. In questa recensione non ci occuperemo dei meccanismi di gioco, che abbiamo già analizzato nella recensione del titolo originale, ma solamente degli elementi nuovi introdotti dall’espansione. Oltre a un nuovo capitolo della storia, infatti, ci sono diverse aggiunte che vanno a influenzare con decisione anche il materiale relativo al gioco base.

2. Un novello Dante?
Il nuovo capitolo della campagna inizia con il nostro eroe che, dopo aver sconfitto il villain alla fine del gioco originale, viene catapultato dalle cime dell’Olimpo all’amena isola di Rodi, dove, tanto per cambiare, scorrazzano orde di mostri assatanati. Il nuovo problema che si profila all’orizzonte richiede la consultazione di un saggio, di un oracolo, di un profeta. E chi meglio di Medea, principessa della Colchide, consorte nonché assassina di Giasone, dotata di poteri di preveggenza (che peraltro sembra incapace di adoperare per sé medesima)? Il gioco la rappresenta come una strega cattiva, banalizzando non poco l’ambiguità della sua figura: d’altra parte non dobbiamo dimenticare che siamo di fronte a un prodotto ludico, nel quale peraltro l’impegno documentaristico degli autori è sicuramente superiore alla media.
Il virtuosismo nella rappresentazione visiva delle ambientazioni mitiche, esercizio complesso poiché ciascuno di noi si sarà formato una certa idea di luoghi fantastici ma in fondo tanto familiari, si realizza pienamente nella concretizzazione dell’Ade, l’oltretomba greco, che prende il nome dalla divinità a esso preposta. Circa metà della nuova avventura si svolge appunto dentro l’Ade: il pensiero di stare tante ore sotto terra potrebbe scoraggiare i più, ma non bisogna farsi trarre in inganno. In realtà l’oltretomba di Immortal Throne è vario, sfaccettato, a tratti perfino colorato. La rappresentazione offerta di questo strano mondo è contemporaneamente appropriata e creativa, e l’epicità di certi scenari ben si confà alla natura conclusiva dell’episodio in essi ambientato. Per il resto, comunque, l’organizzazione del mondo è identica a quella presente nel gioco originale: tante mappe collegate e intervallate da insediamenti pacifici dove al ‘corridoio’ principale si affiancano di quando in quando dungeon e mappe secondarie, talvolta sede dell’obiettivo di qualche quest secondaria e tal’altra lì solo per soddisfare la nostra sete di mostri da sconfiggere.

3. Maestro del sogno
Come sa chi l’ha giocato, Titan Quest non ha classi: il giocatore deve scegliere, poco dopo l’inizio del gioco, una specializzazione, a cui può inseguito aggiungerne una seconda. Immortal Throne aggiunge una nuova specializzazione alle otto già presenti nel gioco originale, la Dream Mastery. Si tratta di un insieme di poteri magici focalizzati sul sonno e sull’ipnosi: si va dalla possibilità di addormentare i nemici a quella di creare legami empatici che trasferiscono salute rubandola ai mostri, dalla possibilità di lanciare incantesimi di “dolore fantasma” a quella di evocare spettri che combattono al fianco dell’eroe. Complessivamente le abilità aggiunte sono ridondanti, nel senso che rispecchiano quelle già presenti negli alberi di diverse vecchie specializzazioni, ma sono comunque interessanti poiché offrono la possibilità di sperimentare nuove combinazioni: in questo senso la Dream Mastery si mostra particolarmente versatile e leggermente meno focalizzata delle altre specializzazioni (per esempio, offre anche un incantesimo di guarigione). Senza contare che le nuove abilità hanno tutte un nuovo effetto visivo, e che da questo punto di vista non ci si può proprio lamentare del lavoro degli sviluppatori.

4. Altre novità
Riguarda proprio la grafica quella che è forse la più importante delle altre caratteristiche aggiunte al gioco dall’espansione: il supporto degli shader di ultima generazione. Attivando una apposita voce nelle opzioni, potremo infatti inserire nel gioco un effetto di bloom estremamente suggestivo, applicato non solo alle zone nuove ma anche a quelle del gioco originale. Non è esagerato dire che questa espansione invoglia a rigiocare tutto da capo (magari con un personaggio dedicato alla nuova Dream Mastery), anche solo per gustare i nuovi effetti grafici applicati al vecchio mondo. Attenzione però: attivare gli effetti avanzati ha un impatto notevole sulle prestazioni, che non erano ottimali neanche nel gioco base. Qui si impone un piccolo approfondimento: Titan Quest ha un motore grafico avanzato e molto gradevole, ma non si può certo dire che tale motore sia lo stato dell’arte in quanto a ottimizzazione. Ciò che colpisce non è tanto il framerate basso, ma i continui e fastidiosi scatti che pregiudicano la fruizione del gioco: di quando in quando, il motore si blocca, accelera improvvisamente, rallenta senza motivo… tutto questo potrebbe essere trascurabile in un altro tipo di gioco, ma non in un gioco di azione come questo dove i tempi pesano.
Non sembra essere una questione risolvibile da qualche patch ma proprio un qualche elemento di pesantezza insito nel motore grafico: nulla che non si possa aggirare abbassando le opzioni, ma qualcuno potrebbe avere da ridire, soprattutto chi ha speso fior di quattrini per una buona scheda video. Le novità globali e non limitate al nuovo capitolo non si limitano comunque alle migliorie grafiche. Fra gli elementi più interessanti c’è la presenza di un nuovo mercante, il carovaniere: la sua funzione principale è quella di custodire gli oggetti che non vogliamo vendere e che non ci servono nell’immediato, ma per il suo tramite è anche possibile piazzare un oggetto nella transfer zone e dalla medesima sezione recuperarlo poi con un altro personaggio. Insomma, diventa ora possibile scambiare gli oggetti tra i nostri personaggi: in questo modo un potente arco trovato da un guerriero specializzato nel corpo a corpo può essere passato al nostro arciere anziché buttato al macero. Tramite un altro mercante è stata poi introdotta la possibilità di creare oggetti potenti fondendo tra loro i reagenti elencati da una ricetta: funzionalità già presente in tanti altri titoli di questo genere, ma finora assente da Titan Quest. Molti altri piccoli elementi del gioco sono stati perfezionati, troppi per essere citati in questa sede: esser tornati sopra certi dettagli anche non essenziali è sicuramente un punto che va a favore degli sviluppatori.

5. Conclusione
Immortal Throne è una espansione assolutamente degna, che rende Titan Quest ancora migliore di quello che era in partenza. Le cose maggiormente apprezzabili sono due: da un lato la cura con cui gli autori sono tornati sopra a molti aspetti anche del gioco originale (riscrivendo addirittura parte del motore grafico!), dall’altro la fervida e appropriata carica immaginifica che permea i nuovi mondi in cui si svolge l’azione. Consigliare questo prodotto a chi ha amato Titan Quest è fin troppo facile e banale, quindi forse è meglio dire: consigliato anche a chi non ha mai provato l’originale. La felice alchimia tra questi due prodotti dà vita a quello che è attualmente il miglior GdR action sulla piazza. E forse lo resterà fino all’uscita del non ancora annunciato ma già attesissimo Diablo 3.

Tre pregi di Immortal Throne
Tre difetti di Immortal Throne
Ambientazione curatissima
Motore di gioco zoppicante
Migliora anche l’originale
Nuovo capitolo non molto lungo
Giocabilità collaudata e infallibile
Giocabilità poco originale

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