Baldur’s Gate II: Shadows of Amn

Il seguito di Baldur’s Gate cambia molte carte in tavola: scompare la libertà di esplorazione, compensata però da una nuova attenzione verso i compagni di viaggio e da una gran quantità di rifiniture del motore di gioco.

[articolo originariamente pubblicato il 4 maggio 2005]

I nostri video dedicati a Baldur’s Gate II: Shadows of Amn su YouTube:
Esempio di gioco
Il nostro parere
La nostra collezione

1. Seguito e originale
Il grande gioco di ruolo realizzato da Bioware e uscito nel 1998 col titolo di Baldur’s Gate aveva ridestato l’attenzione di critica e pubblico su un genere fino a quel momento piuttosto bistrattato. Visto il successo ottenuto, era ovvio che gli sviluppatori pensassero a un nuovo episodio che riprendesse le fila della storia da dove erano state lasciate al termine del primo capitolo, ossia da dopo la sconfitta dell’inquietante figura in armatura che tanto turbava sogni e vicissitudini del protagonista del gioco.
Il nostro eroe, dunque, ricomincia la sua avventura. Dopo averlo importato dai salvataggi finali di Baldur’s Gate (o dopo averlo creato ex novo in caso non si sia giocato il capitolo precedente), egli si troverà imprigionato all’interno di un dungeon dominato da una figura misteriosa e per il momento ancora ignota e irraggiungibile; una volta liberatosi dalla prigione, si troverà catapultato dentro la vita e gli intrighi di Athkathla, grande capitale di Amn. Nella città e nelle sue immediate vicinanze si svolgerà gran parte dell’avventura, con incursioni periodiche e sostanziose in altri mondi, fra cui il Sottosuolo, il mare e perfino l’inferno.

2. Bye bye esplorazione
Baldur’s Gate II riprende dal suo predecessore i meccanismi base del gioco, come la struttura dell’interfaccia (pure leggermente modificata), dei combattimenti e dei dialoghi. Le novità più importanti sono di carattere contenutistico, e le variazioni sono talmente notevoli da rendere la giocabilità notevolmente diversa da quella del primo capitolo. In Baldur’s Gate II le quest sono le vere protagoniste: molto più numerose, lunghe e intricate di quelle del primo capitolo, occuperanno la maggior parte del nostro tempo di gioco se non tutto. L’esplorazione fine a se stessa, infatti, è totalmente scomparsa: non ci sono mappe deserte né locazioni ‘inutili’: tutti i territori e gli edifici presenti hanno a che fare con qualche quest.
Questo implica non solo la scomparsa di tutti i territori selvaggi al di fuori della città ma anche una gestione completamente diversa delle stesse zone cittadine: non troveremo più le decine di case in cui si è liberi di entrare e che sono lì solo per il gusto di esserci, ma una serie di edifici puramente ‘scenici’, all’interno dei quali sarà concesso entrare solo se l’entrata è necessaria per qualche motivo. Questa scelta dei programmatori ha delle conseguenze di diverso tenore: da un lato il gioco risulta molto più lineare e più facile da gestire del primo capitolo, dove trovare un certo oggetto o un certo PNG poteva essere difficilissimo senza avere sottomano una qualche guida; dall’altro lato, però, tutto appare decisamente semplicistico e l’atmosfera generale perde di parecchio.
Ad esempio, la sensazione di ‘distanza’ fra Athkathla e le zone selvagge in cui si svolge qualche quest secondaria è tutta demandata alla mappa, visto che il trasporto da un posto all’altro avviene istantaneamente; nulla a che vedere con il primo capitolo, quando per arrivare per la prima volta in un certo luogo occorreva camminare ‘fisicamente’ fino ad esso, con una sensazione di appagamento una volta arrivati a destinazione che è del tutto scomparsa da Baldur’s Gate II.

Excursus: come installare e moddare Baldur’s Gate II

 

(Nota del 2020: questa procedura di installazione e modding funziona ancora, ma al momento il modo più semplice per giocare a Baldur’s Gate II è semplicemente utilizzare l’Enhanced Edition).
Riproponiamo anche qui la procedura di installazione secondo noi preferibile per godere al meglio l’immortale serie di Baldur’s Gate. L’idea migliore è iniziare direttamente dal primo capitolo, dato che i mod qui suggeriti fondono quest’ultimo col suo seguito, permettendo di giocare entrambi senza mai fermarsi. Attenzione, però: si tratterà di una impresa titanica, che vi terrà occupati per circa 150 ore!
1. Acquista e installa Baldur’s Gate e Baldur’s Gate II: Shadows of Amn, con relative espansioni, e aggiornali con le ultime patch ufficiali. Il nostro suggerimento è di acquistare i giochi sul sito Good Old Games, anche se si possiedono gli originali su cd: in questo modo si sarà sicuri che sia tutto completo e aggiornato, e si potrà giocare senza il fastidio di dover inserire ogni volta il cd di Throne of Bhaal. Se invece si preferisce installare da supporto ottico, è molto importante scegliere l’installazione completa di entrambi i titoli: con le altre installazioni, i mod segnalati non funzionano.
2. Scarica e installa il mod Baldur’s Gate II Fixpack, che corregge molte inconsistenze presenti nel secondo capitolo della saga. Durante l’installazione, è possibile scegliere quali componenti del mod installare: potete indagare su ogni singola voce attraverso la documentazione allegata, ma secondo noi è una buona idea installare il mod nella sua interezza.
3. Scarica e installa il mod Baldur’s Gate Trilogy, la colonna portante della nostra nuova versione di Baldur’s Gate.
4. Scarica e installa il mod BG1 Unfinished Business, che inserisce nel gioco vari contenuti inizialmente previsti ma poi per qualche motivo rimossi dai programmatori.
5. Scarica e installa il mod Unfinished Business, che fa la stessa cosa del mod precedente, ma per il secondo capitolo della saga.
6. Scarica e installa il mod BG1 NPC Project. Questo mod tenta, con risultati non sempre ottimali ma comunque degni di nota, di inserire anche nel primo Baldur’s Gate i dialoghi tra membri del party che sono stati spesso indicati come uno dei punti di forza maggiori del secondo capitolo della saga. Il mod consente anche di intrecciare relazioni sentimentali con alcuni compagni di viaggio. Si tratta di contenuto completamente amatoriale e non originalmente previsto, quindi l’installazione di questo mod è del tutto opzionale.
7. Vai nella cartella di installazione di Baldur’s Gate II e fai partire il file di nome Setup-BGTMusic.exe: quando viene richiesto, scegli l’opzione “Full Baldur’s Gate and Tales of the Sword Coast music”. In questo modo, sentirai le musiche del primo Baldur’s Gate mentre giochi la prima parte dell’avventura. Quando inizia Shadows of Amn, bisogna ripetere la procedura e disinstallare questo elemento.
8. Scarica e installa il Widescreen Mod. Questo mod, che funziona con tutti i giochi basati sul motore Infinity, consente di scegliere una risoluzione widescreen e vi adatta correttamente l’interfaccia. La risoluzione va scelta in fase di installazione e per cambiarla occorre ripetere il processo dall’inizio.

3. Forse non lo sai ma pure questo è amore
Evidentemente, i programmatori vogliono farci concentrare su qualcosa di diverso dall’esplorazione, e questo qualcosa è il dialogo o meglio il rapporto con i PNG e soprattutto con i compagni di viaggio. I personaggi reclutabili sono diminuiti drasticamente rispetto a quelli disponibili nel primo capitolo: ma è una diminuzione funzionale a un approfondimento notevole delle loro personalità. Ora i nostri compagni di viaggio hanno un carattere ben definito e non ci appariranno più come semplici pedine nelle nostre mani; infatti, ora ci mostreranno la loro contrarietà o la loro felicità rispetto alle azioni del gruppo non solo andandosene se la reputazione sale (o scende) troppo e facendo generici mugugni. I programmatori, al contrario, hanno ‘scriptato’ un sacco di eventi che fanno intervenire attivamente nelle discussioni ciascun membro, fino addirittura a far decidere a un certo personaggio di lasciare il gruppo indipendentemente dai valori numerici della reputazione. Tutta l’avventura, quindi, è costellata di interventi da parte dei nostri comprimari, e non si tratta solo di interventi meramente dialogici; talvolta, il gioco attiverà delle quest relative a qualche nostro compagno di viaggio, e potrà capitare che l’interessato ci abbandoni temporaneamente nel corso del disbrigo delle sue faccende, o ancora che esca dalla quest diverso, magari con caratteristiche mutate in seguito a certi eventi.
L’apice di questo acuto interesse per i rapporti fra i personaggi si raggiunge nelle cosiddette ‘romance’, che qui compaiono per la prima volta in un gioco Bioware per diventare, nei prodotti successivi, quasi un marchio di fabbrica di questo gruppo di sviluppatori. Certo, in Baldur’s Gate II diventare “coppia stabile” con un compagno di viaggio non è un traguardo facile: ciascun personaggio ha una personalità ben definita e accetta meglio certi tipi di atteggiamento piuttosto che altri; sbagliando una semplice risposta è possibile mandare a monte una storia che dura da molte settimane. E c’è di più: se nel nostro party si trovano contemporaneamente due persone che vogliono corteggiarci, scatterà un ‘triangolo’ che potrà avere conseguenze nefaste: fra i due contendenti nasceranno presto veri e propri litigi che potranno portare allo sfaldamento del party. In una occasione, la nostra partner ci chiederà di comprarle un oggetto preciso come regalo di fidanzamento. In un’altra, avremo perfino la possibilità di fare un figlio con la nostra amata. È proprio il caso di dire che Bioware, con l’introduzione delle ‘romance’, ha avuto un’idea brillante che basta, da sola, a rendere questo gioco un prodotto che val la pena giocare.

4. Casa dolce casa
C’è almeno un altro elemento di novità che val la pena citare: le quest ruotanti attorno alle cosiddette stronghold. Subito dopo aver superato con successo il primo dungeon (quello della prigione che ci intrappola all’inizio del gioco), il nostro personaggio si troverà sommerso dalle quest; una fra di esse (e il gioco ci indirizzerà piuttosto chiaramente verso di essa) avrà però un finale importante. Concludendola felicemente, infatti, il nostro personaggio si vedrà assegnare una stronghold, in pratica una base, una proprietà. E da quel momento dovrà gestirla, con tutti gli onori e gli oneri che una cosa del genere comporta. La cosa bella è che tale stronghold cambia a seconda della classe a cui appartiene il nostro personaggio, e di conseguenza cambia anche la quest necessaria per ottenerla; per fare alcuni esempi, un guerriero otterrà un castello, un druido un bosco sacro, un ranger una capanna nel bosco, un ladro una sezione della locale gilda dei ladri, un bardo un teatro e così via.
Le quest relative alla nostra stronghold sono le più originali offerte dal gioco, e anche per certi versi le più innovative perché tentano di andare oltre la struttura tradizionale e collaudata della ‘missione da gioco di ruolo’ e dell’eroe ‘nomade’. Solitamente, infatti, in un mondo fantasy si chiede all’eroe di turno di risolvere qualche problema estemporaneo: una volta risolto il problema, ci si sposta da un’altra parte a risolverne un altro; ecco allora che la vita del tipico eroe medio è una vita simile a quella della antiche tribù barbariche che vivevano solo di quanto offriva la natura e quindi erano costrette a spostarsi fisicamente una volta esaurite le risorse offerte da quel fazzoletto di territorio. In Baldur’s Gate II , l’eroe diventa ‘sedentario’ e si trova di fronte a sfide che talvolta ricordano più l’ordinaria amministrazione di una attività che non l’estemporanea e pericolosissima soluzione di un problema. Il nostro bardo dovrà sostituire un attore imparando a memoria le sue battute; il nostro chierico dovrà ascoltare le confessioni dei fedeli; il nostro ladro dovrà decidere se i membri della sua gilda dovranno rischiare di più per ottenere più soldi o accontentarsi di meno senza mettere a repentaglio la loro vita. Lungi dall’essere noiose, queste missioni sono anzi molto interessanti e talmente diverse da una stronghold all’altra da diventare elemento importante della rigiocabilità del titolo.

Excursus: i nostri compagni di viaggio
attenzione: lievi spoiler!Come scriviamo anche nel corpo principale, in Baldur’s Gate II i personaggi disponibili per l’arruolamento nel party sono in numero minore rispetto al primo capitolo, ma questo ha portato a un notevole e positivo approfondimento della loro personalità e all’aggiunta di numerose missioni a loro collegate.I personaggi sono ordinati sulla base del più probabile momento in cui vengono incontrati.
Imoen è una ladra umana biclassata a maga di allineamento neutrale buono. Il gioco presuppone che abbia accompagnato il protagonista per tutto il primo capitolo: sarà infatti Imoen a liberare l’eroe dalla sua cella nel misterioso dungeon dove sono ambientati i primi minuti dell’avventura. Personaggio centrale nella vicenda narrata da Shadows of Amn, Imoen può quasi essere definita la co-protagonista della trama principale, anche se le vicissitudini la porteranno a stare molte ore lontana dal party. La voce di Imoen è della doppiatrice americana Melissa Disney.
Minsc è un ranger umano di allineamento caotico buono. Molto forzuto e altrettanto pazzoide, è tra i personaggi meglio caratterizzati di tutta la saga: la sua peculiarità è che porta sempre con sé un criceto di nome Boo, che Minsc pensa essere in realtà una potentissima creatura miniaturizzata. Il gioco presuppone che anche Minsc fosse parte del gruppo di avventurieri che accompagnava l’eroe nel primo capitolo: anch’egli, infatti, si trova prigioniero nel misterioso dungeon iniziale. La voce di Minsc è dell’attore e cantante americano Jim Cummings.
Jaheira è una mezzelfa biclasse guerriero/druido di allineamento neutrale. Di temperamento forte e deciso, era tra i primi personaggi incontrati anche nel primo capitolo: nel seguito scopriremo che è niente meno che un membro del potente gruppo degli Harper, a cui appartiene anche il mitico mago Elminster. Il gioco presuppone fosse parte del gruppo che accompagnava l’eroe, dato che anch’ella è prigioniera nel dungeon dove si svolge la prima sezione dell’avventura. La voce di Jaheira è dell’attrice americana Heidi Shannon.
Yoshimo è un ladro umano di allineamento neutrale. Personaggio sfuggevole ma apparentemente molto addentro alla situazione politica e sociale di Athkatla, si offrirà di accompagnare l’eroe mentre questi tenta la fuga dal misterioso dungeon iniziale. La voce di Yoshimo è del comedian e doppiatore canadese Maurice LaMarche.
Aerie è un’elfa avariel biclasse chierica/maga di allineamento legale buono. Il nostro eroe la incontrerà in una situazione un po’ ingarbugliata: il circo di Athkatla dove l’elfa lavora, infatti, si troverà nel bel mezzo di una specie di terribile illusione creata da uno gnomo pazzo, e spetterà al protagonista risolvere la faccenda. Curiosità: il circo è diretto dallo gnomo Quayle, tra i personaggi arruolabili nel primo capitolo. Gli avariel sono una rara sottospecie di elfi alati, ma ad Aerie sono state tagliate le ali: questo la rende piuttosto dimessa e malinconica. La sua voce è quella della doppiatrice americana Kath Soucie.
Nalia è una ladra umana biclassata a maga di allineamento caotico buono.  Il protagonista la incontra nella taverna principale di Athkatla, chiamata Copper Coronet, dove la malcapitata cerca di arruolare guerrieri per difendere da un attacco di troll il suo castello avito, non lontano dalla città. Se l’eroe è un guerriero e accetta la sfida, alla fine otterrà il castello come sua dimora. La voce di Nalia è dell’attrice e cantante californiana Grey DeLisle.
Anomen è un guerriero umano biclassato a chierico di allineamento legale neutrale. Il protagonista lo incontra nella taverna Copper Coronet: la sua unione al gruppo di avventurieri non avviene al seguito di una particolare missione, quanto alla volontà di provare il suo valore per ottenere il sospirato titolo di cavaliere. Le vicende lo porteranno ad avere la possibilità di raggiungere concretamente questo obiettivo, con conseguenze dirette sulle sue statistiche e financo sul nome (che diventerà “Sir Anomen”). La sua voce è dell’attore americano Rob Paulsen.
Korgan è un nano guerriero di allineamento legale malvagio. L’eroe lo incontra nella taverna Copper Coronet, alla ricerca di qualcuno che lo aiuti a trovare un prezioso libro. Come tutti gli appartenenti alla sua razza, è piuttosto burbero e incline a rispettare solo chi può vantare una certa robustezza fisica. La sua voce è del poliedrico artista americano Bill Martin.
Keldorn è un paladino umano di allineamento legale buono (come tutti i paladini). Il nostro eroe lo incontra nel corso delle indagini su uno strano culto sempre più radicato in Athkatla. Come tutti gli appartenenti alla sua classe, Keldorn è di vedute piuttosto rigide e tende a scontrarsi con i compagni di differente allineamento; alcune vicende possono anche portarlo a ritirarsi definitivamente a vita privata. La sua voce è del doppiatore americano Roger L. Jackson.
Haer’Dalis è un bardo tiefling di allineamento caotico neutrale. Il protagonista lo incontra nel teatro al piano interrato della taverna Five Flagons, nel quartiere del ponte di Athkatla, tenuto prigioniero da un mago di nome Mekrath. Una volta liberato, si offrirà di unirsi al gruppo di avventurieri. Una volta conclusa la missione, se il protagonista è un bardo otterrà il teatro come sua base d’appoggio. La voce di Haer’Dalis è dell’attore americano Michael Bell.
Viconia è una chierica elfa drow di allineamento neutrale malvagio. Già presente tra i personaggi arruolabili nel primo capitolo (ma il gioco non la considera tra i membri del party originario, dato che non la colloca nel dungeon iniziale), è tra i compagni dal carattere più approfondito: la progressiva conoscenza dell’eroe e delle sue motivazioni può farle cambiare considerevolmente il suo punto di vista sulla realtà. La voce di Viconia è la stessa di Nalia e appartiene all’attrice e cantante Grey De Lisle.
Jan è uno gnomo multiclasse ladro/illusionista di allineamento caotico neutrale. Com’è tipico degli appartenenti alla sua razza, Jan è assai estroverso: il suo hobby è inventare strani oggetti che poi mette in vendita, rigorosamente senza permesso. Se il protagonista lo asseconda senza denunciarlo alle autorità, Jan si offrirà di unirsi al party. La sua quest personale è, a nostro avviso, tra le più commoventi di tutto il gioco. La voce di Jan è dell’attore americano Jack Roth.
Edwin è un mago evocatore umano di allineamento legale malvagio. Già tra i personaggi arruolabili del primo capitolo, il protagonista lo incontrerà all’interno della gilda dei ladri di Athkatla, al lavoro come mercenario del capo Mae’Var. Oltre a essere di gran lunga il mago più potente del gioco (a meno che l’eroe non sia egli stesso un mago), Edwin ha anche una quest personale dall’esito a dir poco esilarante. La sua voce è dell’attore e comedian americano Jim Meskimen.
Mazzy è una halfling decisamente sui generis: anziché essere un ladro, come quasi tutti gli appartenenti alla sua razza, è un guerriero di allineamento legale buono ed è molto simile, come indole, a un paladino. Il protagonista la incontrerà nelle colline di Umar, prigioniera del malvagio Shadow Lord: una volta liberata, si unirà più che volentieri al party. Mazzy è un valoroso arciere, il più potente del gioco; la sua voce è della grande doppiatrice americana Jennifer Hale, una presenza immancabile nei GdR Bioware.
Valygar è un ranger umano di allineamento neutrale buono. Il protagonista può trovarlo nel suo rifugio nelle colline di Umar, in fuga dai temibili Cowled Wizard, i maghi che reggono il potere ad Athkatla (il rifugio, peraltro, può diventare la stronghold dell’eroe se questi è un ranger). Di indole taciturna e introversa, Valygar si offrirà di aiutare il party se il suo ‘problema’ con le autorità verrà risolto. La sua voce è dell’attore americano Jeff Osterhage.
Cernd è un druido umano di allineamento neutrale, specializzato nelle abilità di trasformazione. Il nostro eroe lo troverà nella cittadina di Trademeet, in una situazione parecchio complicata: intento a indagare su strani attacchi animali diretti contro la città, è considerato dagli abitanti la causa degli attacchi stessi. Una volta risolto il problema, si offrirà di unirsi al party. La voce di Cernd è dell’attore americano Jason Marsden.
Sarevok è il nemico principale combattuto dall’eroe durante il primo capitolo della saga e ucciso alla fine del medesimo. In circostanze che non dettaglieremo onde evitare eccessivi spoiler, il protagonista lo incontrerà nuovamente sotto forma di fantasma durante le vicende narrate da Throne of Bhaal, l’espansione di Shadows of Amn.  Sarevok è un potente guerriero, dotato di un attacco che può uccidere istantaneamente quasi ogni creatura. La sua voce è dell’attore americano Kevin Michael Richardson.

5. Un motore rifinito
Fin qui abbiamo chiarito le differenze principali fra il primo e il secondo capitolo della serie. Il resto è più o meno uguale, quindi vi invito a leggere la recensione di Baldur’s Gate per avere ulteriori dettagli. Il sistema di combattimento, uno dei punti di forza dell’episodio precedente, è rimasto inalterato anche se l’introduzione di nuovi incantesimi e nuove abilità rende il tutto ancora più ricco e stimolante (in particolare alcuni incantesimi, come per esempio le ‘contingenze’, che fanno attivare istantaneamente le protezioni più svariate addosso ai maghi, cambiano del tutto l’approccio a certi scontri).
Le classi sono aumentate grazie all’aggiunta di classi prese dall’ultima edizione di D&D come il monaco, il barbaro e l’incantatore; inoltre, ogni classe ‘tradizionale’ presenta la possibilità di scegliere un ‘kit’, una sorta di ulteriore specializzazione all’interno di quella categoria. Il motore di gioco è stato poi notevolmente rifinito dal punto di vista meramente estetico: i personaggi hanno animazioni più fluide (anche se la riutilizzazione di personaggi del gioco precedente suona un po’ stonata) e i disegni dei fondali sono ancora più belli. Come spieghiamo nell’apposito excursus, oggi c’è la possibilità di modificare leggermente il motore per adattarlo anche alle risoluzioni più elevate, con notevole gioia per gli occhi.
La gestione dell’inventario è semplificata dalla comparsa dei ‘contenitori’, borse che possono contenere tutti gli oggetti di uno stesso tipo (gemme, pozioni, pergamene); è aumentata la quantità di frecce e proiettili ‘ammucchiabili’ sulla stessa casella. Insomma, sembra proprio che Bioware abbia recepito ogni critica riguardo all’interfaccia e che il motore Infinity sia giunto, con Baldur’s Gate II, al massimo della sua forma.

Excursus: Throne of Bhaal

 

L’anno successivo rispetto alla pubblicazione dell’originale Shadows of Amn, è giunta sugli scaffali l’immancabile espansione, intitolata Throne of Bhaal, che è stata tra l’altro il primo gioco Bioware venduto in Italia in confezione dvd e non in confezione cartonata.
Mentre l’espansione del primo capitolo, Tales of the Sword Coast, era tecnicamente un add-in, ossia un insieme di nuove missioni secondarie che non influenzavano la trama principale, Throne of Bhaal è sia un add-in sia un add-on. La parte per così dire ‘secondaria’, accessibile fin dalle prime battute della campagna base, è una enorme fortezza chiamata Watcher’s Keep, simile come concetto alla Torre di Durlag vista nell’espansione del primo capitolo. La sua esplorazione richiede attenzione e impegno, ma va sottolineato che il nemico finale, senza dubbio il più potente del gioco, può essere combattuto oppure no, e anche chi sceglie di non affrontarlo avrà comunque la sensazione di aver ‘concluso’ quella particolare avventura.
I restanti contenuti, di gran lunga i più interessanti, sono collocati al termine delle vicende narrate in Shadows of Amn e non hanno nulla a che fare con queste ultime. Anche in questo caso evitiamo di raccontare i dettagli perché sarebbero uno spoiler troppo grande per chi non ha ancora giocato la serie: ci limitiamo semplicemente ad affermare che Bioware ha voluto, tramite l’espansione, portare fin troppo rapidamente a conclusione la tematica che fa da sfondo a tutta l’avventura, fin dall’inizio del primo capitolo, mettendo assieme una serie di missioni che, pur offrendo parecchi stimoli ed esibendo idee anche interessanti, risulta evidentemente riduttiva rispetto alla grandezza dei contenuti in ballo. La vicenda narrata in Throne of Bhaal è decisamente fuori posto dentro un’espansione e avrebbe meritato un capitolo tutto per sé, degna conclusione di quella che fin dall’inizio era stata pensata come una trilogia, di cui Shadows of Amn doveva essere, con ogni evidenza, il momento transitorio e non il momento decisivo.

6. Disomogeneità
Abbiamo già ampiamente fatto notare come il principale difetto di Baldur’s Gate II sia secondo noi anche la sua principale differenza col primo capitolo, e cioè la mancanza totale di libertà esplorativa. Baldur’s Gate II è tutto una quest: tante quest, quest varie e talvolta originali, ma non c’è alcuno spazio per l’iniziativa autonoma del giocatore: si passa il tempo a far favori o ad obbedire a qualcun altro. La questione è da approfondire, perché se dovessimo elencare i difetti del titolo ci metteremmo non solo la quantità di quest (e il fatto che loro presenza annulla tutto il resto) ma anche la loro qualità. Non nel senso che siano costruite male, anzi. Piuttosto, per la loro consistenza e per la loro collocazione spazio/temporale.
In Baldur’s Gate II molte sotto-quest sono lunghe, contorte e hanno spesso una loro ambientazione peculiare. La cosa può sembrare positiva, ma c’è il rovescio della medaglia. Spesso, nel corso della partita, si ha la sensazione di giocare una serie di avventure separate, in cui di quando in quando qualche elemento ci ricorda della missione principale o del mondo di gioco in cui ci troviamo. La sensazione deriva anzitutto dalla lunghezza e dalla consistenza delle quest secondarie, ma anche dalla particolare scelta di ambientazione delle stesse; tanto per capirci, in una saremo proiettati in una prigione inter-planare; in un’altra faremo una capatina all’inferno; in un’altra visiteremo una serie di caverne in campagna… questo vanifica un’altra caratteristica molto importante del primo titolo, e cioè la grande coerenza e omogeneità del mondo di gioco così com’era ricostruito sul nostro schermo.
Senza contare che anche la missione principale ci vede trasferirci da una ambientazione all’altra con molta disinvoltura, presentando fasi da attraversare in maniera piuttosto rigida, molto diversamente da come avveniva nel primo titolo, dove la trama era spezzettata in piccoli episodi sparsi senza soluzione di continuità nella mappa continua in cui era ambientata la vicenda.

7. Conclusioni
Baldur’s Gate II è un grande capolavoro, che ha condizionato, come e più del suo predecessore, tutta la storia recente del nostro hobby preferito. Ancora oggi questo gioco viene citato tra i migliori del suo genere, nonostante la sua ormai veneranda età: e non solo tra gli appassionati, ma anche tra gli sviluppatori stessi (basti pensare a Obisidian e al suo Project Eternity, che ha il non celato obiettivo di essere una sorta di Baldur’s Gate III). Come abbiamo cercato di far notare nell’articolo, le imperfezioni non mancano di certo: ma la gigantesca mole del prodotto e la perfetta leggerezza con cui la giocabilità scorre al suo interno ripagano da ogni possibile incertezza. Non ci sono scuse: moddato o liscio, nella sua versione base o nella appena pubblicata Enhanced Edition, questo è un gioco che ogni appassionato *deve* provare. Non è un consiglio, è un ordine.

Tre pregi di Baldur’s Gate II Tre difetti di Baldur’s Gate II
Compagni di viaggio molto ben caratterizzati Nessuna libertà esplorativa
Interfaccia molto rifinita Ambientazione discontinua e poco coerente
Alcune quest sono originalissime A tratti troppo ‘guidato’

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