Murano: Light Masters

L’affollato sottogenere degli astratti leggeri a tema ‘artigiano’ si arricchisce di un nuovo prestigioso esponente.

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Esempio di gioco
Analisi critica

1. Venezia, Murano & co.
Da sempre Venezia, città unica al mondo per la sua posizione e la sua storia, ispira opere dell’ingegno di ogni tipo: i giochi da tavolo non fanno eccezione, complice anche la ricca scuola di autori locali, generatisi più o meno direttamente dal maestro Alex Randolph. Dal suo celebre Inkognito del 1988 (con Leo Colovini) passando per Venetia del 2013 (di Nepitello & Maggi) e per Rialto sempre del 2013 (di Stefan Feld), fino a Venice del 2021 (di Novac e Turczi), giusto per citare alcuni titoli, la città lagunare ha fatto da sfondo a ore e ore di divertimento da parte di appassionati, in ambientazioni evocate con più o meno perizia. Ma anche i satelliti di Venezia hanno ispirato tantissimi giochi da tavolo: da Murano del 2014 (di Inka e Markus Brand), a Burano del 2015 (di Yu-chen Tseng) fino a Walking in Burano del 2018 (di Wei-Ming Lin), ci siamo aggirati per le più famose isole della Laguna alla ricerca di vetri preziosi e di casette colorate, in atmosfere piacevoli e rilassate, combinate talvolta con meccaniche, al contrario, dure e spietate. Ebbene, la casa di produzione Matagot ci fa ora tornare nell’isola del vetro con Murano: Light Masters, portato in Italia da Asmodee col titolo di Murano: Maestri della Luce. Questo gioco, dell’ormai celebre Francesco Testini e dell’esordiente Carlo Camarotto, ci mette nei panni di creatori di vetro artistico, per il tramite di una meccanica squisitamente astratta, basata sulla raccolta di risorse e sulla conversione di queste in monete, ovvero in punti vittoria. L’eleganza delle componenti e della direzione artistica si unisce a una giocabilità particolare, che richiede un po’ di sforzo per essere ‘capita’ fino in fondo. Scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

2. Giocabilità generale
Murano: Light Masters richiede ai giocatori di completare creazioni, ovvero carte che raffigurano oggetti d’arte in vetro quali statue, vasi o elementi decorativi. A inizio partita ogni giocatore riceve 5 di queste carte (6 se si gioca in 2) e può guardarle liberamente, ma non può cambiare l’ordine in cui si trovano nella sua mano.
Nel proprio turno, il giocatore deve eseguire 2 azioni obbligatorie e può eseguire varie azioni opzionali.
La prima azione obbligatoria è chiamata raccogliere: il giocatore ruota di uno spicchio l’anello al centro della plancia e preleva dalla riserva i 2 frammenti di vetro indicati dalla freccia. La plancia, che va costruita all’interno della scatola stessa del gioco, è infatti una ruota con al centro un anello di plastica con una freccia e attorno due anelli di cartone, il primo fisso e il secondo mobile. I frammenti di vetro sono di quattro colori (blu, rosso, giallo e verde) ma c’è anche un frammento trasparente che funge da jolly e che può essere usato al posto di qualunque altro. I frammenti prelevati vanno collocati nel banco di lavoro del giocatore, ovvero una plancetta con 8 slot: in ogni momento, infatti, il giocatore può avere un massimo di 8 frammenti nella sua riserva.
La seconda azione obbligatoria è chiamata negoziare e assume forme di volta in volta diverse. Il giocatore può infatti scegliere se scambiareacquistare vendere. Se decide di scambiare, egli piazzerà un suo frammento di vetro in uno dei quattro mercati, ovvero gli spazi negli angoli della plancia, e preleverà dalla riserva i frammenti indicati nell’anello esterno che si trovano di fianco a quel mercato: con questa azione, però, non è mai possibile prelevare frammenti trasparenti. Se decide di acquistare, egli pagherà 2 monete e preleverà tutti frammenti presenti in uno dei 4 mercati. Se decide di vendere, egli sposterà un numero qualunque di suoi frammenti nella riserva e preleverà in cambio 1 moneta.
Alla fine del turno il giocatore può, se vuole e se ne ha la possibilità, completare una o due creazioni. Per completare una creazione ne pagherà il costo in frammenti di vetro e otterrà come ricompensa una quantità di monete pari al numero di spazi liberi nel suo banco di lavoro: quindi da un minimo di 4 monete a un massimo di 8 monete. Se un giocatore completa 2 creazioni nello stesso turno, otterrà un bonus di ulteriori 2 monete.
Ci sono poi 3 azioni che possono essere eseguite in qualunque momento del proprio turno e per quante volte si vuole. Pagando 1 moneta, è possibile cambiare la posizione della prima carta creazione nella propria mano. Pagando 1 moneta, è possibile ruotare l’anello esterno della plancia di 1 spicchio in senso antiorario. Infine, è possibile attivare le carte vantaggio collegate alle creazioni completate. Ogni creazione riporta, in alto a destra, uno o più simboli vantaggio: a inizio partita si selezionano casualmente 4 carte vantaggio, ciascuna delle quali viene collegata a uno dei 4 simboli. Si tratta di abilità speciali one shot, attivabili solo se si completano creazioni col giusto simbolo: le carte vantaggio offrono benefici di ogni tipo, dal far ottenere frammenti gratuitamente al rendere più proficue ed efficienti le azioni di negoziazione.
Il gioco prosegue in questo modo finché un giocatore non completa tutte le sue carte creazione: a quel punto si termina il round in corso e alla fine chi ha più monete è il vincitore.

3. Componentistica
Murano: Light Masters è un gioco sommamente elegante dal punto di vista estetico: il design grafico è veramente ricercato e fa sembrare il prodotto quasi una via di mezzo tra un vero e proprio gioco da tavolo e un oggetto d’arredamento, che potrebbe tranquillamente stare preparato su un coffee table solo per attirare l’attenzione e la curiosità degli ospiti. La scatola che si trasforma nella plancia di gioco è di plastica rigida, i frammenti di vetro sono davvero di vetro (e non di plastica, come erroneamente affermato anche da molti recensori), le plancette personali sono leggermente scanalate e in generale le illustrazioni, che sembrano quasi fotografie, hanno un gusto minimalista molto chic, con sfondo bianco e simboli stilizzati molto piacevoli allo sguardo. Certo, il lato negativo è che l’iconografia è davvero oscura e dovremo sistematicamente fare ricorso al regolamento per capire la funzione delle carte vantaggio: da questo punto di vista forse l’uso del testo sarebbe stato decisamente migliore.

4. Conclusioni
Murano: Light Masters è un gioco particolare, che nonostante la struttura classica e la meccanica apparentemente consueta cela elementi di design degni di nota: per esempio il valore variabile dei ‘contratti’, tanto maggiore quanto minore è la quantità di risorse in possesso del giocatore, o l’obbligo di completare i contratti in ordine, con conseguente necessità di pianificare in anticipo le proprie mosse. Alcune singolarità sono contro-intuitive: in genere nei giochi basati sulla conversione di risorse in punti è conveniente accumulare quante più risorse possibili, ma in questo caso è il contrario. La pianificazione a lungo termine sembra pienamente consentita dalla struttura della ruota e dalla scansione dei turni: ma basta che un giocatore ruoti l’anello esterno per scombussolare tutti i nostri progetti. In generale, il gioco è più complesso di quel che sembra a prima vista: l’ottimizzazione delle mosse richiede grande concentrazione, e il giocatore dotato di esperienza non avrà problemi ad avere la meglio su chi deve ancora familiarizzare con la filosofia a suo modo altamente punitiva alla base della meccanica generale. Certo, a volte la sconfitta può essere anche frutto del puro e semplice caso: il giocatore che si trova in mano carte che corrispondono perfettamente all’offerta dei mercati avrà vita più semplice, e il fatto che le azioni volte a mitigare l’alea abbiano tutte un costo in denaro (cioè in punti) può far sorgere qualche perplessità. Così come anche il fatto che una volta superata la curva d’apprendimento il gioco si usuri rapidamente, dando presto l’impressione di aver detto tutto ciò che doveva e poteva dire. A questi due difetti principali va aggiunta la già citata oscurità dell’iconografia, nonché le mancanze a livello di regolamento, che soprattutto nell’edizione italiana ha importanti errori e inconsistenze.

Tre pregi di Murano: Light Masters Tre difetti di Murano: Light Masters
Le meccaniche sono semplici ma non prive di originalità. L’alea ha un peso e le abilità che la modificano costano punti vittoria.
La produzione è molto valida e la direzione artistica è per molti versi eccezionale. L’iconografia delle carte vantaggio è incomprensibile.
Il gioco richiede concentrazione e anche un po’ di spietatezza. Una volta compresa la filosofia del gioco, si ha l’impressione di averlo ‘finito’.

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