Nel 2015 il duo Luciani & Tascini diede vita a un gioco di dice placement che è ancora oggi considerato un must da tutti o quasi i giocatori German. Scopriamo insieme pregi e difetti di The Voyages of Marco Polo.
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Esempio di gioco
Il nostro parere
1. La via italiana al gioco da tavolo
La cultura del boardgame in Italia è decisamente poco diffusa e viene di solito guardata con sospetto dai frequentatori dei generi di intrattenimento considerati ‘alti’; è una fattispecie paradossale, soprattutto se pensiamo che sono italiani alcuni tra gli autori di giochi più famosi e apprezzati in tutto il mondo. Nel macrogenere dei giochi cosiddetti American, cioè con massiccia presenza di alea e ambientazione forte, uno degli autori più apprezzati è il veneziano Francesco Nepitello; in quello dei giochi German, più strategici e astratti, possiamo dire senza timore di smentita che è italiana una delle ‘squadre’ più amate al mondo, quella a cui si deve anche il gioco oggetto di questa recensione. Stiamo parlando di Simone Luciani e Daniele Tascini: alle loro quattro mani si devono caposaldi come Tzolkin: The Mayan Calendar del 2012, Council of 4 del 2015 e il gioco oggetto di questa recensione, The Voyages of Marco Polo, che nel 2019 ha visto anche un seguito degli stessi autori, Marco Polo II: in the Service of the Khan. Ma la squadra prende spesso forme anche differenti: del solo Tascini è Teotihuacan: City of Gods del 2018; di Luciani con Flaminia Brasini e Virginio Gigli è Lorenzo il Magnifico del 2016; di Luciani con Tommaso Battista è Barrage del 2019; di Luciani con Nestore Mangone è Newton del 2018. Come sa chi frequenta questo hobby, questi sono tutti titoli di notevole richiamo, che hanno tenuto e tuttora tengono banco nelle discussioni tra appassionati. Questo gruppo di autori riesce a costruire giochi di notevole profondità pur tenendosi nell’ambito di sistemi di regole accessibili, ‘vestiti’ con ambientazioni curiose e stimolanti, anche se il più delle volte abbastanza slegate dalle meccaniche. The Voyages of Marco Polo, spesso chiamato semplicemente Marco Polo, è uno dei prodotti tuttora più apprezzati tra quelli citati: come si viaggia lungo la Via della Seta?
2. Giocabilità generale
The Voyages of Marco Polo è un gioco di dice placement: ciascun giocatore ha a disposizione 5 dadi del proprio colore, li lancia all’inizio di ciascun round e nel suo turno ne posiziona una certa quantità in un determinato spazio azione, eseguendo quest’ultima con un grado di ‘potenza’ che dipende dal valore indicato dal dado più basso tra quelli utilizzati. Se uno spazio azione è già occupato è possibile impilare i propri dadi sopra quelli già presenti, ma sarà necessario pagare una quantità di monete che dipende ancora una volta dal valore indicato dal dado più basso tra quelli utilizzati. Gli spazi azione sono tutti sul tabellone comune e sono organizzati nella parte bassa del medesimo; la parte alta è una mappa del mondo, con focus tra Europa e Asia, sulla quale sono disegnate rotte di viaggio intervallate da oasi e città. I giocatori vestono i panni di esploratori vissuti nel basso Medioevo: all’inizio della partita, a ciascun giocatore viene assegnato un personaggio, ciascuno dei quali ha abilità speciali molto potenti. L’asimmetria dà vita a situazioni di volta in volta diverse: in genere è necessario, per ottenere un buon risultato, sfruttare al massimo l’abilità speciale del proprio personaggio; rimandiamo all’apposito excursus per ulteriori dettagli.
Tra le azioni, una delle più importanti è naturalmente viaggiare: richiede 2 dadi e un pagamento in monete che dipende dalla quantità di ‘passi’ effettuati sulla mappa. I giocatori cominciano tutti (tranne Kublai Khan) da Venezia: se al termine di un viaggio la pedina si trova in una città, il giocatore può posizionarci una sua stazione commerciale, cioè una delle casette di legno che a inizio partita vengono disposte sulla plancia del giocatore. In genere l’obiettivo dei viaggi è cercare di raggiungere Pechino, dato che chi ci arriva per primo ottiene punti vittoria a fine gioco; ma vi possono essere anche obiettivi differenti, dovuti a vari fattori. Ad alcune città presenti lungo le rotte vengono assegnate, a inizio partita, carte con azioni speciali accessibili solo a chi ha una stazione commerciale in quella città; ad altre sono collegate rendite che scattano all’inizio di ogni round; infine, un giocatore potrebbe voler raggiungere una determinata città solo perché quest’ultima è uno dei suoi obiettivi segreti, indicati in una carta obiettivo ottenuta all’inizio del gioco.
Un altro elemento fondamentale di The voyages of Marco Polo è costituito dai contratti. Si tratta di tessere di cartone su ciascuna delle quali è indicato uno scambio tra risorse e punti vittoria, monete o altre ricompense; ciascun giocatore ottiene un contratto a inizio partita e può prenderne altri nel corso del gioco tramite un’azione apposita, che costa 1 dado. Le risorse necessarie per ‘risolvere’ i contratti si possono ottenere in vari modi, ma il principale è andare al mercato, rappresentato da una serie di spazi azione ciascuno collegato a una risorsa. Queste ultime sono pepe, stoffa e oro: per ottenere il primo serve 1 dado, per ottenere la seconda 2 dadi e per ottenere il terzo ben 3 dadi. Anche in questo caso la quantità ottenuta dipende dal valore del dado più basso tra quelli utilizzati. Un bene che tecnicamente non è una risorsa ma che è altrettanto se non più importante è costituito dai cammelli, necessari sia per risolvere molti contratti sia anche per viaggiare; anche i cammelli si ottengono principalmente visitando il mercato, tramite un’azione che costa 1 dado. Risolvere un contratto è un’azione secondaria: non richiede un dado e si può fare in ogni momento del proprio turno. A fine partita chi ha risolto più contratti ottiene 7 punti vittoria bonus.
Le altre due azioni sempre disponibili sul tabellone sono il cosiddetto favore del khan, che permette di ottenere una merce a scelta e due cammelli, e l’azione che permette di ottenere 5 monete. Oltre a queste azioni principali, però, sono disponibili anche diverse azioni secondarie: abbiamo appena citato la risoluzione di contratti, ma tra esse ci sono anche l’ottenimento di 3 monete spendendo 1 dado qualunque, la modifica o il rilancio di un dado spendendo cammelli nonché, sempre spendendo cammelli, l’ottenimento di 1 dado nero. Quest’ultima azione secondaria è particolarmente importante perché permette di effettuare azioni aggiuntive nel corso del round, e soprattutto di ripetere un’azione già effettuata: è infatti vietato impilare più dadi dello stesso colore, ma il dado nero è considerato di colore ‘neutro’ e può sempre essere impilato indipendentemente dal giocatore che lo controlla.
I giocatori si alternano nei turni finché non hanno terminato tutti i loro dadi, facendo scattare la fine del round: non è detto che tutti facciano lo stesso numero di azioni, e quindi di turni, dato che alcune azioni costano più dadi rispetto ad altre. A questo punto i giocatori recuperano i loro dadi, rimettono in riserva i dadi neri utilizzati, scartano i contratti sul tabellone e ne scoprono di nuovi. Può quindi cominciare un nuovo round: ognuno rilancia i suoi dadi ed ottiene eventuali rendite collegate alle città visitate, dopo di che si ricomincia dal giocatore che ha effettuato l’azione di viaggio per ultimo. Si prosegue per 5 round: alla fine del quinto round ai punti ottenuti durante la partita si sommano quelli assegnati al termine della medesima (per le carte obiettivo, per chi ha completato più contratti, per chi ha raggiunto per primo Pechino, per le monete e le risorse avanzate). Chi ha più punti è il vincitore.
Excursus: i personaggi
Nella scatola base di The voyages of Marco Polo sono disponibili otto diversi personaggi, ciascuno con una potente abilità speciale. Val la pena sottolineare che per questo gioco esistono due mini espansioni, intitolate The New Characters e The Secret Path of Marco Polo, nonché un’espansione ‘piena’, intitolata Agents of Venice: le espansioni introducono in totale dieci altri personaggi, ma qui ci limiteremo agli otto presenti nel gioco base. |
3. Componentistica
The voyages of Marco Polo fa sfoggio di componenti colorati e simpatici, al punto che la table presence potrebbe arrivare a dissimulare la forte componente strategica del titolo. Le illustrazioni si devono a Dennis Lohausen, artista molto apprezzato nel settore, autore degli artwork di giochi come Terra Mystica, A Feast for Odin, Fields of Arle. Gli elementi tridimensionali sono tutti in legno e sono realizzati con notevole cura: ogni giocatore ha pedine sagomate nel suo colore, ‘casette’ che rappresentano le stazioni commerciali e cinque bei dadi, molto soddisfacenti da maneggiare; le risorse (oro, stoffe, pepe e cammelli) sono altrettanto simpatiche. Forse un elemento discutibile è che i segnalini risorsa più grandi, che dovrebbero rappresentare 3 unità di quella risorsa, sono a stento riconoscibili rispetto ai segnalini ‘normali’. Un altro elemento criticabile è la scatola: mentre le plance di cartone sono molto rigide, la scatola è di cartoncino sottile e può facilmente deformarsi sotto il peso dei contenuti.
Excursus: strategie
In The voyages of Marco Polo le due vie principali per l’ottenimento di punti vittoria sono i viaggi e i contratti. Cercando di spostarsi il più possibile sulla mappa si punta al raggiungimento dei propri obiettivi segreti, ma anche allo sblocco di tante città con relativa azione o con relativa rendita collegata: la strategia da seguire da questo punto di vista dipende moltissimo dalla distribuzione delle carte città, effettuata casualmente all’inizio della partita. Come già scriviamo altrove, viaggiare è costoso e richiede la messa a punto di un buon motore di produzione di monete e cammelli: da questo punto di vista possono aiutare le rendite, quindi può essere una buona idea avere come priorità il raggiungimento delle città che possono garantirle quanto prima. Se si punta ai contratti, invece, ci si concentrerà sul mercato e sull’ottenimento di merci da convertire in punti vittoria. Qualche piccolo viaggio è comunque consigliabile, magari proprio per raggiungere le più vicine città che forniscono rendite. Una cosa da tenere sempre sott’occhio è la possibilità di viaggiare gratuitamente: esistono contratti che hanno come ricompensa un viaggio, c’è un’azione di ottenimento oro che ha come bonus un viaggio e a seconda della configurazione del tabellone possiamo trovare la possibilità di viaggiare gratis anche in giro per le città. Chi punta al viaggio dovrà presumibilmente adoperare più dadi neri rispetto agli avversari, così da poterli impilare sui dadi del suo colore e viaggiare più di una volta per round: questo è l’unico modo per riuscire a posizionare sul tabellone tutte le proprie stazioni commerciali. |
4. Conclusioni
The voyages of Marco Polo è, a molti anni dalla sua uscita, giocatissimo e amatissimo: nonostante da qualche mese sia disponibile il suo seguito, che può essere quasi visto come una sua nuova edizione vista la sovrapponibilità di tante meccaniche, questo gioco mantiene un suo cospicuo zoccolo duro di appassionati che lo ritengono senza dubbio alcuno il migliore della ‘serie’. Affronteremo meglio questo tema quando ci occuperemo di Marco Polo II: per il momento ci limitiamo ad affermare che The voyages of Marco Polo è un gioco imperdibile, soprattutto per i ‘germanisti’ che amano la strategia serrata nella quale ogni singola mossa conta e può decidere l’esito della partita. Quest’ultimo punto è importante: la natura e i gusti del giocatore sono quanto mai centrali nel delineare la valutazione per un titolo come quello in oggetto. Se appartenete a quell’ampio gruppo di giocatori che ama le tante variabili accompagnate a una quantità di tempo adeguato per sperimentarle, questo potrebbe non essere il gioco per voi: in The voyages of Marco Polo è necessario ottimizzare ogni mossa in funzione di una strategia chiara e precisa. Può capitare che la si debba cambiare o ‘aggiustare’ al volo, ma non è infrequente che l’aggiustamento si accompagni al crollo del ‘castello’ operativo. Questa caratteristica si accompagna inevitabilmente a un’altra: chi conosce molto bene il gioco può avere la meglio, con una certa facilità, contro dei ‘novellini’.
Un’altra (possibile) criticità di questo prodotto è più di carattere tematico. Per essere un gioco basato sull’esplorazione, e intitolato al più famoso esploratore della storia umana, The voyages of Marco Polo è stranamente ‘stretto’ in fatto di viaggi e di movimento. Spostarsi sulla mappa è un’attività faticosissima, in termini di mosse e di costi: tenendo conto che esistono altri modi per ottenere punti vittoria, in particolare i contratti, non è così strano che esca vincitore di una partita il giocatore che ha viaggiato di meno. Questo sembra un po’ in contraddizione con il tema e non manca di lasciar perplesso più di un fruitore: è significativo il fatto che aver facilitato i viaggi sia tra i fiori all’occhiello del secondo capitolo. Fatti tutti questi distinguo, tuttavia, ribadiamo il nostro plauso per l’opera di Luciani & Tascini: The voyages of Marco Polo resterà nella nostra collezione molto a lungo.
Tre pregi di The voyages of Marco Polo | Tre difetti di The Voyages of Marco Polo |
Serrato e, a suo modo, spietato | Fin troppo breve e stretto |
Setup estremamente variabile | Viaggiare è troppo difficile! |
Componentistica colorata e simpatica | I veterani possono facilmente avere la meglio sui novellini |
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