Overhaul Games ci riprova e ci offre la versione riveduta e corretta del secondo capitolo della celeberrima saga di Bioware. Il risultato è senza dubbio migliore di quanto visto a proposito del primo capitolo, ma siamo ancora di fronte a un acquisto tutt’altro che obbligato.
[articolo originariamente pubblicato l’11 giugno 2014]
I nostri video dedicati a Baldur’s Gate II: Shadows of Amn su YouTube:
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1. Indietro non si torna
Se è senz’altro vero che i grandi capolavori non muoiono mai, nel piccolo grande mondo dell’intrattenimento digitale è necessario aggiungere una postilla: a patto che funzionino anche sulle macchine da gioco più recenti. È solo con i recenti tentativi di costruire una ‘storia’ del nostro giovanissimo hobby che il paradosso è emerso in tutta la sua forza: chi oggi vuole compiere una seria indagine ‘archeologica’ sulle origini del GdR digitale troverà, come primo e in molti casi insuperabile ostacolo, la sostanziale inutilizzabilità di tutti i giochi più vetusti sui computer attualmente disponibili. È il prezzo pagato al rapido sviluppo della tecnologia, fortunatamente calibratosi, negli ultimi anni, su ritmi più vivibili rispetto alla forsennata corsa alla nuova scheda video che abbiamo avuto la (s)fortuna di vivere nei primi anni del duemila.
Ma se la tecnologia avanza, il valore del singolo prodotto resta: nella memoria di chi l’ha giocato, ma anche negli annali, nelle testimonianze e soprattutto nelle classifiche. Anche al netto degli scherzi orchestrati dalla nostalgia, non si può negare che alcune tra le più alte vette raggiunte dal nostro sottogenere preferito si siano toccate tra la fine degli anni Novanta del secolo scorso e i primi anni del nuovo secolo: ed è proprio a quel momento d’oro che ci fa tornare la recente pubblicazione della Enhanced Edition di Baldur’s Gate II: Shadows of Amn a opera di Overhaul Games, divisione di Beamdog capitanata da un ex Bioware, Trent Oster. L’obiettivo dell’operazione è, all’apparenza, molto nobile: adattare ai sistemi moderni un grande capolavoro del passato, così da renderlo non solo utilizzabile ma anche maggiormente godibile grazie all’apporto delle nuove tecnologie. Abbiamo già avuto modo di parlare, tempo fa, della riedizione del primo capitolo: e in quella occasione non ci mancarono le perplessità. Non ci mancano nemmeno adesso, ma dobbiamo ammettere che Overhaul sembra aver almeno in parte capito la lezione: quel ci interessa chiederci in questa nuova recensione è, piuttosto, quante di queste perplessità siano dovute a mancanze oggettive e quante, invece, alla natura stessa dell’operazione messa in atto dagli sviluppatori.
2. Novità tecniche e di giocabilità
Anche in questo caso, come nel caso della recensione per la prima Enhanced Edition, non ci occuperemo del gioco in sé, di cui abbiamo già parlato in una apposita analisi e di cui si presume che ogni appassionato conosca già la natura almeno superficialmente. Parleremo, invece, delle novità introdotte dalla riedizione, cominciando da quelle prettamente tecniche. Da questo punto di vista non c’è moltissimo da dire: il gioco supporta ora le alte risoluzioni e il widescreen, e il suo aspetto è del tutto simile a quello della prima Enhanced Edition, sia se consideriamo la natura dell’interfaccia sia se ci concentriamo sulla qualità della medesima. Va anche detto, e questo è sicuramente un punto a favore di Overhaul, che le numerose esperienze di crash avute con il capitolo precedente si sono, ora, notevolmente diradate.
Una interessante novità dal punto di vista tecnico è la comparsa di una opzione grafica che consente di attivare o disattivare a piacere il ridimensionamento dell’interfaccia alla nuova risoluzione. Tenendolo attivo, il gioco avrà un aspetto identico a quello della prima Enhanced Edition: l’interfaccia risulterà fastidiosamente sgranata, ma occuperà adeguatamente lo spazio e risulterà di più semplice lettura. Scegliendo di disattivare l’opzione, al contrario, sfrutteremo appieno la risoluzione elevata e tutto acquisterà un aspetto più ‘moderno’: purtuttavia, le schermate secondarie occuperanno solo il centro dello schermo, con conseguente probabile maggior difficoltà di utilizzo. Potremmo dire che disattivando il ridimensionamento dell’interfacciala Enhanced Edition di Baldur’s Gate II diventa del tutto simile alle versioni ‘moddate’ del vecchio gioco, con l’importante differenza che, al posto delle bande nere, le schermate secondarie avranno attorno a sé lo sfondo della schermata principale: una soluzione senza dubbio elegante e riuscita per chi preferisce lo sfruttamento intensivo di ogni singolo pixel.
Un’altra novità decisamente benvenuta è la scomparsa dei nuovi filmati: le sequenze che inframmezzano la storia narrata o che compaiono in determinati frangenti (come per esempio quando il gruppo si riposa) sono le stesse del gioco originale. Questo è senz’altro un bene se si tiene a mente lo scempio compiuto, da questo punto di vista, nella prima Enhanced Edition: i nuovi filmati, ingenui e dozzinali, apparivano estranei al contesto e financo eretici per i grandi ammiratori della saga.
Un terzo elemento inedito e sicuramente apprezzabile è piuttosto nascosto e siamo convinti che molti giocatori non si renderanno nemmeno conto della sua presenza: si tratta di un tasto che facilita il loot (cioè la raccolta del bottino) quando sono coinvolti più nemici. Si trova all’estremità sinistra della barra rapida sul fondo dello schermo: premendolo, comparirà una ulteriore barra che raggrupperà tutti gli oggetti che si trovano a terra entro una certa distanza dal personaggio principale. Con alcuni semplici clic potremo raccogliere ciò che ci interessa senza dover spostare per forza un personaggio sopra al cadavere di ciascun nemico. È una soluzione semplice e geniale per ridurre il fastidioso micromanagement che viziava la fase immediatamente successiva a ciascuno scontro nel gioco originale: stupisce che nessuno ci abbia pensato prima.
A proposito di micromanagement: il problema maggiore da questo punto di vista del vecchio Shadows of Amn era probabilmente il terribile pathfinding, ossia l’incapacità dei personaggi giocanti di ‘trovare la strada’ nei luoghi più intricati. Ebbene, il problema si ripresenta nella Enhanced Edition in tutta la sua gravità. Gli autori hanno dichiarato apertamente che il difetto è irrisolvibile: agendo su quella parte del codice, si danneggerebbero tutti gli eventi scriptati, rendendo impossibile completare la partita. Quindi occorre rassegnarsi alla dura realtà: i nostri avventurieri sono potenti e intelligentissimi eroi, ma nessun potentissimo mostro rappresenta per loro un ostacolo più grande di un semplice corridoio in cui camminare in fila indiana.
3. I nuovi contenuti
Come già la prima Enhanced Edition, anche questa aggiunge al già ricchissimo menu previsto dal gioco originale e dalla sua espansione alcuni nuovi contenuti. Anzitutto fanno il loro ritorno tre nuovi personaggi già visti nella riedizione precedente, più un quarto completamente inedito. In secondo luogo, torna l’avventura indipendente nota come The Black Pits, che giunge a questo punto al suo secondo capitolo. Ammettiamo di non aver testato a lungo quest’ultima nuova campagna, di cui a nostro avviso non si sentiva affatto il bisogno data la mastodontica mole di contenuti già presenti nel gioco base: dal poco che abbiamo visto, sembra una versione rifinita della sua incarnazione precedente, ovvero una serie di combattimenti progressivamente più difficoltosi tenuti assieme da una esile cornice narrativa.
Più interessanti risultano i nuovi personaggi, di cui parliamo più diffusamente nella tabella sottostante. Se il loro innesto nel primo Baldur’s Gate risultava discutibile, soprattutto a causa della loro loquacità, fuori posto rispetto al piglio taciturno di tutti gli eroi presenti nel gioco base, la loro presenza in Shadows of Amn è meno inconsistente, anzi risulta per certi versi talmente ben dissimulata da confondersi facilmente con il cast ‘normale’, soprattutto per chi non ha mai affrontato il gioco a suo tempo. Il motivo è presto detto: in Shadows of Amn tutti i personaggi sono ‘verbosi’, e anche se non hanno la quantità di doppiaggio prevista per i nuovi arrivi hanno comunque una quantità paragonabile di dialoghi a disposizione. Certo, la qualità delle nuove conversazioni non è sempre all’altezza, ma lo sforzo di partorire idee interessanti è sicuramente presente e va apprezzato. La comunità discute molto riguardo alla potenza eccessiva di alcuni personaggi, soprattutto di Hexxat: ma a nostro avviso non si tratta di qualcosa che possa rovinare il livello di sfida generale offerto dal gioco.
A proposito di questo: ci piace segnalare che alcuni dei tipici ‘trucchi’ ai limiti del cheat comunemente usati per superare i combattimenti più complicati nel vecchio Shadows of Amn sembrano non funzionare più in questa Enhanced Edition. Gli avversari più potenti, in particolare i draghi, sembrano molto più scaltri e intelligenti che in passato. All’inizio pensavamo si trattasse di cattivi ricordi, ma indagando online abbiamo avuto la conferma da più parti: al livello di difficoltà normale (che in realtà è quello “difficile”), la Enhanced Edition è leggermente più ostica del gioco base. La qual cosa non è necessariamente un difetto, purché si padroneggi a dovere il complicato regolamento che sorregge il gioco.
Excursus: i nuovi compagni di viaggio Attenzione: spoiler! Tre compagni (Dorn, Neera e Rasaad) fanno ritorno dopo essere già stati presenti nella prima Enhanced Edition, mentre Hexxat è completamente inedita. |
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Dorn Il-Khan è un mezzorco di classe blackguard, una sorta di versione malvagia del paladino. Lo troveremo fuori dal quartier generale dell’ordine cavalleresco del Radiant Heart, intento a tramare contro i paladini: le sue missioni personali sono caratterizzate da una brutalità assai maggiore rispetto a quanto visto nel primo capitolo, e faranno costantemente calare la reputazione del nostro party. La voce di Dorn è dell’attore statunitense Gord Marriott. |
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Neera è un mezzelfo appartenente alla classe di nome wild mage (mago selvaggio). Per ogni incantesimo lanciato, c’è il rischio che scatti un effetto casuale che può essere sia benevolo sia distruttivo, anche nei confronti del mago stesso. Troveremo Neera nel quartiere del ponte di Athkatla, di nuovo alle prese con i temibili Red Wizard di Thay, che sembrano volerla catturare per studiarla. La voce di Neera è dell’attrice statunitense Nicola Elbro. |
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Rasaad yn Bashir è un monaco umano proveniente da Calimport. Se la sua classe era un problema nella prima Enhanced Edition, quando ci si deve confrontare con i livelli più bassi, ora è un grande vantaggio, dato che i monaci di alto livello sono quasi invincibili. Troveremo Rasaad nella piazza di Trademeet, alle prese con una sorta di scisma all’interno del suo ordine religioso. La voce di Rasaad è del grande attore Mark Meer. |
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Hexxat è una ladra umana di allineamento neutrale malvagio. La incontreremo nella locanda Copper Coronet, nei bassifondi di Athkatla, alla ricerca di qualcuno che la aiuti a saccheggiare una tomba. La sua missione personale la porterà a trasformarsi in un potente vampiro: oltre ad acquistare varie abilità speciali, diventerà tecnicamente immortale, ma subirà danni ogni volta che verrà esposta alla luce solare. L’idea è interessante, anche se il modo in cui è sfruttata presta il fianco a varie critiche (senza contare che nella gestione di questo personaggio non mancano diversi problemi di natura squisitamente tecnica). |
4. Tradurre l’intraducibile
Approfittiamo di questa recensione per effettuare una riflessione di carattere generale su quello che secondo noi è il principale problema connesso a queste riedizioni di grandi capolavori del passato. Possiamo partire dalla seguente affermazione: pur essendo la Enhanced Edition di Baldur’s Gate II un prodotto senz’altro godibile, siamo decisamente recalcitranti nel darle un giudizio del tutto positivo. Il motivo principale dietro questo paradosso è, crediamo, il seguente: conosciamo troppo bene il gioco originale per poter non diciamo apprezzare ma anche solo *accettare* una simile riedizione. È una faccenda squisitamente soggettiva, che riguarda noi e forse chi, come noi, ha vissuto il momento dell’esplosione della passione per il GdR digitale proprio negli anni in cui usciva Shadows of Amn: eppure pensiamo sia interessante parlarne, a livello, appunto, di riflessione generale più che di vero e proprio giudizio.
Un esempio può aiutare a capire meglio la faccenda. A tutti sarà probabilmente capitato di avere per le mani, da bambini, un ‘adattamento’ di un libro: ovverosia un libro, magari celebre, riscritto in modo da essere facilmente comprensibile anche dai bambini. A noi capitò con I Promessi Sposi, per esempio, ma anche con un libro di Stefano Benni, adattato per purgarlo dalle parolacce. Non c’è nulla di male, ovviamente: una volta cresciuti, si sarà liberi di accedere al libro ‘vero’. Ebbene, la nostra impressione è che queste Enhanced Edition siano del tutto paragonabili a quegli ‘adattamenti’: solo che noi abbiamo già letto, a suo tempo, il libro ‘vero’. E non l’abbiamo letto una volta, ma piuttosto due o tre o anche quattro volte: lo sappiamo quasi a memoria, da quanto l’abbiamo apprezzato. Ora: queste riedizioni non sono una ‘riscrittura’ in senso stretto, ma solo in senso lato: i contenuti originali sono ancora tutti lì, pronti per essere utilizzati. Purtuttavia, la sensazione di trovarsi di fronte a un prodotto ‘apocrifo’, per noi, è fortissima. Un conto è l’applicazione di mod, che non fanno altro che adattare l’interfaccia originale alle nuove risoluzioni: un altro conto è avere una interfaccia nuova, pensata appositamente per le risoluzioni più elevate anche tramite l’innesto di artwork del tutto inediti. È come ascoltare una vecchia canzone con un arrangiamento anche solo leggerissimamente diverso: un vero fan si accorge subito che qualcosa non va e torna in men che non si dica alla canzone originale, quella amata a suo tempo.
Secondo il nostro modesto parere, queste riedizioni avrebbero più senso se fossimo di fronte a prodotti davvero *impossibili* da utilizzare oggigiorno. Ma la saga di Baldur’s Gate è da sempre al centro delle attenzioni di migliaia di appassionati, che l’hanno resa fruibile nei sistemi odierni da prima che Overhaul Games nascesse, e senza alcuna interfaccia ‘apocrifa’, oltre che senza (dio ce ne scampi) nuovi contenuti. O meglio: i nuovi contenuti prodotti dalla comunità ci sono, ma sono ‘innesti’ che non pretendono in alcun modo di prendere il posto del gioco originale.
Detto in termini ancora più semplici: il nostro problema con queste Enhanced Edition è squisitamente psicologico. Siamo troppo legati al ricordo del gioco originale per poter apprezzare quello che ci sembra quasi un ‘sacrilegio’. D’altro canto, siamo molto contenti che le nuove generazioni abbiano la possibilità di provare senza troppe complicazioni due giochi che hanno fatto la storia del nostro hobby: da questo punto di vista, Overhaul Games merita ogni plauso possibile.
5. Conclusioni
La Enhanced Edition di Baldur’s Gate II è sicuramente un prodotto migliore rispetto alla riedizione del primo capitolo, almeno se prendiamo in considerazione i due giochi al momento della loro uscita. Overhaul Games ha di certo fatto tesoro dell’esperienza precedente, quindi se non altro non abbiamo dovuto aspettare varie patch correttive prima di trovarci di fronte a un software perlomeno accettabile. D’altro canto, i contenuti del gioco originale sono di ottimo livello e tutt’ora considerati tra i massimi raggiungimenti nell’ambito del GdR digitale. Chi non ha mai avuto l’occasione di sperimentarli, può dunque trovare nella Enhanced Edition il pretesto per farlo, per giunta senza doversi preccoupare di un lungo e forse tedioso processo di modding.
D’altra parte, però, tutti coloro che conoscono a menadito Shadows of Amn perché hanno vissuto in prima persona, videoludicamente parlando, il momento della sua uscita, non troveranno molti stimoli nella riedizione di Overhaul. Dei nuovi contenuti non si sente alcuna stringente necessità, e le novità a livello di interfaccia possono essere agevolmente sostituite dai tanti mod usciti nel frattempo, che potrebbero avere anche il pregio, agli occhi dei nostalgici, di mantenere il tutto assai più fedele all’originale.
Tre pregi di Baldur’s Gate II: Enhanced Edition
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Tre difetti di Baldur’s Gate II: Enhanced Edition
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È Baldur’s Gate II!
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I nuovi contenuti, pur interessanti, sono ridondanti e ‘apocrifi’
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La nuova interfaccia è ricca di informazioni
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Tecnicamente non è ancora perfetto
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Il tasto per il loot semplificato è un’ottima idea
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Risultati molto simili si possono raggiungere ‘moddando’ il gioco originale
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