Neverwinter Nights: Darkness Over Daggerford

L’oggetto di questa recensione ha avuto una storia travagliata: pensato come modulo premium per l’originale Neverwinter Nights, venne bloccato da Atari e poi pubblicato gratuitamente dai suoi autori. Ora Beamdog l’ha reso un DLC a pagamento per la sua Enhanced Edition.

[articolo originariamente pubblicato il 12 novembre 2006]

Nota del 2020
La recensione è stata ampiamente riscritta per adattarla alla situazione presente; le immagini però sono ancora quelle d’epoca.

1. La Costa della Spada è l’ombelico del mondo
Darkness Over Daggerford è un “modulo” per Neverwinter Nights: si tratta in poche parole di una nuova avventura, giocabile solo se si possiede il gioco base. Pensata per essere un modulo premium, cioè a pagamento, venne pubblicata gratuitamente in seguito alla cancellazione del progetto da parte di Atari. Oggi, con la realizzazione della Enhanced Edition, Darkness Over Daggerford è finalmente a pagamento: finalmente perché si merita ogni compensazione.
Si tratta di una avventura dall’ambientazione classica. A fare da sfondo alla storia sono i Forgotten Realms, in particolare la regione della Costa della Spada, che sembra essere la preferita fra gli sviluppatori di giochi di ruolo per computer che scelgono l’ambientazione fantasy di Dungeons and Dragons. Come dice il titolo, le avventure ruotano attorno alla città di Daggerford, che si trova a nord di Baldur’s Gate, lungo la Trade Way adoperata dalle carovane che attraversano la regione. A quanto pare c’è qualche problema nella zona: le carovane subiscono attacchi da misteriosi banditi, il bestiame dei contadini locali ha iniziato a sparire misteriosamente e il gruppo di mercenari appena giunto in città, i “grifoni”, sembra incapace di fronteggiare adeguatamente la situazione.
Il nostro personaggio inizia le sue disavventure toccando con mano uno di questi problemi: la carovana di cui fa parte, infatti, subisce un’imboscata da parte di banditi che però, anziché concentrare la loro attenzione sui preziosi trasportati dal nostro amico mercante, si preoccupano anzitutto far sparire una nostra compagna di viaggio, amica di vecchia data del nostro avatar. A chi potrebbe dar fastidio una semplice viaggiatrice di una carovana tanto da organizzare un costoso rapimento? In realtà verremo presto a scoprire che il vero obiettivo non era la nostra amica ma una donna che le assomiglia un po’ e che faceva parte anch’ella dei passeggeri della carovana: questa donna, che scopriremo subito essere un agente segreto di Waterdeep venuto a indagare i problemi della regione, diventerà il nostro mentore durante i primi passi dell’avventura. L’indagine sulla sparizione della nostra compagna si rivelerà più difficile del previsto e ci porterà a scoprire la vera causa della violenza improvvisamente esplosa attorno a Daggerford: il lungo viaggio che ci porterà alla risposta finale ci farà attraversare villaggi di contadini, boschi fitti, scogliere a picco sul mare e molti immancabili sotterranei.

2. Un modulo che guarda al passato
Darkness over Daggerford è una avventura single-player aperta a ogni classe e a ogni allineamento. Il personaggio che la affronta deve essere di livello 8: nel caso di personaggi appena creati, il programma ci farà scegliere se farli salire di livello manualmente, cioè scegliendo per ogni passaggio le abilità e i talenti, oppure se lasciar fare in automatico.
Il modulo è organizzato in modo un po’ diverso dal solito. Il mondo di gioco è costituito da una serie di grandi mappe, ciascuna caratterizzata da diversi punti di uscita (solitamente uno per ogni lato). Scegliendo di uscire da una mappa, non ci troveremo in quella adiacente ma in una ‘mappa globale’ del tutto simile a quella presente nei vecchi giochi mossi dal motore Infinity, in particolare Baldur’s Gate. La mappa sarà inizialmente in gran parte vuota, e si riempirà man mano che sceglieremo di uscire in direzione diversa dalle mappe già scoperte. È possibile muoversi anche fra mappe molto lontane fra loro, dopo che esse sono già state visitate dal nostro personaggio; però un viaggio lungo può essere interrotto da qualche incontro casuale, che si concretizza sempre in una battaglia, talvolta nemmeno troppo semplice.
La quest principale non si snoda, come spesso accade, in una serie concatenata di mappe da ‘risolvere’ una dopo l’altra, ma mostra le sue pieghe senza soluzione di continuità nelle varie mappe di cui è composto il mondo, che sono tutte accessibili fin dall’inizio. Potrà quindi capitarci che un certo personaggio ci dia un appuntamento in un luogo che già ben conosciamo per averlo attraversato molto tempo prima, o che una porta misteriosamente chiusa da noi incontrata nelle prime fasi della partita si riveli essere punto fondamentale della main quest e si apra solo dopo che qualche personaggio ci ha spiegato il modo per farlo. Si avvicina all’atmosfera di Baldur’s Gate anche il fatto che la trama principale non è segnalata come tale e per una certa fase della partita non è ben chiaro cosa sia necessario fare per farla ‘avanzare’: scopriremo, per esempio, che alcuni dei problemi presenti nei dintorni di Daggerford hanno cause che nulla c’entrano con il nemico principale che minaccia quelle terre. Non sarà raro quindi trovarci imbarcati in quest apparentemente importantissime ma in realtà del tutto accessorie nell’economia globale di gioco.

3. Altre novità
Ci sono altri aspetti che segnalano la cura particolare riposta in questo prodotto. Anzitutto, la mole di novità presenti anche solo sotto il profilo meramente estetico: il modulo brulica di nuove texture e di nuovi oggetti, spesso atti ad evocare paesaggi del tutto assenti dal gioco originale e dalle sue numerose espansioni. Un buon esempio sono le scogliere a picco sul mare presenti nelle mappe lungo la costa, oppure il villaggio di lucertoloni che infesta una palude poco lontano dalla città.
C’è da dire che non sempre il risultato è apprezzabile, ma non per colpa dei programmatori bensì delle limitazioni insite nel motore stesso del gioco, che non riesce mai ad abbandonare del tutto la sensazione di artificiosità che si respira nelle ambientazioni esterne, irrimediabilmente ‘quadrettate’ in barba a tutti gli sforzi di chi tenta di mascherarne l’innaturalità. L’aggiunta di materiale scenografico inedito, poi, ha spesso il fastidioso effetto collaterale di ostacolare i percorsi dei personaggi, che si incastrano nei poligoni più spesso di quanto non accadesse nel gioco originale. Non mancano poi nuove musiche, nuovi ritratti per i personaggi principali e, in seguito alla patch 1.62 che ha introdotto la visualizzazione dei mantelli, la presenza di personaggi dall’aspetto totalmente inedito.
Tutte queste novità, paragonabili a quelle introdotte da una espansione venduta a caro prezzo nei negozi, si uniscono a una particolare cura dell’ambientazione e delle quest, che tradisce il grande amore degli autori per il mondo dei Forgotten Realms e dei videogiochi in esso ambientati, più volte citati in varie occasioni, spesso in modo molto spiritoso e adeguatamente ‘mascherato’, in una sorta di dialogo fra iniziati che sicuramente esalterà chi riuscirà a leggere tra le righe i riferimenti nascosti. La trama non brilla per l’originalità, ma ha il pregio di essere ‘diluita’ senza essere dispersiva, e di evitare di inserirsi come un capitolo a parte all’interno della fluida ambientazione. Un appunto si può forse fare alla gestione dei nostri compagni di viaggio: ce ne sono solo due, una guerriera e un ladro, e la loro personalità è poco definita e del tutto aderente ai cliché legati a quelle due classi; sarebbe stata molto gradita, e anche perfettamente coerente con il resto, la presenza di qualche quest legata a loro, o anche, vista poi la provenienza professionale di Alan Miranda, di qualche romance che innestasse un nuovo livello di interattività tra loro e il protagonista.

4. Conclusione
Darkness Over Daggerford è un modulo molto ben realizzato. È vasto, curato nei dettagli, con elementi originali, ricco di possibilità interpretative, pieno d’amore per la sua ambientazione e per la storia di questo nostro hobby. I pur presenti problemi sono dovuti essenzialmente al motore su cui il gioco si basa, un motore ormai vecchio e che già mostrava diverse imperfezioni al tempo della sua uscita. Questi problemi, comunque, non dovrebbero spingere nessun appassionato a privarsi di questo piccolo gioiello, valida promessa di un gruppo di sviluppatori che speriamo di ritrovare presto con un gioco davvero tutto loro.

Tre pregi di Darkness Over Daggerford
Tre difetti di Darkness Over Daggerford
Lungo e complesso
Soffre di tutte le imperfezioni tecniche dell’originale NWN
Pieno di funzionali novità
Compagni di viaggio poco numerosi e non troppo curati
La campagna base del gioco doveva essere così
Molte incertezze nel pathfinding

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