Radon Labs ha pubblicato una espansione per il suo Drakensang: The River of Time. La qualità è apprezzabile, ma si tratta di semplice “more of the same”.
[articolo originariamente pubblicato il 19 gennaio 2011]
1. La quiete prima della tempesta
Nella nostra recensione di The River of Time, secondo capitolo (ma in realtà prequel) della saga di Drakensang, facevamo balenare tutta la nostra incertezza sul futuro della serie: i suoi autori, i ragazzi tedeschi di Radon Labs, sono stati infatti assorbiti, dopo aver fallito, da Bigpoint, uno studio specializzato in browser game, ossia in semplici giochi ‘casual’ da utilizzare durante la navigazione in internet. Ci chiedevamo: ce la faranno i nostri eroi a farci almeno arrivare l’annunciata espansione per il loro ultimo prodotto? Ebbene, ce l’hanno fatta. E anche in questo caso noi italiani ci troviamo nella rara situazione di privilegiati nel panorama mondiale: grazie al distributore FX Interactive, infatti, la saga è stata distribuita nella sua interezza solo in Spagna e in Italia, oltre che naturalmente in Germania. Godiamoci questo nuovo tuffo nel GdR ‘vecchio stile’, visto che tutto lascia pensare che il prossimo episodio della serie, che sarà online, avrà ben poco in comune con i suoi predecessori.
2. Elfi in pericolo
Phileasson’s Secret è tecnicamente un add-in e non un add-on: le nuove avventure sono inserite all’interno del gioco base come missioni secondarie, senza influenzare lo svolgimento della trama principale. Le nuove linee narrative sono due: la più breve può essere completata in un paio d’ore e riguarda il ritrovamento di un antico tesoro a partire da una mappa; la più lunga è quella che dà il titolo all’espansione, visto che ruota attorno al personaggio di Phileasson, uno degli eroi dell’ambientazione che fa da sfondo alla serie. Questo pirata è il più famoso tra i Thorvaliani, la razza del gioco che ricorda i vichinghi: i bardi cantano le sue imprese ai limiti dell’impossibile, la più famosa delle quali è la circumnavigazione di tutto il continente di Aventuria (più volte la critica ha citato, come evidente fonte di ispirazione per il personaggio, Phileas Fogg, protagonista del romando Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne). Phileasson è sbarcato con la sua ciurma nei pressi di Nadoret, la città ripetutamente visitata nel corso della trama principale di The River of Time: quando incontreremo i suoi marinai, ci chiederanno aiuto per ritrovare il loro capitano, assente da un numero di giorni decisamente sospetto. La nostra ricerca ci condurrà alla scoperta di un portale magico collegato alla città elfica di TieShianna: Phileasson si trova proprio là e sta tentando di respingere gli attacchi demoniaci di cui la città è preda. Il nostro party potrà aiutarlo, e facendolo scoprirà, alla fine, il motivo del suo coinvolgimento in tutta la faccenda. La nuova avventura si svolge quindi quasi completamente nelle nuove ambientazioni connesse alla città elfica, che sanno essere tra l’altro molto evocative: il nostro gruppo di avventurieri comunque può teletrasportarsi a piacere tra il vecchio e il nuovo mondo, intrecciando le differenti vicende esattamente come avviene nel gioco base.
3. Giocabilità che vince non si cambia
I nuovi contenuti di Phileasson’s Secret si risolvono tutti dal punto di vista contenutistico: non esiste alcuna novità sostanziale nei meccanismi di gioco, né caratteristiche inedite in grado di cambiare la fruizione della trama principale. L’avventura legata a Phileasson è una lunga missione in gran parte lineare, che alterna limitati momenti di esplorazione a dialoghi discretamente approfonditi e soprattutto a complesse sezioni di combattimento contro nemici di varia pericolosità. Il dipanarsi delle vicende è univoco e lineare, e le uniche scelte presenti influenzano solo le abilità concesse alla squadra; non mancano tuttavia, come del resto nel gioco base, diversi ‘classici’ enigmi il superamento dei quali è richiesto per proseguire. Un elemento, questo, molto discusso tra gli appassionati: molti apprezzano, ma noi pensiamo che l’enigma sia un qualcosa di sostanzialmente estraneo alla normale giocabilità di un GdR e che la sua implementazione nel modo ‘invasivo’ declinato da Radon Labs sia più un limite che non un arricchimento.
Il personaggio di Phileasson, per certi versi piatto forte dell’espansione, può occasionalmente unirsi al nostro party di avventurieri: ma si tratta di una unione fittizia, nel senso che possiamo controllarlo in battaglia ma non gestire le sue caratteristiche o il suo inventario. I veri potenziali membri del party restano gli stessi visti nel gioco base: Phileasson, infatti, si unisce come quinto membro, non troppo diversamente da quel che accade con le creature evocate dai maghi. Per il resto, la giocabilità di Phileasson’s Secret è identica a quella di The River of Time, alla cui recensione rimandiamo per avere ulteriori dettagli.
4. Il perché delle cose
Phileasson’s Secret fa emergere forse ancora più del gioco base (e del suo capitolo precedente) il limite maggiore della saga di cui fa parte: l’incapacità da parte degli autori di dar vita a un comparto testuale capace di catturare il fruitore, di restare nella sua memoria, di prender forma in sedimentazioni che rendano immediatamente identificabili le ragioni dietro le circostanze e le situazioni raccontate. Non si tratta, si badi bene, a una mancanza a livello di intreccio: da questo punto di vista tutta la saga di Drakensang si mantiene perfettamente fedele alla classicità della sua ambientazione, pescando a piene mai dai cliché del fantasy e dando vita a vicende certo non memorabili per la loro originalità ma comunque discretamente interessanti. Il problema è che la scrittura rimane ancorata a una mediocrità compositiva che mira all’unico obiettivo di portare avanti l’intreccio, senza conferirgli la minima salienza: né in senso drammatico né tanto meno in senso ironico o disimpegnato. Potrebbe non essere un inconveniente grave se fossimo di fronte a un prodotto basato sulla libera esplorazione: ma in un GdR story-driven, per quanto temperato da una notevole libertà di movimento, si tratta di un problema piuttosto serio, soprattutto se pensiamo alle affilatissime armi possedute invece dalla concorrenza (si pensi non solo ai capolavori Bioware, ma anche a prodotti come la saga di Divinity, per non parlare del fatto che sono meglio organizzati da questo punto di vista anche alcuni GdR action, come la mitica serie di Diablo). Quando iniziamo l’avventura collegata al prode Phileasson, ci troveremo nel bel mezzo di una città elfica, pieni di incarichi da svolgere: ma perché siamo lì? Che città è? Qual è la sua storia? Perché dovremmo andare avanti con le missioni? C’è qualche altro motivo per farle oltre al fatto che compaiono nelle pagine del diario? Tutte domande destinate, purtroppo, a restare senza risposta. La saga di Drakensang è colma di elementi di pregio, ma nessuna prodezza tecnica o meccanica può supplire alla mancanza di scrittori di talento. L’edizione italiana, caratterizzata ancora una volta da una traduzione che va dallo scarso al terribile, non fa che rendere ancora più evidente questa affermazione.
5. Conclusioni
Come scritto in apertura, Phileasson’s Secret è né più né meno che un semplice “more of the same”. Se le avventure presenti in The River of Time non vi hanno saziato del tutto, questa espansione è assolutamente consigliabile. Se invece pensate di averne avuto abbastanza, non c’è nessun motivo serio per acquistare il prodotto, a meno che non vi sia un interesse particolare nei confronti dell’ambientazione e dei suoi personaggi più celebri. I ragazzi di Radon Labs mostrano ancora, nonostante tutto, di avere parecchio talento: la nostra speranza è che in futuro questo talento non venga messo al servizio di prodotti totalmente asserviti alla logica del gioco occasionale.
Tre pregi di Drakensang: Phileasson’s Secret | Tre difetti di Drakensang: Phileasson’s Secret |
Giocabilità funzionale e collaudata | Nessuna variazione alla giocabilità del titolo base |
Nuove ambientazioni assai evocative | È un gioco senz’anima |
Grafica e sonoro molto piacevoli e non troppo pesanti | Le nuove avventure sono forse troppo lineari se paragonate al prodotto originale |