Jaipur

Il semplice e veloce gioco di carte del designer svizzero Sébastien Pauchon originariamente pubblicato nel 2009 è ormai un grande classico, irrinunciabile nella ludoteca delle coppie di giocatori.

I nostri video dedicati a Jaipur su YouTube:
Esempio di gioco
Il nostro parere

1. Il mondo dei giochi per 2
Il sogno proibito di tanti appassionati gamer è riuscire a mettere insieme un gruppo di quattro o cinque persone con cui incontrarsi periodicamente per intavolare i giochi preferiti. Raggiungere questo obiettivo può essere molto complicato, per tanti motivi: perché gli amici appassionati vivono tutti lontano, perché abbiamo troppi impegni, o negli ultimi tempi anche semplicemente perché la pandemia ce lo impedisce. Ecco che allora l’unico modo per coltivare la propria passione è, per tanti di noi, giocare con il partner. La maggior parte dei titoli sul mercato supporta tranquillamente la giocata di coppia: anche se andrebbe aperta una lunga parentesi su quanto questo supporto sia spesso più teorico che pratico. Già da parecchio tempo, comunque, il mercato supporta le coppie di giocatori attraverso anche giochi appositamente pensati per 2: il prodotto di cui stiamo per occuparci rientra precisamente in questa nicchia, sempre più popolosa. Jaipur è un gioco di carte molto accessibile, perfetto per coinvolgere nell’hobby anche i partner più riottosi. Vediamo come funziona.

2. Giocabilità generale
Jaipur mette i giocatori nei panni di due mercanti nel bazaar dell’omonima città indiana: chi tra i due farà gli affari più redditizi otterrà l’approvazione del maharaja e con essa la vittoria. I due sfidanti cominciano con una mano iniziale di 5 carte: queste ultime possono rappresentare una merce oppure un cammello; i cammelli vanno sistemati scoperti davanti a sé, mentre le merci vanno tenute in mano. Nel proprio turno, il giocatore può compiere una tra le due azioni disponibili: acquistare merci o cammelli oppure vendere merci. L’acquisto va effettuato interagendo con il display pubblico di 5 carte preparato all’inizio della partita e prevede tre differenti possibilità: il giocatore può prelevare una merce e metterla nella sua mano, e in questo caso il display viene ripristinato pescando 1 carta dal mazzo; oppure può prelevare più merci scambiandole con cammelli o con altre merci della sua mano; oppure può, infine, prendere tutti i cammelli presenti nel display, e anche in questo caso quest’ultimo viene ripristinato pescando carte dal mazzo. La vendita di merci viene effettuata scartando una o più carte raffiguranti la stessa merce e prelevando la giusta quantità del relativo gettone: a ogni merce è collegata infatti una serie di gettoni che vanno preparati in pila da quello di valore più alto a quello di valore più basso. Se il giocatore vende 3 o più merci, può anche prelevare il gettone bonus corrispondente alla quantità di carte vendute: i gettoni bonus hanno valore variabile e vanno preparati coperti. È importante sottolineare che le merci si dividono in comuni (cuoio, tessuti, spezie) e preziose (argento, oro, gioielli): quando si vende una di queste ultime bisogna scartare almeno 2 carte, mentre le merci comuni possono essere vendute anche singolarmente. Il gioco prosegue a turno finché non si verifica una di queste due fattispecie: terminano tutti i gettoni di 3 merci differenti, oppure termina il mazzo di pesca. A quel punto la sfida si conclude immediatamente e si procede al calcolo dei punti sommando i valori dei gettoni in possesso dei giocatori; chi a fine gioco ha più cammelli riceve 5 punti bonus. Chi ha più punti è il vincitore: da regolamento, però, la partita dovrebbe svolgersi nell’arco di 3 round (il terzo è ovviamente inutile se un giocatore vince i primi 2).

3. Componentistica
Jaipur è un semplice gioco di carte, quindi non punta certo sullo sfavillio dei componenti: oltre al mazzo, la confezione include i gettoni con i punti, che sono di cartone rigido. Le illustrazioni, di Vincent Dutrait e Alexandre Roche, sono piacevoli ed evocative. Val la pena far notare una piccola curiosità: nella prima edizione del gioco, che è quella che vedete in queste foto e nei nostri video, uno dei cammelli è diverso dagli altri perché un piccolo panda fa capolino tra le stoffe che ha sulla schiena; molti giocatori applicano house rule che danno poteri speciali a quella carta. Purtroppo nella nuova edizione il panda è scomparso. Una nota negativa è il fatto che il bell’insert presente nella scatola della prima edizione non è in grado di accogliere carte imbustate: non sappiamo se questo problema sia stato risolto nell’edizione nuova.

Excursus: strategie

Il focus principale del gioco è il tempismo con cui si effettuano le vendite: chi vende una certa merce per primo, ottiene i gettoni dal valore più alto. D’altro canto, accumulando tante merci dello stesso tipo si possono prelevare i gettoni bonus, che possono fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Il giocatore deve quindi decidere se aspettare rischiando che l’avversario si accaparri nel frattempo i gettoni più alti o se vendere appena ne ha la possibilità, tenendo anche conto del fatto che in mano si possono tenere al massimo 7 carte e che quindi accumulare merci per venderle in seguito può ‘ingolfare’ la nostra mano. Avere tanti cammelli è molto utile perché ci dà grande libertà nell’acquisire velocemente nuove merci adoperandoli come scambio: il problema è che prelevare tutti i cammelli dal display può rendere disponibile al nostro avversario una grande quantità di merci preziose nel turno successivo. Anche in questo caso occorre decidere qual è la priorità, eventualmente esponendosi a qualche rischio.

4. Conclusioni
Jaipur è un gioco molto semplice e lineare, proponibile anche a chi normalmente non frequenta il nostro hobby: basato su una chiara meccanica di set collection, trova il suo momento di identità più forte nelle modalità di pesca delle carte, con i cammelli, in opportuno accordo col tema, a fungere da merce di scambio. La preparazione è rapida, lo svolgimento diventerà presto quasi automatico, pur non essendo certo privo di momenti di decisione e di rischio. Chi cerchi un semplice diversivo per le giocate a due, proponibile anche ai più giovani o agli amici non giocatori, può senz’altro considerarne l’acquisto.

Tre pregi di Jaipur Tre difetti di Jaipur
È semplice e veloce Preparare i gettoni in ordine è un po’ scocciante
Offre in poco tempo una buona dose di sfida L’insert non è adatto alle carte imbustate
Può essere portato con sé e giocato quasi ovunque La fortuna nella pesca delle carte ha un certo peso

 

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