The City

Il celebre autore Tom Lehmann diede vita, nel lontano 2011, a un filler di tableau ed engine building, recentemente riproposto in una nuova edizione.

I nostri video dedicati a The City su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica

1. Rielaborazioni
Tra i giochi di carte basati sul principio dell’utilizzo multiplo delle medesime, un posto di rilievo è occupato da Race for the Galaxy, pubblicato per la prima volta nel 2007 e dovuto alla prolifica penna di Tom Lehmann. Nonostante la sua ormai veneranda età, il gioco staziona ancora nella top 100 di BoardGameGeek: segno che la comunità ancora oggi adora l’interessante combinazione di tableau building ed engine building in salsa fantascientifica offerta da quell’opera, peraltro arricchita nel frattempo da espansioni che aumentano ancora di più la varietà di opzioni disponibili. Quando una formula funziona così bene, è abbastanza consueto che si provi a rimaneggiarla, ripartendo dalla stessa idea di base per cercare di creare esperienze con la stessa salienza generale ma diverse concretizzazioni particolari. Il gioco di cui ci apprestiamo a parlare è proprio una versione più breve e più compatta di Race for the Galaxy: quasi un tentativo di rendere quest’ultimo un filler, più veloce e per certi versi anche più inoffensivo.

2. Giocabilità generale
The City ci mette nei panni di costruttori di città. Il gioco si svolge in un numero non predefinito di round: la partita termina immediatamente quando un giocatore arriva ad avere 50 o più punti vittoria. A inizio partita, ogni giocatore pesca 7 carte e ne tiene 5.
In ciascun round, i giocatori costruiscono 1 carta dalla propria mano. Scelgono la carta e la piazzano coperta davanti a sé. Quando tutti hanno scelto, le carte vengono rivelate. Ogni carta ha un costo, che va pagato in carte: per costruire una carta dal costo 3, devo scartare altre 3 carte dalla mia mano. Le carte vengono scartate coperte.
Quando tutte le carte sono state pagate, i giocatori ottengono la loro rendita di fine round, indicata sulle carte giocate in precedenza. Le rendite permettono di ottenere carte e punti vittoria: le carte vengono semplicemente pescate dal mazzo, mentre i punti vittoria sono token di cartone che vanno collezionati prelevandoli dall’apposita riserva.
Alcune carte hanno prerequisiti: per poter essere giocate, dobbiamo già avere altre carte nella nostra città. Altre hanno effetti particolari: per esempio ci permettono di costruire altre carte pagandole di meno. Talvolta le rendite sono variabili e dipendono dalla presenza di determinati simboli nella nostra città. A volte le rendite in punti vittoria sono negative: ovvero, ci sono carte che ci fanno perdere punti anziché farceli guadagnare. Ogni carta nella nostra città influenzerà le nostre rendite alla fine di ogni round, non solamente nel round in cui viene giocata.
Se un giocatore non vuole o non può giocare alcuna carta dalla sua mano, può effettuare l’azione survey: ovvero può pescare 5 carte dal mazzo e scartarne 4 dalla sua mano. Il gioco prevede che in questo caso il giocatore piazzi un apposito segnalino nel suo tableau, così da rendere possibile conteggiare in ogni momento il numero di round già eseguiti.
I giocatori possono avere in mano, a fine round, un massimo di 12 carte: se ne hanno di più devono scartarne fino a raggiungere quel numero.
Il gioco prosegue in questo modo finché un giocatore non raggiunge i 50 punti vittoria. A conclusione di quel round, chi ha più punti è il vincitore.

3. Componentistica
Nella sua primissima edizione, The City era un gioco essenziale, che includeva solo le carte e costringeva i giocatori ad annotare i punti vittoria su un foglio di carta. La nuova edizione, che vedete nelle immagini a corredo dell’articolo, include degli appositi token, ed è stata completamente rivista anche dal punto di vista delle illustrazioni, firmate dall’artista portoghese João Tereso, che ha caratterizzato la città come al contempo moderna ma dalle tinte fiabesche, conferite soprattutto dal gradiente pastello dei colori.

4. Conclusioni
The City è, in questa nuova versione, un filler davvero simpatico e divertente, molto trasportabile e facile da giocare anche quando si ha poco spazio a disposizione. La prima versione soffriva, oltre che di evidenti limiti di carattere produttivo, anche di problemi di bilanciamento e di scarsa interazione: quest’ultima resta una caratteristica del gioco anche in questa sua ultima incarnazione, ma è stata in qualche modo attenuata. Certo, non si deve chiedere a questo gioco ciò che non può dare: si tratta in fondo di un gioco veloce, in cui è quasi inevitabile che si verifichi l’effetto snowball, ovvero che un giocatore riesca, tramite una combo particolarmente fortunata, a essere in grado di accumulare punti molto rapidamente. La fortuna nella pesca delle carte ha un ruolo importante, solo in parte mitigata dalla nuova azione survey, che permette di ‘cercare’ la carta che ci serve ma al costo di un intero round di gioco. Secondo noi però la durata riesce a far perdonare queste imperfezioni. Forse il gioco dà il meglio di sé in pochi: se si gioca in tanti le carte ‘girano’ fin troppo velocemente, e dovremo rimescolare il mazzo più volte nel corso di una singola partita.

Tre pregi di The City Tre difetti di The City
È veloce e trasportabile. C’è molta alea nella pesca delle carte.
Creare combo dà grande soddisfazione. Le carte girano troppo velocemente.
I cenni di tematizzazione sono simpatici. L’effetto snowball può disturbare.

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