Il vincitore del Kennerspiel des Jahres del 2022 è un interessante ‘combo’ tra push your luck, deck building, engine building e set collection.
I nostri video dedicati a Living Forest su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica
1. Spiriti della foresta
Quando un tema diventa molto popolare, è inevitabile che i produttori comincino a sfruttarlo anche oltre il dovuto: la situazione che ne deriverà sarà quella di una iper-saturazione, che darà al pubblico il sentore di essere di fronte a continue sottili variazioni sullo stesso tema, per non dire a continue riproposizioni dello stesso prodotto. Con Living Forest si verifica esattamente questa situazione: quando il gioco viene citato, bisogna anzitutto spendere qualche secondo per individuarlo chiaramente nel sottobosco di titoli simili o dalla simile ispirazione (Spirits of the Forest, Spirit Island). E si può star certi che ci sarà quasi sempre qualcuno che penserà si stia parlando di un certo gioco quando invece si sta parlando di un altro. Tra i temi più abusati dell’ultimo periodo, quello della foresta incantata e degli spiriti della natura è infatti il grande protagonista: ed è un peccato, perché la scelta dei soggetti di cui ‘rivestire’ le meccaniche spesso astratte di un gioco da tavolo è pressoché infinita. Ma la volontà dei produttori di restare nella comfort zone è spesso superiore alla volontà di afferrare la tanto agognata originalità. È un peccato soprattutto per Living Forest: un gioco che dal punto di vista delle regole è curioso e particolare, così tanto da aver attirato l’attenzione e il plauso della giuria del prestigioso Kennerspiel des Jahres, il premio per il gioco da tavolo per adulti dell’anno 2022. Un risultato ancor più notevole se si pensa che si tratta di un’opera prima, dovuta all’esordiente autore danese Aske Christiansen. Scopriamo di cosa si tratta.
2. Giocabilità generale
Living Forest mette i giocatori nei panni di spiriti benevoli intenti a proteggere la foresta dallo spirito malvagio Onibi. In ogni round i partecipanti chiamano a sé gli Animali Guardiani per avere aiuto, e scelgono 2 azioni da svolgere a turno. Lo scopo è far scattare una delle 3 condizioni di vittoria: accumulare 12 fiamme, 12 alberi diversi o 12 fiori sacri. Va sottolineato che ogni giocatore inizia con 3 tessere Vittoria, ciascuna collegata a una delle 3 condizioni di vittoria: quindi ogni giocatore inizia già con 1 albero, 1 fiamma e 1 fiore sacro.
Ciascun giocatore ha un mazzo di carte che a inizio partita è uguale per tutti. All’inizio del round, i giocatori scoprono carte creando una fila di fianco alla propria plancia personale. È possibile scoprire un numero qualunque di carte, con una eccezione: quando si scopre il terzo animale solitario, ovvero caratterizzato da un’icona nera, sarà obbligatorio fermarsi. A quel punto il giocatore potrà svolgere solo ‘mezzo’ round, ovvero una sola azione anziché le 2 normalmente previste. I giocatori devono quindi decidere quanto ‘osare’ nello scoprire carte: di solito, dopo il secondo animale solitario è saggio fermarsi.
Quando tutti i giocatori avranno scoperto le loro carte, si procede alla fase azioni, a turno a partire dal primo giocatore. Le azioni disponibili sono 5. La potenza di ciascuna azione è data dai relativi simboli visibili sulle carte scoperte, più i simboli dati dagli alberi sulla plancia personale.
L’azione Spegnere un incendio permette di spegnere l’eventuale incendio presente nell’albero sacro. All’inizio della partita ci sarà un incendio di valore 2, indicato da un apposito segnalino: sarà necessaria un’azione incendio di potenza 2 per spegnere quell’incendio e prelevare il relativo segnalino. Nel corso della partita scatteranno altri incendi, con modalità che vedremo più avanti.
L’azione Attirare Animali Guardiani permette di prelevare nuove carte dal display pubblico. Prelevando nuove carte si può potenziare il proprio mazzo: esistono carte di 3 tipologie, distinte dalla potenza delle icone presenti e caratterizzate da costi diversi. Il giocatore può prelevare un numero qualunque di carte, usando come riferimento la potenza dell’azione e il costo delle carte stesse. Le carte prelevate finiscono in cima al mazzo di pesca e quindi verranno sicuramente scoperte all’inizio del round successivo.
L’azione Piantare un Albero Protettivo permette di prelevare un albero dal display pubblico e di collocarlo sulla propria plancia personale. Ciascun albero potenzia una delle azioni e ha un costo variabile a seconda del suo valore: gli alberi acquisiti vanno sistemati sulla propria plancia di fianco ad alberi già presenti. Completando file e colonne di alberi si sbloccano bonus extra e posizionando alberi sulle caselle d’angolo della plancia si ottengono azioni aggiuntive.
L’azione Avanzare sul Cerchio degli Spiriti consente di muovere la propria pedina lungo il percorso collocato attorno all’albero sacro. Ci si potrà muovere di un numero massimo di caselle pari alla potenza dell’azione. La casella su cui si termina il movimento darà un’azione bonus. Se nel corso del movimento si supera una pedina avversaria, si potrà ‘rubare’ a quell’avversario una delle sue tessere Vittoria, o anche una tessera che quel giocatore avrà rubato in precedenza a un altro giocatore.
L’azione Prendere un segnalino Frammento permette semplicemente di prelevare un segnalino Frammento e di metterlo nella propria plancia personale. I segnalini Frammento possono essere scartati per ignorare un animale solitario mettendolo negli scarti appena pescato o per ignorare un Varano di fuoco eliminandolo dal mazzo appena pescato.
Quando tutti i giocatori hanno eseguito le proprie azioni, si passa alla fase di fine round. Anzitutto si controlla se ci sono ancora incendi nell’albero sacro. Se la risposta è sì, ogni giocatore deve potersi ‘difendere’ tramite la sua abilità relativa all’azione Spegnere un incendio: se non riesce a difendersi, il giocatore dovrà pescare tante carte Varano di fuoco quanti sono gli incendi presenti nell’albero. I Varani sono animali solitari che non hanno alcuna abilità: quindi ‘appesantiscono’ il mazzo senza offrire nulla in cambio. Una volta scoperti, però, i Varani non vanno nella pila degli scarti ma vengono eliminati completamente dal mazzo. Dopo aver verificato l’incendio, bisogna aggiungere fiamme all’albero sacro in relazione a quanti Animali Guardiani sono stati prelevati dal display; se nessun animale è stato prelevato, va comunque collocata sull’albero una fiamma di valore 2. Poi ogni giocatore mette le carte prelevate nel round precedente nella sua pila degli scarti: si passa il segnalino primo giocatore e si procede con un nuovo round.
La partita termina quando alla fine della fase azioni un giocatore ha accumulato 12 fiamme, 12 Alberi Protettivi diversi o 12 fiori sacri. Quel giocatore è il vincitore.
3. Componentistica
Living Forest è un gioco piacevole da guardare anche se non privo di componenti criticabili. Le illustrazioni, dovute a Apolline Etienne (lo stesso artista dietro a Momiji), sono al contempo bucoliche e inquietanti, e conferiscono alla foresta un aspetto misterioso e affascinante. Nel gioco non ci sono componenti di plastica o legno: tutto è di carta e cartone. La qualità generale non è disprezzabile: alcuni elementi, però, risultano sovrabbondanti, mentre altri sembrano manchevoli o poco ergonomici. Per esempio il display degli Alberi Protettivi è esageratamente elaborato, e sembra aver ‘rubato’ protagonismo al display delle carte, che vanno messe semplicemente sul tavolo. Le pedine che rappresentano gli spiriti sono standee di cartone dalla postura fragile e precaria: pedine in legno in questo caso sarebbero state decisamente migliori. In generale, si sente la mancanza di una grande plancia che tenga ordinato tutto il materiale condiviso; ma si sente soprattutto l’inspiegabile assenza di un tracciato su cui evidenziare la situazione relativa alle condizioni di vittoria dei giocatori. Con un po’ più di progettazione, Living Forest sarebbe potuto essere più pratico e maneggevole e anche potenzialmente sistemabile in una scatola più piccola.
4. Conclusioni
Living Forest è un gioco che non manca di elementi interessanti, soprattutto in forza della quantità di meccaniche fuse assieme in un gioco dalla durata contenuta: la pesca delle carte è un momento di push your luck, l’acquisizione di nuove carte è il deck building, la raccolta di fiamme e alberi è un set collection, la costruzione della propria plancetta è un pizzico di engine building. Chiaramente nessun ambito spicca in sé: ma la somma delle parti è più del valore di ogni singolo componente, come spesso accade. Certo, Living Forest è anche un gioco con diversi limiti, tanto che fatichiamo a capire del tutto i motivi che possono aver spinto la giuria del Spiel des Jahres a conferirgli un premio tanto ambito: ma forse l’ambizione di voler unire così tante istanze in un prodotto per famiglie è una motivazione di per sé sufficiente. A non convincerci di questo gioco è anzitutto la sua scarsa variabilità al setup: l’unica cosa che cambia da una partita all’altra è il display di carte acquistabili, ma non è un elemento sufficiente a evitare che si ripetano puntualmente le stesse dinamiche di gioco. Queste ultime tendono a concentrarsi soprattutto sull’azione relativa allo spegnimento degli incendi: se un giocatore persegue la strategia connessa a questa azione, gli altri giocatori devono per forza ‘rispondere’ o rimarranno inevitabilmente indietro. A non persuaderci però non è tanto questo quanto il fatto che per ostacolare chi accumula le fiamme bisogna astenersi dal ‘comprare’ nuove carte, perché più si comprano carte e più si causano incendi. Il nesso tra questi due elementi è incongruo e condiziona tutta la partita. Generalmente siamo contenti quando un gioco crea interdipendenze tra meccaniche in apparenza separate: ma in questo caso l’impressione è che fosse necessario un tempo di sviluppo maggiore e una calibrazione più efficace dei vari elementi. Un altro problema del gioco, a nostro avviso, è il fatto che il Cerchio degli Spiriti è lo stesso indipendentemente dal numero dei giocatori: questo significa che la relativa azione è molto efficace se si gioca in 4 e quasi inutile se si gioca in 2. Essendo essa l’azione che più permette di evitare il problema del runaway leader, il suo malfunzionamento impatta molto lo svolgimento del gioco. Se a questi elementi aggiungiamo una ergonomia imperfetta e una produzione non certo eccellente possiamo facilmente comprendere la nostra (parziale) delusione. Living Forest è un bell’esperimento, ma come tutti gli esperimenti funziona solo fino a un certo punto.
Tre pregi di Living Forest | Tre difetti di Living Forest |
Unisce molte meccaniche pur essendo un gioco breve. | Il setup non è abbastanza vario. |
L’elemento di push your luck è implementato in modo interessante. | Alcune meccaniche sono connesse in modo incongruo. |
Le illustrazioni sono molto piacevoli. | L’ergonomia poteva essere migliore. |
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