Legacy of Yu

Il nuovo capitolo della serie ‘minore’ di Garphill Games è un interessante solitario di gestione risorse strutturato a campagna.

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Esempio di gioco
Analisi critica

1. Gioco di non-società
Negli ultimi anni la realizzazione di una modalità in solitario è diventata quasi un obbligo, o per meglio dire un ‘dovere’, per tutti i designer di giochi da tavolo: ammettiamo di non aver mai del tutto afferrato il senso della faccenda, avendo sempre visto il gioco ‘analogico’ come attività eminentemente di gruppo (e ce lo conferma anche l’etichettatura ‘antica’ di questo passatempo, ovvero “gioco di società”). Ma i tempi cambiano e la frammentazione delle nostre vite si riflette anche nel gioco da tavolo: l’importanza della modalità in solitario è testimoniata dal fatto che esistono realtà produttive e autori dedicati esclusivamente a essa, che lavorano fianco a fianco con autori e produttori diversi, come per esempio Automa Factory o Dávid Turczi. Più raro, ma siamo pronti a scommettere che la situazione cambierà, è il caso dei giochi utilizzabili esclusivamente in solitario. È la fattispecie in cui va incluso Legacy of Yu, primo esperimento in questo senso di Shem Phillips, prolifico e amatissimo autore di eurogame incentrati principalmente sulla gestione risorse. È infatti un solitario il terzo capitolo della serie storica ‘minore’ di Garphill Games, che arriva dopo Raiders of Scythia Hadrian’s Wall. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

2. Giocabilità generale
Legacy of Yu è un gioco di gestione di risorse con struttura a campagna ed elementi narrativi. Il giocatore veste i panni dell’eroe della Cina antica Yu il Grande, passato alla storia per le sue opere di regimentazione delle acque del temibile Fiume Giallo: il nostro scopo sarà proprio costruire dighe e canali per evitare le inondazioni, badando nel contempo a tenere sotto controllo i barbari che cercheranno di invadere le terre messe in sicurezza. Ogni partita è a sé stante, ma potrebbe includere nuove regole introdotte da partite precedenti: il gioco si auto-bilancia introducendo semplificazioni nella partita che segue una sconfitta e regole più complesse nella partita che segue una vittoria. La campagna si conclude dopo 7 vittorie o dopo 7 sconfitte: la campagna è facilmente resettabile, quindi può essere giocata molte volte o da persone diverse.
La partita è divisa in round, ciascuno dei quali comincia con la fase alba, ovvero con una rendita di risorse che dovremo poi utilizzare al meglio nel corso del round. La risorsa più importante è senza dubbio rappresentata dalle carte Townsfolk: all’inizio della partita ne otterremo 4 in ciascuna alba. Ciascuna di queste carte può essere utilizzata in 3 modi diversi: solitamente la metteremo nella nostra pila degli scarti per ottenere in cambio altre risorse; più raramente la metteremo negli scarti generali per ottenere ancora più risorse; ancor più di rado la infileremo sotto la plancia per rendere più proficue le nostre albe successive (inizialmente c’è un solo slot per quest’ultimo utilizzo, ma se ne sbloccano ulteriori costruendo capanne). Altre risorse importanti sono i lavoratori, ovvero i meeple bianchi, e i soldati, ovvero i meeple colorati: i lavoratori servono soprattutto per costruire i canali e per erigere edifici, mentre i soldati servono soprattutto per combattere i barbari. Costruire i canali è fondamentale perché ogni volta che dobbiamo rimescolare il mazzo dei townsfolk il segnalino alluvione avanza di 1 casella: se arriva su una casella dove il canale non è ancora stato costruito, la partita è persa immediatamente. Costruire i canali attiva però anche nuove opzioni di scambio risorse e sblocca nuovi slot per costruire edifici. Questi ultimi sono le fattorie, che migliorano le rendite di inizio round, gli avamposti, che permettono di utilizzare i lavoratori come soldati, e le capanne, che danno vantaggi a sorpresa stampati sulle relative carte e sbloccano nuovi slot di piazzamento lavoratori, oltre che nuovi slot per infilare i townsfolk per migliorare le rendite. I meeple possono essere usati anche come normali ‘lavoratori’ da piazzare in appositi slot per ottenere risorse: dato che quei meeple ci tornano indietro a ogni alba, è un’ottima idea usare tutti gli slot a ogni round. Infine, i soldati possono essere usati per combattere i barbari: questi ultimi sono rappresentati da carte allineate sulla parte alta della plancia. Arrivano nuovi barbari alla fine di ogni round, e se occupano tutta la parte superiore della plancia la partita è persa immediatamente: per eliminare un barbaro occorre spendere una certa combinazione di soldati; in cambio si otterranno risorse. Un’altra azione molto importante da compiere è aggiungere nuovi townsfolk al proprio mazzo: lo si può fare spendendo provviste e prelevando carte dal display sopra la plancia. Tenere a bada i barbari è importante anche perché più barbari sono presenti e meno townsfolk saranno disponibili a essere arruolati. A fine round, i barbari presenti ci attaccheranno e causeranno la ‘morte’ di un certo numero di townsfolk, che andranno scartati dal nostro mazzo di pesca agli scarti generali: possiamo evitare alcune o tutte le ‘morti’ corrompendo i barbari scartando altre risorse.
Alcune azioni hanno come ricompensa un numero scritto dentro il simbolo di una tartaruga: in quel caso dovremo andare sul libro delle storie e leggere un brano di testo, al termine del quale potremo ottenere risorse o, più di frequente, dover introdurre nuovi elementi al gioco.
Il gioco prosegue finché non scatta una delle due condizioni di sconfitta (per l’alluvione o per i barbari) o finché il giocatore non sarà riuscito a costruire tutti i canali senza essere stato completamente invaso dai barbari: in quel caso la partita è vinta.

3. Componentistica
Dal punto di vista dei materiali, Legacy of Yu è semplicemente perfetto. Plancia e carte sono illustrate dal bravo Sam Phillips, fratello dell’autore, secondo noi davvero eccezionale nel realismo e nei dettagli, anche se il suo piglio barocco non è unanimemente apprezzato. I componenti tridimensionali sono di legno sagomato: meeple, legno, argilla ed edifici di varia foggia, nonché la bellissima onda che rappresenta l’alluvione e la barca, piuttosto inutile, che dovrebbe rendere più visibile la casella del fiume ancora da costruire più a rischio di essere raggiunta dall’onda. Provviste e conchiglie sono solo token di cartone, ma svolgono ottimamente il proprio ‘dovere’. L’elemento che spicca maggiormente, in realtà, è l’ottimo insert presente nella scatola, che funge anche da raccoglitore di risorse durante la partita e che prevede slot specifici per le carte ancora da ‘scoprire’ e per quelle già ‘esaurite’: la sua presenza rende il setup estremamente rapido, come anche lo ‘sparecchiamento’ del gioco a fine partita.

4. Conclusioni
Legacy of Yu è un ottimo prodotto, che raggiunge pienamente il suo obiettivo: creare un interessante ‘enigma’ da risolvere, con elementi che rendono le partite varie sia per la casualità sia anche per le novità introdotte tra una sfida e la successiva (o anche durante la sfida stessa). Siamo partiti scrivendo che non abbiamo mai del tutto afferrato la passione per il gioco da tavolo in solitaria: ebbene, se il gioco in solitaria si concretizza sotto queste forme, ovvero un enigma da risolvere semplice da preparare e da spreparare e che occupi un tempo non più lungo di quello che potrebbe richiedere un cruciverba complesso, siamo assolutamente della partita. E lo siamo soprattutto in forza di una caratteristica che ha questo gioco e che per quanto ci riguarda è ciò che maggiormente ne tratteggia l’identità: che si vinca o che si perda, la campagna prosegue. L’idea che si debba ritentare la sfida finché non la si vince qui è bandita: ogni partita è una sfida a sé, e anche perdendo stiamo avanzando e sbloccando nuovi elementi che arricchiranno le partite successive. Questo elimina completamente la spiacevolissima sensazione di aver perso tempo, di non essere all’altezza, di non star andando da nessuna parte: una lezione che tutti i cooperativi e i solitari dovrebbero imparare e implementare obbligatoriamente, per quanto ci riguarda. Certo, qualche punto debole c’è anche in Legacy of Yu: le storie sono prolisse e un po’ slegate dal resto del gioco, la campagna poteva essere un po’ più breve, rigiocarla non ha molto senso. Ma si tratta tutto sommato di dettagli rispetto al quadro d’insieme: Legacy of Yu va consigliato senza riserve a tutti i giocatori che amano i solitari e anche a tutti gli enigmisti.

Tre pregi di Legacy of Yu Tre difetti di Legacy of Yu
Che si vinca o si perda, la campagna va avanti. I racconti sono prolissi e un po’ slegati dalle meccaniche.
È un esercizio enigmistico in 3d, appetibile per molti. Se si alternano vittorie a sconfitte, la campagna dura un po’ troppo.
L’insert rende il setup e il teardown rapidi e indolori. Rigiocare la campagna non ha molto senso.

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