Rolling Realms

Il gioco print-and-play creato da Jamey Stegmaier durante il lockdown ha finalmente una sua ‘vera’ edizione fisica

I nostri video dedicati a Rolling Realms su YouTube:
Esempio di gioco
Il nostro parere

1. Incontri
Si può criticare molto del lavoro come designer di Jamey Stegmaier, il ‘patron’ di Stonemaier Games: alcune sue creazioni sono amatissime, ma altre sono parecchio divisive e scatenano dibattiti anche infuocati tra gli appassionati. Però c’è un aspetto in cui Jamey è davvero maestro: nessuno come lui sa creare attesa, o come si dice spesso hype, per un prodotto. L’abilità del nostro in quest’ambito si esplicita in molti modi: attraverso le sue presentazioni live su Facebook e YouTube, attraverso le anticipazioni progressivamente svelate dei giochi in fase di produzione, attraverso accordi particolari con i divulgatori, e in generale per il tramite dell’accorta e attenta gestione della community dei follower. È un caso unico, tanto per fare un esempio, il fatto che esista un programma di supporto a Stonemaier, il programma Champion, che prevede la sottoscrizione di una quota annuale in cambio di rivelazioni anticipate e piccoli sconti per i prodotti: centinaia di persone l’hanno sottoscritto non tanto per questi ultimi, quanto per la semplice volontà di sostenere i contenuti social di Stegmaier, spesso incentrati non tanto e non solo sul game design ma anche sulla promozione, sulla motivazione, sulla crescita personale. La fattispecie di cui ci apprestiamo a parlare è emblematica. Durante il primo lockdown causato dal COVID19 Stegmaier si attivò fin da subito per sostenere in qualche modo i suoi follower: ad alcuni, particolarmente provati, fece addirittura delle donazioni; a tutti regalò un suo gioco, facilmente realizzabile in casa, secondo le modalità cosiddette print-and-play, e giocabile a distanza, tramite Zoom o altre piattaforme di condivisione digitale. Già queste sono ottime idee: ma il colpo di genio è un altro. Questo gioco è ‘ambientato’ all’interno di tutte le produzioni di Stonemaier Games: il gioco è infatti composto da moduli, i Realms del titolo, che vanno combinati casualmente in ogni partita, e ciascuno dei quali è ispirato a un gioco Stonemaier. Il regalo alla community, in altri termini, è in realtà una calibratissima ed elegantissima mossa di marketing: regalo a tutti un gioco, tramite il quale, però, pubblicizzo tutti i miei prodotti. Rolling Realms è ovviamente limitato nei componenti e nello scopo: ma il suo spessore strategico, il suo essere gioco ‘vero’ e non semplice divertissement, sono chiari ed evidenti. Scopriamo un po’ meglio di cosa si tratta.

2. Giocabilità generale
Rolling Realms è un gioco di roll and write: all’inizio di ogni turno, un giocatore lancia i 2 dadi da 6 facce e tutti i partecipanti cercano di usare i due risultati nel miglior modo possibile nei 3 ‘reami’ utilizzati durante quel round. Una partita consiste in 3 round, ciascuno di 9 turni, e durante ogni round si usano, per l’appunto, 3 diversi reami tra gli 11 disponibili. I reami sono carte plastificate su cui si può scrivere con un pennarello cancellabile: oltre che con essi, il giocatore interagirà, in ogni turno, con una sua carta riassuntiva, dove annoterà i risultati dei dadi e i punti accumulati, nonché con una carta risorse, dove segnerà le risorse ottenute. Oltre che far ottenere punti, infatti, le mosse possono far ottenere 3 risorse differenti: zucche, cuori o monete. Le zucche permettono di manipolare i risultati dei dadi; i cuori e le monete permettono di creare dadi ‘virtuali’ per eseguire mosse aggiuntive. Una regola molto importante è che ogni dado va usato in un reame differente: se si crea un dado virtuale, dunque, esso andrà utilizzato nel reame in cui non sono stati adoperati i dadi ‘veri’.
Vediamo brevemente come funzionano i diversi reami. Between Two Castles richiede di completare due schemi inserendo numeri dal basso verso l’alto, dal più grande al più piccolo; le colonne completate danno risorse, le righe completate danno punti. Between Two Cities richiede di sistemare i numeri dentro uno schema senza mai mettere due numeri uguali vicini; le colonne e le righe completate danno risorse, mentre i punti dipendono da quanto si è fatto negli altri due reami. Charterstone permette di ottenere risorse inserendo numeri nella riga superiore; nella riga inferiore si devono indicare i valori dei dadi non utilizzati, marcando i quali, in un turno successivo, è possibile ottenere punti. Euphoria richiede di marcare i dadi presenti in 2 schemi separati, cercando di ottenere le giuste somme che permettano di ottenere punti. My Little Scythe permette di ottenere risorse marcando i valori dei dadi in 2 schemi separati, e fa ottenere punti sulla base della quantità di risorse ottenute in quel round. Pendulum permette di spendere dadi per cerchiare punti e risorse, senza ottenerli, oppure per riempire clessidre che una volta completate permettono di ottenere tutti i punti e le risorse cerchiate in precedenza. The Society (che sta per il gioco Red Rising, il cui titolo non poteva essere utilizzato per ragioni di copyright) richiede di completare uno schema piramidale e fa ottenere punti sulla base dei sotto-schemi completati al suo interno. Scythe permette di ottenere risorse spendendo dadi nella riga superiore e punti spendendo dadi nella riga inferiore; è anche possibile però ottenere punti con un’unica mossa spendendo risorse per marcare subito anche la riga inferiore. Tapestry richiede di completare uno schema di righe e colonne usando i dadi come polimini e facendo ottenere punti sulla base degli spazi completati. Viticulture richiede di completare ordini di vino spendendo dadi o accumulandoli in vista di un completamento in un turno successivo. Wingspan richiede di completare righe con valori qualunque ma dà punti aggiuntivi se la somma dei punti corrisponde al valore indicato.
Alla fine di ogni round ogni giocatore somma i suoi punti; le risorse non spese valgono ciascuna 0.1 punto. Alla fine del terzo round si sommano tutti i punti e chi ne ha di più è il vincitore.

3. Componentistica
Esistono due modalità per approcciare il roll and write e i giochi di categorie simili: i pennarelli cancellabili o i blocchi di fogli. Tecnicamente il primo approccio è più ‘infinito’ del secondo: noi però preferiamo di gran lunga l’uso dei fogli e delle penne ‘normali’, perché i pennarelli cancellabili hanno punte molto grosse, sono difficili da controllare , causano molti pasticci e quando vengono cancellati danno vita a materiale di scarto che rischia di sporcare il tavolo. A prescindere da questo, peraltro, Rolling Realms ha una produzione modesta e criticabile: le carte sono grandi ma non abbastanza per scrivere tutto ciò che è necessario al loro interno, la direzione artistica è incerta e dimessa, pennarelli e pezzette per la pulizia sono anonimi e ‘generici’, e tutto ha un’aria irrimediabilmente cheap. Solo i due dadi, grandi e pesanti, danno l’impressione di appartenere a un gioco fatto e finito e non a una specie di prototipo. Non sappiamo se questo sia la conseguenza della volontà di rendere il gioco non troppo costoso: ci spiace però constatare che dal punto di vista della creatività e della pulizia del design estetico i prodotti Stonemaier stanno progressivamente decadendo, ed è un vero peccato per una casa che così tanto in passato aveva puntato sull’eleganza e sulla bellezza delle proprie creazioni.

Excursus: strategie

Ogni round di Rolling Realms è una sorta di puzzle, durante il quale bisogna trovare il modo più ingegnoso e fruttuoso per adoperare i risultati dei dadi. Le mosse vanno calibrate sulla base di molte variabili, ma soprattutto sulla base dei reami che abbiamo davanti. Alcuni tra essi premiano la preparazione strategica, altri ricordano le meccaniche dei push your luck, altri ancora danno ricompense immediate. Spesso a fare la differenza è l’utilizzo accorto delle risorse accumulate: le zucche sono preziosissime perché permettono di manipolare i risultati dei dadi e anche di adoperarli più volte nello stesso reame; cuori e monete permettono la creazione di dadi virtuali così da attivare tutti i reami durante un turno. Quest’ultima possibilità andrebbe sfruttata il più possibile, soprattutto durante le ultime fasi del round, quando diventa ancora più importante trasformare ogni dado in punti.

4. Conclusioni
Rolling Realms è più difficile da spiegare che da giocare: probabilmente la rapida disamina che abbiamo fatto non fa emergere come dovrebbe la grande creatività del design a livello di meccaniche e di variabilità di opzioni. Certo, va anche detto che il gioco è tuttora facilmente reperibile online: chiunque può stamparselo e giocarselo senza effettuare alcun acquisto, dato che oltre a fogli e penne l’unica cosa necessaria è un paio di normalissimi dadi a 6 facce. Questa edizione ‘ufficiale’ probabilmente farà conoscere il gioco a tutti gli appassionati che non seguono assiduamente il suo autore, quindi la sua pubblicazione è senza dubbio una buona cosa. Dispiace che non sia stata maggiormente curata a livello estetico e produttivo: se non altro stiamo parlando di un prodotto abbastanza economico, alla portata di tutte le tasche. Una critica diffusa è che se ci fosse stata una ambientazione ‘normale’ probabilmente il gioco avrebbe acquisito coesione e razionalità, risultando alla fine più appetibile per il pubblico generalista: ma secondo noi aver concepito questo prodotto come un veicolo di marketing per i ‘veri’ giochi Stonemaier è il vero tocco di genio di tutta l’operazione. Ovviamente chi non frequenta i giochi citati sarà meno motivato: ma le meccaniche bastano e avanzano per soddisfare anche i gamer più esigenti, sempre tenendo conto della natura particolare del gioco, nato pur sempre come compagnia virtuale per il brutto periodo del lockdown.

Tre pregi di Rolling Realms Tre difetti di Rolling Realms
Le meccaniche sono ispirate e simpatiche Il sistema a base di pennarelli cancellabili e pezzette è insopportabile
I collegamenti con gli altri giochi Stonemaier sono geniali Il design grafico è veramente povero e sgraziato
I dadi giganti danno molta soddisfazione! Le carte sono troppo piccole per quel che bisogna farci dentro

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