A sorpresa, Starling Games ha realizzato una versione per giovanissimi del suo capolavoro ambientato nel bosco magico degli animaletti antropomorfi.
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Esempio di gioco
Analisi critica
1. Distillati
Quando un gioco da tavolo ha grande successo, è consuetudine realizzare per esso espansioni e spin-off. Molto meno comune, almeno per il momento, è la nascita di versioni per giocatori giovanissimi o inesperti: ci vengono in mente Scythe, Agricola e pochi altri. Ora a questa ‘modesta’ lista si aggiunge un nome di grande prestigio: My Lil’ Everdell è il distillato del suo fratello maggiore, un capolavoro assoluto del gioco da tavolo contemporaneo, esempio di equilibrio perfetto tra giocabilità profonda e calibrata e produzione irresistibilmente sontuosa. Questa nuova incarnazione dell’opera di James Wilson arriva senza alcun tipo di annuncio preparatorio e senza passare per Kickstarter: per il momento My Lil’ Everdell è commercializzato solo negli Stati Uniti, ma possiamo stare certi che prima o poi arriverà anche in Europa. Il gioco trattiene le due componenti fondamentali della sua ispirazione, il piazzamento lavoratori e il tableau building, alla ricerca di una essenzialità che si traduce sia in meccaniche più semplici sia anche in una durata molto contenuta, quasi da filler. Scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
2. Giocabilità generale
My Lil’ Everdell ci mette nei panni del leader di un gruppo di bambini intenti a giocare a imitare gli adulti. In ciascuno dei 4 round in cui si svolge una partita dovremo usare i nostri “amici”, ovvero i nostri 3 lavoratori, per prelevare risorse, con le quali ‘costruire’ edifici e animaletti, nel tentativo di accumulare più punti vittoria dei nostri avversari.
Nel proprio turno, il giocatore deve piazzare 1 dei suoi lavoratori in uno spazio azione e risolverne l’effetto. Sono sempre disponibili, e sempre ‘aperti’ anche se già occupati, gli spazi in cui prelevare 1 delle 3 risorse disponibili: legno, resina o bacche. Vi sono poi degli spazi speciali collegati ai dadi. All’inizio di ogni round infatti si lancia 1 dado per ogni giocatore: i dadi mostrano, su ciascuna delle facce, combinazioni diverse di 2 risorse o di 1 risorsa e 1 punto vittoria. Gli spazi collegati ai dadi però possono ospitare solamente 1 lavoratore. A seconda delle carte già giocate in precedenza, i giocatori potrebbero anche avere a disposizione spazi azione ‘privati’, rappresentati sulle carte e utilizzabili solo dal giocatore che le possiede nel suo tableau.
Dopo aver piazzato il suo lavoratore e prelevato le relative risorse, il giocatore di turno può, se vuole e se ne ha la possibilità, giocare 1 carta dal display pubblico di 8 carte. A differenza che nel ‘vero’ Everdell, non esistono carte in mano: le carte si giocano solo dal display. Le carte rientrano nelle 5 diverse categorie già viste nel gioco originale: le carte verdi ‘producono’, appena giocate e anche in seguito, una o più risorse; le carte blu danno abilità che restano attive per tutta la partita; le carte grigie hanno un effetto immediato che scatta quando vengono giocate; le carte rosse diventano nuovi spazi azione; le carte viola danno punti a fine partita in base a determinate condizioni. Quando viene giocata una carta se ne scopre una nuova per ripristinare il display.
Dopo aver eventualmente giocato 1 carta, il giocatore di turno può effettuare una terza azione opzionale: può prelevare una delle parade, ovvero delle tessere obiettivo. Queste corrispondono agli eventi del gioco originale: un obiettivo richiede di avere nel proprio tableau 5 edifici; un altro richiede 5 animaletti; il terzo richiede di avere 1 carta per tipo; il quarto richiede di avere 3 carte dello stesso tipo.
Il round prosegue finché i giocatori non esauriscono i loro lavoratori, ovvero per 3 turni ciascuno. A quel punto scatta la fase di fine round: le carte verdi ‘producono’ le risorse, i dadi vengono rilanciati e il segnalino primo giocatore viene scambiato di mano.
Il gioco prosegue in questo modo per 4 round, poi si procede al calcolo dei punti. Le risorse rimaste nelle riserve dei giocatori vengono convertite in punti: 2 risorse valgono 1 punto. Poi si ottengono i punti per le carte viola e infine si sommano i punti dati dalle carte e i punti dati dalle parade. Chi ha più punti è il vincitore.
3. Componentistica
My Lil’ Everdell è ‘puccioso’ e irresistibile come il suo fratello maggiore, ma non tenta nemmeno di essere al suo livello dal punto di vista dell’esuberanza dei componenti: il che non è necessariamente un male, anzi è una decisione perfettamente comprensibile, atta a rendere il gioco più semplicemente intavolabile e a farlo stare in una scatola molto sottile e poco ingombrante. A garantire la continuità con l’originale sono le straordinarie illustrazioni di Andrew Bosley, tutte inedite e piene di riferimenti, espliciti o velati, al mondo degli ‘adulti’ rappresentato nel ‘vero’ Everdell: i fan di quest’ultimo si divertiranno moltissimo nello scoprire le nuove versioni ‘infantili’ di edifici e animaletti ormai familiari. Gli elementi tridimensionali sono mutuati invece dal gioco originale senza alcuna modifica, ma non è comunque qualcosa che disturbi: le risorse sono esattamente le stesse (mancano però i sassolini) e anche i meeple di legno sagomato sono già visti (si tratta dei topolini bianchi, delle volpi arancioni, delle farfalle blu e delle lucertole verdi). È apprezzabile il fatto che il gioco includa delle scatoline di cartone da costruire a partire dalle fustelle, perfette per tenere in ordine le risorse sul tavolo. Criticabile invece è il fatto che la scatola non preveda alcun tipo di insert, nemmeno di cartoncino leggero: al suo interno dunque ci sarà sempre un po’ di confusione.
4. Conclusioni
My Lil’ Everdell è un gioco che può essere apprezzato pienamente, com’è prevedibile, solo da chi ama il fratello maggiore a cui è ispirato. Questo non vuol dire che non abbia la forza per camminare sulle sue gambe: siamo di fronte a un gioco di piazzamento lavoratori e di tableau building con ottimo equilibrio, regole chiare e solide, e una ‘serietà’ quasi scolastica nello squadernarle sul tavolo. Ma si tratta anche di un gioco molto semplice, con meccaniche prive di guizzi particolarmente creativi e anche piuttosto ripetitivo nelle sue dinamiche concrete. A renderlo speciale e per molti quasi irrinunciabile è il suo essere parte del mondo di Everdell: chi ama il suo ‘papà’ vorrà questo gioco non solo per completismo e non solo per proporlo ai più giovani ma anche per avere una versione breve e compatta del suo gioco prediletto, o anche solo per avere uno sguardo diverso di quel mondo, per mettersi nei panni dei bambini non solo in quanto giocatori ma anche in quanto abitanti del bosco magico. Se concepiamo il prodotto in questo modo, abbiamo ben poco di cui lamentarci: forse la mancanza più grave è aver espunto completamente le combo tra carte, che sono una parte importante del gameplay originale. E forse, come abbiamo già accennato, si potrebbe criticare la scarsa variabilità del gioco, che si sarebbe potuta facilmente evitare anche solo prevedendo tante parade diverse, da selezionare casualmente a inizio partita. Ma siamo convinti che l’acquirente perfetto per un gioco come questo sia colui che è già nel tunnel di Everdell, che vuole tutto e che troverà in quest’altra incarnazione del gioco ore e ore di divertimento leggero e spensierato.
Tre pregi di My Lil’ Everdell | Tre difetti di My Lil’ Everdell |
È un altro gioco ambientato nel bosco magico! | Non esistono combo tra carte. |
Il tema e le illustrazioni sono irresistibili. | Le partite hanno scarsa variabilità. |
Un Everdell in versione filler è il sogno proibito di tanti appassionati. | La scatola non prevede alcun insert. |