Timeline

Il semplicissimo gioco di genere trivia del designer francese Frédéric Henry è l’ospite perfetto per un dopocena in compagnia di gamer e non gamer.

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Esempio di gioco
Il nostro parere

1. Quante regole servono per fare un gioco?
Quando si leggono le recensioni e i commenti scritti dalla comunità di giocatori con oggetto un party game molto semplice, inevitabilmente prima o poi si leggerà: questo non è un vero gioco, quanto piuttosto un’attività, un passatempo. La domanda allora sorge spontanea: in che momento un sistema di regole diventa a tutti gli effetti un “gioco”? Si tratta, naturalmente, di un tema complesso, a cui sono stati dedicati interi libri: il caso di specie appena evocato, però, ci fa pensare non tanto alla volontà di mettere in atto una fine esegesi, quanto piuttosto all’inveterato elitismo di chi pretende di tracciare i confini del proprio hobby sulla base di quanto sia complicato, e quindi di riflesso ‘intelligente’, lo sforzo per accedervi. Noi invece pensiamo che eventuali insiemi vadano organizzati non certo sulla base della quantità di pagine del manuale, quanto piuttosto delle caratteristiche del genere di riferimento: un appassionato di eurogame molto complessi, per esempio, difficilmente troverà interessante un american altrettanto complesso. Ma attenzione: anche i generi vanno, per così dire, maneggiati con cautela. A volte un giocatore è talmente attirato da un certo tema da spingersi in tranquillità verso un genere poco frequentato. Senza contare che non sempre le etichette veicolano significati chiari e univoci. Un party game, per esempio, è solitamente un gioco molto semplice, adatto a gruppi numerosi e tendenzialmente ‘caciarone’, cioè progettato con l’intento di far ridere i partecipanti, spesso costringendoli ad azioni poco consone. Eppure esistono anche party game più ‘seriosi’: il caso dei cosiddetti trivia è emblematico, dato che possono tranquillamente attirare più i secchioni che non i festaioli. Noi siamo tendenzialmente allergici ai party game, ma una veloce partita a Timeline la facciamo sempre volentieri: scopriamo di cosa si tratta.

2. Giocabilità generale
In Timeline, i giocatori devono mettere determinati eventi nell’ordine cronologico corretto, costruendo sul tavolo una linea del tempo diversa per ogni partita. Il gioco ha innumerevoli incarnazioni, ciascuna con un tema differente: c’è quella dedicata alle scoperte, quella dedicata alle invenzioni, quella dedicata agli eventi storici e così via. Ciascuna consiste in un semplice mazzo di carte: su una faccia della carta ci sono il nome e la raffigurazione di una scoperta o di un’invenzione o di un evento, sulla faccia opposta ci sono le stesse cose ma in più anche la data.
A inizio partita si mescola il mazzo tenendo le date a faccia in giù e si danno 4 carte a ogni giocatore: ognuno tiene le proprie carte davanti a sé e non può girarle sul lato con la data. Per avere un punto di riferimento iniziale, si pesca un’ulteriore carta e la si gira sul lato con la data, sistemandola al centro del tavolo. Nel suo turno, il giocatore deve sistemare una delle sue carte nella posizione corretta della linea del tempo al centro del tavolo. Nel primo turno, questo significherà semplicemente posizionare la carta “prima” o “dopo” la carta di riferimento iniziale: ma la faccenda diventerà sempre più complicata man mano che verranno giocate altre carte. Dopo aver sistemato la sua carta nella posizione che ritiene corretta, anche tra 2 carte già presenti, il giocatore la gira e controlla se ha agito correttamente: in caso affermativo la carta rimane dov’è ad arricchire la linea del tempo, mentre in caso negativo viene scartata e il giocatore deve prelevare dal mazzo un’altra carta da mettere di fronte a sé.
Lo scopo è finire le carte prima di tutti gli altri: ma è necessario fare attenzione al fatto che tutti abbiano giocato lo stesso numero di turni. Se più giocatori finiscono le carte nello stesso turno, continueranno a giocare pescando una carta ciascuno: chi sbaglia viene eliminato e si prosegue finché non resta un unico vincitore.

3. Componenti
Timeline consiste, in ognuna delle sue incarnazioni, in un semplicissimo mazzo di carte di piccolo formato. La satinatura delle carte è piacevole al tatto e le illustrazioni, di Xavier Collette e Nicolas Fructus, sono piacevolmente evocative, e talvolta forniscono un aiuto non indifferente nel collocare cronologicamente gli eventi. Il gioco ha avuto una prima edizione a marchio Asterion caratterizzata da belle scatole di metallo; la nuova edizione, a marchio Asmodee, è più sobria e prevede semplici scatoline di plastica.

Excursus: strategie

In un gioco così semplice, non esistono ovviamente strategie ultra-elaborate. L’unica accortezza che si deve avere è cercare di piazzare anzitutto le carte più difficili, perché più il gioco prosegue più la linea del tempo diventa ricca e dettagliata. Se ci capita nella nostra mano un evento preistorico, siamo fortunati: sono le carte più semplici da piazzare vista la vaghezza della datazione.

4. Conclusioni
Timeline è un gioco semplicissimo, che si spiega in un minuto e che può essere giocato da tutti in qualunque situazione. Come tutti i giochi trivia, ha come unica barriera d’ingresso o elemento di sbilanciamento la possibilità che qualcuno dei partecipanti sia più ferrato sull’argomento: ma la natura di puro e semplice divertissement ha sempre la meglio sulla componente agonistica, tanto che molti indicano questo gioco come un ottimo modo per far partire la conversazione, magari con oggetto uno degli eventi evocati dalle carte (sulle cui datazioni, a onor del vero, si può talvolta opinare). L’elemento davvero deludente è l’esiguità dei mazzi: bastano un paio di partite per ‘percorrerli’ completamente, abbassando notevolmente la rigiocabilità, soprattutto sulla breve distanza. Va detto, però, che i differenti mazzi possono anche essere mischiati tra loro, rendendo il gioco più vario sia in quantità sia in argomenti: cosa che però si può fare solo comprando molte copie del gioco, che visto il contenuto non può certo essere definito economico. Nonostante questo, però, ci sentiamo comunque di consigliare la presenza di un Timeline in collezione: in più occasioni, ci ha ‘salvato’ una serata dal dopocena pigro e stentato.

Tre pregi di Timeline Tre difetti di Timeline
È semplicissimo e alla portata di tutti I mazzi sono troppo esigui
Può essere portato e giocato ovunque, anche al ristorante Alcune date sono discutibili
È ottimo come conversation starter Alcune carte sono molto più semplici di altre

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