Verdant

Il team che ci ha portato Calico Cascadia ci riprova con un altro puzzle spaziale simpatico e accessibile, questa volta incentrato sul mondo delle piante d’appartamento.

I nostri video dedicati a Verdant su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica

1. Gioco di squadra
La tradizione vuole che sia stato il grande autore statunitense Alex Randolph a far partire l’abitudine di scrivere sulle scatole dei giochi da tavolo, in bella vista, il nome dell’autore. Chi ha una certa età ricorderà, infatti, che negli anni Ottanta e Novanta difficilmente i giochi da tavolo erano collegati a un nome: lo erano piuttosto a un ‘marchio’, in genere quello del produttore. Oggi gli appassionati danno una importanza grandissima alla figura dell’autore, molto più che a quella dell’editore: tanto che è consuetudine affermare di avere un proprio autore prediletto, e collezionare tutti i suoi giochi indipendentemente da chi li ha prodotti. Eppure a volte questo meccanismo viene per così dire ‘smontato’ dalle circostanze: può infatti succedere che una squadra di autori, radunata sotto una etichetta aziendale, raggiunga un tale livello di affiatamento da riuscire a dar vita, col suo lavoro a più mani, a prodotti dotati di una forte identità e quindi baciati da un grande successo. È il caso dei nomi che agiscono a nome del producer Flatout Games, con sede a Seattle: alcuni dei giochi leggeri e spensierati maggiormente apprezzati e premiati degli ultimi anni provengono proprio dalle mani di questa squadra, i nomi dei cui membri restano tuttora in gran parte sconosciuti anche al pubblico degli appassionati. Da questa etichetta arrivano titoli come Point SaladCalicoCascadia: e ora anche Verdant, interessante puzzle spaziale che raccoglie il testimone dai giochi precedenti degli stessi autori per cercare una nuova variazione sul tema, questa volta usando come ispirazione il mondo delle piante d’appartamento. Scopriamo un po’ più nel dettaglio di cosa si tratta.

2. Giocabilità generale
Verdant è un gioco di drafting tableau building. In fase di setup va costruito, al centro del tavolo, un display di carte pianta e di carte stanza: se ne pescano 4 dai due relativi mazzi e si creano due file sovrapposte, in alto le piante e in basso le stanze. Su ciascuna colonna, tra la carta pianta e la carta stanza, si dispone 1 segnalino di cartone, pescato dal relativo sacchetto. Nel proprio turno il giocatore deve prelevare dal display 1 carta e 1 segnalino, prendendoli dalla medesima colonna: è quindi possibile prelevare 1 carta pianta e il segnalino sottostante oppure 1 carta stanza e il segnalino soprastante. Il giocatore sistema la carta nel suo display personale, secondo uno schema 5×3, alternando piante e stanze: di fianco a una pianta può essere collocata solo una stanza, di fianco a una stanza solo una pianta.
Nel sistemare le carte, il giocatore deve fare attenzione principalmente a due fattori. Anzitutto, le stanze riportano su ciascun lato una condizione di illuminazione: luce forte, penombra, oscurità. Se su quel lato viene disposta una pianta che apprezza quel tipo di illuminazione, la pianta riceverà un verdancy token, ovvero un segnalino di legno a forma di fogliolina verde. In secondo luogo, ogni stanza ha un colore: è una buona idea cercare di collocare le piante appartenenti a una certa categoria, caratterizzata da un colore, di fianco a stanze dello stesso colore.
Il segnalino di cartone prelevato con la carta può appartenere a due diverse categorie: se è un item token, ovvero se rappresenta un oggetto o un animale, può essere collocato su una stanza, meglio se dello stesso colore; se invece è un nurture token, ovvero un attrezzo da giardinaggio o un fertilizzante, può essere scartato immediatamente per mettere verdancy token sopra a una o più piante a seconda del tipo di attrezzo. I giocatori possono tenere in una propria riserva personale 1 token per utilizzarlo in un momento successivo.
Sulla carta rimasta nella colonna da cui il giocatore ha prelevato l’altra carta va piazzato 1 green thumb token, ovvero un segnalino raffigurante un pollice verde. Quando i giocatori prendono una carta su cui ci sono dei pollici verdi, mettono questi ultimi nella loro riserva: i pollici verdi possono essere scartati per attivare azioni speciali, per esempio per rinnovare parte del display, per prendere un token presente in una colonna differente da quella da cui prelevano la carta o anche per aggiungere verdancy alle loro piante.
Quando una pianta ha raggiunto il suo valore massimo di verdancy, quella pianta è considerata ‘completata’: il giocatore può prelevare dalla riserva un vaso e piazzarcelo sopra per indicare il fatto che la pianta è completa. Alcuni vasi fanno ottenere punti vittoria aggiuntivi: chi completa per primo le sue piante ovviamente si prenderà i vasi di maggior valore.
Il gioco prosegue finché tutti i giocatori non hanno completato il proprio display. Il calcolo dei punti finale funziona così: le piante completate valgono la quantità di punti indicata su di esse; i verdancy token rimasti valgono mezzo punto ciascuno; le stanze danno 1 punto per ogni pianta dello stesso colore di fianco a esse, ma danno 2 punti per ogni pianta dello stesso colore se su di esse c’è un token anch’esso dello stesso colore; i vasi speciali danno i punti indicati su di essi; gli oggetti nelle stanze danno punti se sono diversi tra di loro; piante e stanze danno punti extra se sono di colori diversi. Chi ha più punti è il vincitore.
Il gioco prevede una modalità avanzata che aggiunge a ogni partita 3 obiettivi condivisi: uno legato alle piante, uno legato alle stanze e uno legato agli oggetti. Se si usano gli obiettivi vanno aggiunti al conteggio finale anche i punti a essi collegati.

3. Componentistica
Verdant è un gioco tutto sommato sobrio, che sta in una scatola di piccolo formato: nonostante questo, però, non si rinuncia ad alcune leziosità atte a rendere il prodotto piacevole da guardare e da maneggiare. Anzitutto le illustrazioni delle piante sono della celebre Beth Sobel, artista molto conosciuta e presente nel mondo dei giochi da tavolo (e non è un caso che il suo nome sia quello scritto più in grande sulla scatola). I segnalini atti a indicare la verdancy delle piante sono in legno e hanno forma di foglia: ce ne sono di piccoli e di grandi, questi ultimi di valore 3. Un bel sacchetto istoriato contiene i token di cartone da disporre nel display, come anche di cartone sono i “pollici verdi” e i vasi da piazzare sulle piante completate. Non ci sono plance e non se ne sente la mancanza: per i giocatori sarebbe anche stato difficile implementarle, visto che si deve decidere nel corso della partita in quale direzione si svilupperà il proprio tableau. Apprezziamo molto il fatto che sulle carte ci siano interessanti brani di flavor text riguardanti la pianta rappresentata: anche il regolamento dà informazioni aggiuntive, con tanto di infografica sulla provenienza delle piante presenti nel gioco. Due elementi ci fanno un po’ storcere il naso: anzitutto, i token sarebbero potuti essere tutti di legno, e ne avrebbe guadagnato anche la coerenza dell’insieme; in secondo luogo, la scelta di rappresentare i green thumb di colori diversi per ragioni di inclusione è, secondo noi, al contempo apprezzabile ma anche poco elegante dal punto di vista squisitamente estetico.

4. Conclusioni
Verdant è un buon gioco, che si colloca in una nicchia ben precisa, quella delle esperienze lievi, rilassanti e non troppo lunghe, perfette per un dopocena privo di velleità troppo ambiziose. I partecipanti costruiscono, in sostanziale autonomia, il proprio tableau, cercando di combinare al meglio le carte disponibili nel display e rassegnandosi spesso a opzioni molto lontane dall’ideale. I token combinati alle carte aggiungono una variabile ulteriore: far ‘crescere’ le piante con i nurture token è fondamentale per completare le piante più esigenti, ma d’altro canto piazzare i giusti oggetti nelle stanze può moltiplicare i punti che otterremo alla fine. L’unica interazione tra giocatori è il rubarsi le carte dal display: ma è un’eventualità che si verifica raramente, solo nei casi in cui più giocatori stanno perseguendo nello stesso momento la stessa strategia. Questo viene indicato da molti come un elemento negativo: soprattutto i fan dei giochi precedenti della stessa squadra di autori lamentano la mancanza di interazione rispetto, per esempio, a Cascadia, in cui i ‘dispetti’ sono assai più frequenti. Noi non vediamo questo necessariamente come un difetto: anzi, per certi versi le atmosfere evocate dal gioco si confanno maggiormente all’andamento rilassato delle partite e alla quasi assenza di competizione serrata. Certo, non bisogna aspettarsi troppo: ma è lo stesso formato del gioco, il suo aspetto esteriore immediato, a non creare aspettative poi destinate a essere tradite. Da parte nostra, poi, apprezziamo molto anche l’originalità del tema e la cura nel tratteggiarlo: come Wingspan, anche Verdant è una buona occasione per imparare qualcosa. E questa è, potremmo dire, la ciliegina sulla torta.

Tre pregi di Verdant Tre difetti di Verdant
È un gioco dalle meccaniche semplici e rilassanti. I token sarebbero potuti essere tutti di legno!
Il tema e il flavor text sulle carte sono davvero interessanti. Il testo sulle carte obiettivo è spesso fumoso e poco chiaro.
La durata è semplicemente perfetta. I “pollici” di colori diversi possono provocare confusione.

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