La prima espansione ufficiale dell’ultimo lavoro di Blizzard aggiunge un nuovo atto alla campagna originale, oltre che un nuovo eroe e una nuova modalità di gioco. Le novità più interessanti, però, sono quelle introdotte nel titolo dalle ultime patch correttive.
[articolo originariamente pubblicato il 29 aprile 2014]
Nota del 2020
La recensione prevede che venga rilasciata una seconda espansione, che non ha mai visto la luce. Nel 2017 però è stata pubblicata una mini-espansione, Rise of the necromancer, che aggiunge una nuova classe giocabile, il Negromante. Questo porta le classi disponibili a sette, ciascuna dotata di versione maschile e femminile.
1. Correzioni ed espansioni
Il luogo comune vuole che sia estremamente difficile recensire al momento dell’uscita i giochi online di massa (a cui ci si riferisce spesso con l’acronimo MMO), perché è solo attraverso lo studio del loro utilizzo prolungato da parte di centinaia di giocatori che i programmatori possono implementare molte caratteristiche importanti. Qualche cosa di simile, tuttavia, si può affermare anche per Diablo III di Blizzard: pur non essendo tecnicamente un MMO e pur essendo giocabile e completabile in solitaria, si tratta infatti di un gioco pensato fin da subito in funzione del suo utilizzo online, tanto che la connessione costante è richiesta a tutti i giocatori. La casa di sviluppo Blizzard è nota, tra le altre cose, per il supporto costante e prolungato ai giochi da essa prodotti: non stupisce, quindi, che Diablo III abbia avuto, dal momento della sua uscita (nel 2012), diversi e corposi aggiornamenti, alcuni dei quali hanno cambiato profondamente la natura del gioco, le cui meccaniche originali hanno rivelato, sul lungo periodo, non pochi punti deboli.
Recentemente Blizzard ha anche pubblicato una espansione, intitolata Reaper of Souls, che aggiunge una buona quantità di nuovi contenuti: purtuttavia, le variazioni profonde instillate nella giocabilità dagli aggiornamenti sono state, giustamente, rese disponibili a tutti i giocatori, inclusi coloro che non hanno acquistato il pacchetto aggiuntivo. In questa recensione, dunque, non ci occuperemo solamente dell’espansione propriamente detta: cominceremo, anzi, dalla più importante novità introdotta nel gioco considerato nel suo insieme, per poi passare ai nuovi contenuti offerti ai possessori di Reaper of Souls.
2. La scomparsa della casa d’aste e il loot 2.0
Uno dei punti di forza più importanti, secondo alcuni anzi il più importante in assoluto, di quella strana sottocategoria di GdR di cui Diablo III fa parte, e cioè dei GdR action, è la raccolta e la collezione di tesori preziosi. Quasi ogni creatura uccisa, senza contare le decine di forzieri e barili aperti da ciascun eroe, offre a quest’ultimo una certa varietà di oggetti e di monete d’oro: e non c’è nulla di più soddisfacente, per l’avventuriero virtuale, di mettere le mani su una nuova e potente arma o magari addirittura su quella parte di un set di cui si era alla ricerca da giorni e giorni.
Nei GdR action che implementano l’interazione tra giocatori in carne e ossa, è naturale che si sviluppi una sorta di commercio virtuale di oggetti preziosi. Fu proprio per controllare il fenomeno e per evitare abusi che Blizzard decise, al momento della pubblicazione di Diablo III, di implementare al suo interno una casa d’aste ufficiale, che funzionava sia con moneta virtuale sia con moneta reale. L’idea, inizialmente, non sembrava malvagia: anche se va detto che noi de La maschera riposta non siamo soliti interagire con altri giocatori e dunque non avevamo mai adoperato seriamente la casa d’aste, che infatti, nella nostra recensione originale, è citata solo di sfuggita. Ebbene, nel corso del tempo la situazione è sfuggita di mano a Blizzard: la casa d’aste, presa d’assalto dai nerd che passano decine di ore al computer, ha cominciato in breve tempo a popolarsi da centinaia e centinaia di oggetti molto più preziosi di quelli rinvenibili durante una partita qualunque. Il risultato è che il ritrovamento di oggetti nel gioco ha progressivamente perso importanza: l’unico modo per armare il nostro eroe in modo ‘serio’ era comprare qualche oggetto nella casa d’aste, attraverso una sterile serie di clic del mouse, come in un qualunque negozio online. Ma questo ha tolto al gioco stesso gran parte del suo fascino: Blizzard se n’è accorta ed è corsa ai ripari.
Qualche settimana fa, la casa d’aste è stata chiusa, dopo un preavviso di diversi mesi. In parallelo a questa drastica decisione, Blizzard ha anche rivisto completamente il sistema di loot, ossia la generazione degli oggetti rinvenuti dagli eroi durante le loro avventure. Il cosiddetto loot 2.0 non contempla semplicemente la possibilità di trovare un numero maggiore di oggetti magici, quanto piuttosto la probabilità di rinvenirne di più compatibili con la classe scelta. Inoltre, gli oggetti unici e rari sono legati all’account: significa che non si possono vendere né scambiare in alcun modo. Detto in soldoni: se vuoi un oggetto raro e prezioso, devi sudartelo esplorando il mondo e sconfiggendo demoni, non puoi più semplicemente accedere alla casa d’aste e pagare (né comprarlo privatamente da un altro giocatore).
Ancora: il numero e la qualità degli oggetti magici trovati dipende dal livello di difficoltà scelto. Mentre nel gioco base era obbligatorio ‘sbloccare’ ogni livello di difficoltà completando prima il precedente, ora tutti i livelli sono liberamente accessibili fin dall’inizio e possono essere cambiati anche a partita in corso. Dato che all’aumentare della difficoltà aumentano anche i punti esperienza ottenuti, noi consigliamo di cominciare le nuove partite direttamente al livello “difficile”, che è in realtà paragonabile al livello normale visto in Diablo II: in questo modo si ovvierà con eleganza a uno dei problemi maggiori presenti nel gioco originale e già a suo tempo segnalato, e cioè il fatto che completando la campagna a livello di difficoltà “normale” l’eroe non raggiunge il livello di esperienza massimo, e quindi non può sperimentare adeguatamente tutte le sue abilità più potenti.
Qualche recensore ha scritto che con l’introduzione del loot 2.0 Diablo III sarebbe diventato un altro gioco, assai più riuscito e godibile. L’affermazione è forse esagerata, ma non lontana dalla realtà: con le sue nuove caratteristiche, e avendo cura di scegliere il livello di difficoltà adeguato, Diablo III è sicuramente un gioco assai più soddisfacente di quello, pur molto piacevole, che abbiamo sperimentato all’uscita. E tutto ciò vale anche per chi non ha acquistato l’espansione: è sicuramente un buon momento per rimettere mano al titolo e rigiocarlo in tutto il suo splendore.
3. Dalla Saggezza alla Morte
Per quanto riguarda i nuovi contenuti introdotti dall’espansione, il più significativo è senza dubbio il nuovo atto aggiunto alla trama principale. Dopo la sconfitta di Diablo, un nuovo e virtuosistico filmato ci introdurrà a un nuovo nemico, peraltro già menzionato di sguincio durante la campagna principale: si tratta di Malthael, già Arcangelo della Saggezza e membro dell’Angiris Council, ossia della manifestazione del potere delle schiere angeliche, nell’ambito di quell’eterno conflitto tra Bene e Male che fa da sfondo all’intera serie. In seguito alla distruzione della Worldstone, l’arcano oggetto che fu alla base della creazione di Sanctuary, il mondo materiale in cui è ambientato il gioco (le vicende di questa distruzione sono narrate nell’espansione di Diablo II, intitolata Lord of Destruction), Malthael scomparve, gettando su tutte le schiere angeliche un’ombra di agitazione e preoccupazione. Il suo posto come avatar della Saggezza viene preso, dopo le vicende narrate nella campagna originale di Diablo III, dall’ex-arcangelo della Giustizia Tyrael, privatosi lui stesso dell’immortalità dopo violenti dissapori col resto dell’Angiris Council. Ma che fine ha fatto Malthael?
Lo scopriamo, appunto, all’inizio della nuova espansione, quando Tyrael sta cercando, assieme al redivivo ordine degli Horadrim, di mettere per l’ennesima volta al sicuro la Soulstone, ossia la pietra dove sono imprigionati sia Diablo sia gli altri Prime Evil (arcidemoni). Malthael compare all’improvviso, e si manifesta come entità violenta e sopraffatrice: risulta fin da subito chiaro che il suo intento è appropriarsi della Soulstone, per chissà quali misteriosi motivi. Nella colluttazione che segue, Tyrael, pur gravemente ferito, riesce comunque a spedire un Horadrim alla ricerca del nephalem, ossia del protagonista del gioco, e riesce anche ad appropriarsi di un frammento della Soulstone, attraverso cui cercare di intuire i piani dell’arcangelo decaduto.
Questi piani sottintendono una riflessione dalle interessanti conseguenze morali, che purtroppo il gioco in sé sfrutta solo in minima parte. Malthael sta ancora cercando di porre fine all’eterno conflitto tra Bene e Male, e nella sua testa sta ancora lavorando per le schiere angeliche: solo che la sua idea è che la principale ‘arma’ in mano ai demoni sia l’umanità, ossia, in senso lato, Sanctuary stesso. Non va dimenticato, infatti, che Sanctuary fu creato, tramite la Worldstone, da una coalizione tra angeli e demoni stanchi dell’eterno conflitto: capitanati i primi dall’arcangelo Inarius, i secondi dalla demone Lilith. L’umanità, dunque, contiene in sé i germi della corruzione demoniaca: ed è precisamente per questo motivo che i Prime Evil tentano continuamente di conquistarla. Gli angeli hanno sempre tentato di fare il contrario, ossia di conquistare l’umanità. La ricetta di Malthael è un filino più radicale: l’umanità non va convinta a fare il bene, perché la sua origine in parte demoniaca la porterà sempre verso il male; l’unica soluzione, dunque, è il completo annientamento dell’umanità. Caratterizzato iconograficamente da due falci contrapposte che lo fanno somigliare a una sorta di demoniaco mammuth, Malthael non ha davvero abbandonato la Saggezza: ha piuttosto abbracciato quella Saggezza distorta che confonde la redenzione con la morte, e che sembra tentare, da che mondo è mondo, anche tanta parte dell’umanità vera.
4. Le altre novità
Oltre al nuovo atto, ambientato tra le rovine della città di Westmarch e nell’enigmatico reame Pandemonium (la più antica entità materiale in assoluto, già sede della Worldstone), l’espansione offre anche un nuovo personaggio giocabile, il Crociato. Come il Barbaro, combatte in corpo a corpo, anche se con un piglio maggiormente difensivo: le sue armi predilette sono l’inedito mazzafrusto e degli enormi scudi, più alti del personaggio stesso. Il nuovo eroe si accompagna naturalmente a tutto un corredo di abilità attive e passive inedite e molto interessanti da sperimentare. Va però sottolineato che l’espansione di Diablo II introduceva non uno ma due nuovi eroi, portando il totale a sette: molti giocatori sono pronti a giurare che il settimo eroe di Diablo III sarà introdotto da una seconda espansione, che però per il momento non è ancora stata annunciata. D’altro canto la stessa conclusione del nuovo atto, di cui non parliamo per evitare spoiler, lascia sottintendere un nuovo capitolo.
Un’altra funzionalità inedita di cui dobbiamo trattare è la modalità avventura. È un vero e proprio nuovo sistema di gioco, pensato principalmente per personaggi di alto livello, che vogliono migliorare ancora ma senza rifare la ‘normale’ campagna. Scegliendo questa modalità, il nostro eroe potrà viaggiare liberamente tra tutte le ambientazioni, sbloccate fin da subito, e risolvere missioni che si concretizzano nell’uccisione di potenti mostri unici, affiancata naturalmente alla consueta ricerca di nuovo prezioso bottino. I nemici sono, in realtà, esattamente gli stessi affrontati durante la campagna: l’unica vera novità è che vengono resi accessibili più rapidamente, nell’ordine che si preferisce, e con la figura di Tyrael a cercare di concretizzare una sorta di ‘logica’ narrativa in realtà assai labile e inconsistente. Per quanto ci riguarda, la modalità avventura è del tutto trascurabile e sembra un tentativo maldestro di risolvere un problema che già individuavamo in sede di recensione originale, e cioè il fatto che la campagna non consente al personaggio di svilupparsi appieno e di sperimentare come si deve tutte le sue abilità. È un problema di design non indifferente, destinato a colpire soprattutto chi (come noi) gioca solamente in singolo: ma noi pensiamo che l’aumento del livello di difficoltà, con conseguente aumento dell’esperienza ottenuta, sia una soluzione migliore che non la sterile modalità avventura.
Un’altra novità che merita un cenno è l’introduzione di un nuovo tipo di mercante, il mistico. I suoi servizi consentono di cambiare le caratteristiche degli oggetti magici: scegliendo quella che ci serve di meno, potremo sostituirla con una nuova scelta tra una rosa di possibilità. Il mistico consente anche di cambiare l’aspetto di armi e armature, un processo che il gioco chiama transmogrification e che è già stato implementato da Blizzard nel suo noto MMORPG World of Warcraft.
5. Conclusioni
Se distinguiamo con nettezza quel che si deve alle patch dalle reali aggiunte apportate da Reaper of Souls, non possiamo negare che queste ultime ci abbiano un po’ deluso. La nuova classe giocabile è interessante, ma era lecito aspettarne almeno un paio di inedite, sulla scorta di quanto accadde con l’espansione di Diablo II. Il nuovo atto, poi, non è particolarmente lungo e ha un finale così spudoratamente ‘aperto’ da non dare alcuna reale sensazione di aver concluso alcunché. Della nuova modalità avventura abbiamo già detto: di tutto ha bisogno questa serie tranne che di prescindere ancora di più di quanto già fa dall’elemento narrativo.
L’attuale Diablo III è senza dubbio un gioco migliore di quello uscito a suo tempo, ma ciò succede non in forza dell’espansione, quanto in forza delle ultime patch migliorative. Il nostro consiglio, dunque, è anzitutto di rigiocarlo con queste patch, che vengono scaricate automaticamente all’avvio. Solo chi voglia davvero più contenuti può considerare l’espansione, tenendo però presente che si tratta di un prodotto in larga misura incompiuto, destinato a trovare forse interezza in futuro, con la pubblicazione di nuovi pacchetti aggiuntivi.
Tre pregi di Reaper of Souls
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Tre difetti di Reaper of Souls
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I nuovi contenuti sono interessanti
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Il nuovo atto si conclude rapidamente
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I nuovi filmati sono, come sempre, da Oscar
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La nuova modalità avventura è inutile
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Buona grafica e ottimo doppiaggio
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Le vere migliorie al gioco base si devono a patch disponibili gratuitamente
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