Nel 2018 Thundergryph Games ha prodotto un gioco di set collection tanto semplice e ‘puro’ quanto divertente e delizioso da maneggiare.
I nostri video dedicati a Spirits of the Forest su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica
1. Classico e moderno
Thundergryph Games è una casa di produzione di giochi da tavolo spagnola, con sede a Siviglia e con a capo Gonzalo Aguirre Bisi. Fondata piuttosto di recente, più precisamente nel 2016, ha all’attivo già parecchi titoli degni di nota, tra cui Tao Long (2017), Tang Garden (2018), Iwari (2019), Darwin’s Journey (2022, ancora in fase di realizzazione). I giochi di Thundergryph, che peraltro sono spesso di autori italiani (Francesco Testini, Simone Luciani, Nestore Mangone, Pierpaolo Paoletti), si caratterizzano per la produzione curatissima e sontuosa, solitamente improntata a uno stile vagamente liberty e con ampie concessioni all’orientalismo, anche quando quest’ultimo non è direttamente presente nel tema. Dal punto di vista delle meccaniche, i giochi sono quasi sempre molto solidi, che si tratti di divertissement leggeri o di pesi medi. Il gioco di cui ci apprestiamo a parlare appartiene senz’altro alla prima di queste due categorie: Spirits of the Forest è un set collection puro e semplice, quasi cristallino nella sua pervicace indisponibilità a ibridare la sua meccanica di base con istanze di altro tipo. Il suo autore, d’altro canto, ha una lunga esperienza in fatto di giochi leggeri e popolarissimi: Spirits of the Forest è infatti di Michael Schacht, designer tedesco responsabile, tra gli altri, di Coloretto e Scotland Yard (oltre che di Iwari, altro titolo Thundergryph). È molto interessante sperimentare la fusione tra l’approccio del designer duro e puro, concentrato nell’assoluto della regola semplice e perfettamente calibrata, e quello del producer, intento a ‘vestire’ l’intuizione dell’autore con un tema che inserisca agevolmente il gioco all’interno di una collana caratterizzata da un mood ricorrente. Scendiamo un po’ più nel dettaglio.
2. Giocabilità generale
Le foreste sono popolate da spiriti e poteri arcani: i giocatori cercano di attirare a sé la maggior parte di questi spiriti, e chi ci riuscirà sarà il vincitore. Concretamente, una partita a Spirits of the Forest si sviluppa come un set collection organizzato su 12 diversi ‘semi’, ciascuno dei quali viene calcolato separatamente. La “Foresta” è un display di 48 tessere, disposte scoperte sul tavolo secondo uno schema 12×4: ogni tessera rappresenta uno dei 9 spiriti, che può comparire 1 o 2 volte su una singola tessera, ed eventualmente una delle 3 power source. Queste ultime sono fire, moon e sun, mentre i 9 spiriti sono branches, dew drops, flowers, fruits, leaves, moss, mushrooms, web spiders, vines.
Nel proprio turno, il giocatore può prelevare 1 o 2 tessere dallo schema, seguendo determinate regole. Anzitutto, è possibile prelevare solo tessere collocate ai bordi della foresta, cioè alle estremità di ciascuna delle righe dello schema: ovviamente, man mano che si prelevano tessere altre diventano disponibili. In secondo luogo, è possibile prelevare 1 tessera con 2 simboli spirito, oppure 2 tessere con 1 stesso simbolo spirito su ciascuna. Gli spiriti sono collegati ciascuno a un colore: quindi si può anche dire che è possibile prelevare una tessera che vale 2 oppure 2 tessere dello stesso colore che valgono 1 ciascuna. A inizio partita su alcune tessere predeterminate vengono collocati coperti dei favor token: chi preleva la tessera con sopra un favor token preleva anche quest’ultimo e può controllare cosa mostra, tenendolo però segreto agli altri giocatori. I favor token rappresentano spiriti o power source, e permettono di aumentare il proprio conteggio del relativo set a fine partita.
Dopo aver prelevato 1 o 2 tessere, il giocatore di turno può scegliere di collocare una delle sue stone su una tessera ancora presente nella foresta. Ogni giocatore inizia con 3 stone, che servono in un certo senso per ‘prenotare’ tessere che si vogliono prelevare in futuro. Se si preleva una tessera con sopra una propria stone, la si recupera per usarla nuovamente in seguito; se si vuole fortissimamente prelevare una tessera con sopra la stone di un altro giocatore lo si può fare, ma solo eliminando completamente dal gioco una delle proprie stone.
Il gioco prosegue fino a che non viene prelevata l’ultima tessera dalla foresta. A quel punto si calcolano i punti. Per ogni spirito e per ogni power source si conteggia chi ha la maggioranza: quel giocatore prende un numero di punti pari al numero di spiriti o power source di quel tipo in suo possesso, mentre gli altri giocatori non ottengono alcun punto. Se un giocatore però non ha nessuno spirito o nessuna power source di quel tipo, allora prenderà una penalità di 3 punti. In caso di parità, tutti i giocatori in pareggio ottengono i punti. Questi ultimi vengono tutti sommati, e chi ne ha di più è il vincitore.
3. Componentistica
Di Spirits of the Forest esistono due diverse versioni: quella ‘normale’ ha semplici tessere di cartone, quella deluxe ha tessere di legno, molto piacevoli da maneggiare. In realtà entrambe le edizioni sono molto curate dal punto di vista dei materiali e dell’estetica: le illustrazioni, di Natalie Dombois, sono molto evanescenti ed evocative, e richiamano subito alla mente un mondo fatato di spiriti ed energie primordiali. Certo, il tratto fantasioso e la gamma di colori scelta, acquerellata e virata verso secondari e terziari, possono rendere difficoltoso l’inquadramento delle simbologie e un po’ offuscata la chiarezza del colpo d’occhio: saranno necessarie alcune partite per prendere la mano con le identità di questi spiriti. Un plauso merita anche la confezione, che nel caso dell’edizione deluxe è dotata di insert personalizzato e chiusura magnetica laterale: purtroppo il formato è un po’ strano, lungo e stretto, e questo potrebbe rendere difficoltoso riporla nello scaffale assieme alle altre scatole ‘normali’.
4. Conclusioni
Ci è capitato spesso di parlare di quanto l’iperproduzione di certi titoli possa paradossalmente danneggiarli, creando aspettative poi disattese. Spirits of the Forest corre un po’ questo rischio, soprattutto se si considera la lussuosa edizione deluxe, fin troppo ingombrante e ipertrofica per quello che alla fine è un semplicissimo gioco di set collection. Mai come in questo caso tutto dipende dal desiderio e dall’umore del consumatore finale: se l’idea di avere un gioco estremamente veloce e con due semplici regolette in una versione curatissima e con un costo adeguato alla cura vi ispira, allora questo gioco è una scelta perfetta. Le meccaniche sono a prova di bomba proprio per la loro estrema ‘purezza’, e questo secondo noi è un grosso punto a favore del gioco: in troppe occasioni ci è capitato di aver sperimentato filler che tentano la rischiosissima operazione di concentrare in un tempo brevissimo tante istanze diverse, nel tentativo di creare un filler “completo” ma col risultato di dar vita a un gioco confuso e irrisolto, che non riesce a ‘dispiegare’ adeguatamente nessuna delle sue meccaniche. Spirits of the Forest fa una cosa sola, ma la fa bene, veicolando una formula dalla rigiocabilità praticamente infinita, anche senza tener conto delle espansioni (alcune presenti nella deluxe e altre pubblicate a parte con il titolo Moonlight). Certo, è una formula ultra-basica, che non soddisferà certo un gamer incallito sempre alla ricerca di nuove sfide: ma che regalerà, d’altro canto, ore di divertimento a chi è costretto a infilare le sue sessioni di gioco tra i mille impegni della vita.
Tre pregi di Spirits of the Forest | Tre difetti di Spirits of the Forest |
Si concentra su un’unica meccanica, e la ‘svolge’ con perizia | Non può ambire a essere nient’altro che un filler leggero |
Pur essendo semplicissimo è molto rigiocabile | È fin iperprodotto per quel che è |
Componentistica e disegni sono al top | Il formato particolare della scatola può rendere difficoltosa la sua messa a scaffale |