Genius Games ci propone un gioco da tavolo euro molto ambientato e dal forte piglio didattico ma non per questo debole sul lato delle meccaniche: Genotype è, per molti versi, quasi una proverbiale quadratura del cerchio.
I nostri video dedicati a Genotype su YouTube:
Esempio di gioco
Il nostro parere
Unboxing
1. L’incontro (quasi) impossibile
Che si parli di videogiochi o di giochi da tavolo, è un assioma difficilmente ‘smontabile’ quello secondo cui l’intento didattico o, ancor peggio, dottrinale si accompagni sistematicamente a meccaniche dalla profondità assente o appena accennata: d’altro canto, porre il messaggio sopra al medium è l’errore fatale per eccellenza quando si produce un’opera dell’ingegno. Fortunatamente ci sono eccezioni, e il gioco da tavolo di cui ci apprestiamo a parlare è proprio una di esse. Genotype è uno degli ultimi risultati delle fatiche dell’etichetta Genius Games, che ha la produzione di giochi didattici come sua ragion d’essere primaria: le opere uscite sotto questo marchio sono prevalentemente rivolte a un pubblico molto giovane e sembrano riempire la stessa nicchia ecologica dei giochi in scatola a tema scientifico che si vedono in vendita nei reparti per bambini delle librerie, non propriamente giochi da tavolo quanto piuttosto scatole per esperimenti guidati di chimica, biologia, elettromagnetismo. È un settore lontanissimo da quello frequentato dai giocatori nerd, e infatti quando a suo tempo sostenemmo Genotype su Kickstarter non ci facemmo soverchie illusioni: i produttori promettevano un gioco ‘vero’, ma noi dubitavamo alquanto, e ci facemmo convincere principalmente dai meravigliosi dadi inclusi nella confezione. Mal che vada, pensammo, regaleremo il gioco a qualche nipotino o cuginetto. Ebbene, ci sentiamo di poter dire che i nostri dubbi erano ingiustificati: Genotype è davvero un gioco da tavolo “per grandi”, messo assieme da autori (John Coveyou, Paul Salomon, Ian Zang) che sanno il fatto loro e che hanno sicuramente una grande esperienza nel settore. Le meccaniche combinano efficacemente il piazzamento lavoratori e il dice draft con un tema molto presente ed estremamente documentato: i giocatori sono chiamati a impersonare gli aiutanti di Gregor Mendel, ricercatore scientifico ottocentesco che fu tra i primi a mettere a punto una teoria sull’ereditarietà dei caratteri, maturata attraverso esperimenti effettuati principalmente incrociando tra loro piante di piselli. Lo scopo dei partecipanti è, per l’appunto, cercare di individuare il corredo genetico di quante più piante possibili: in concreto, questo vuol dire completare obiettivi attraverso la pesca di dadi da un display comune, preceduto da una fase di piazzamento lavoratori in cui ci si procurano le piante, le si piantano e spiantano, si fissano i propri obiettivi e si cerca di influenzare la ‘produzione’ di geni. Vediamo più nel dettaglio come funziona l’insieme.
2. Giocabilità generale
Genotype è un gioco a durata fissa, che si svolge nel corso di 5 round, ciascuno dei quali è diviso in 3 fasi fondamentali: la fase di piazzamento lavoratori, la fase di dice draft e la fase di miglioramento, che però non si svolge nell’ultimo round. Non esiste un tracciato segnapunti: il punteggio viene calcolato alla fine del gioco ed è dovuto in larga misura alla quantità e qualità di pea plant card completate: tematicamente, a quante sono le piante di cui ciascun giocatore ha individuato il corredo genetico.
La fase di piazzamento lavoratori è molto classica: ogni giocatore comincia con 3 lavoratori, che sono pedine a forma di paletta da giardiniere, e nel proprio turno ne posiziona 1 su uno spazio azione del tabellone o della propria plancetta personale, eseguendo immediatamente l’azione corrispondente. In questa fase i giocatori devono soprattutto cercare di ottenere nuove piante e piantarle, ma possono fare anche molto altro. Vediamo le azioni velocemente una per una, cominciando da quelle sulla plancetta personale, che sono 2: gardening e temporary dice slot. La prima, che è tra le più importanti e frequentemente utilizzate nel gioco, consente di pescare 1 pea plant card o 1 tool (questi ultimi sono carte bonus), poi di spiantare tutte le piante ‘completate’, cioè di cui si sono individuati tutti i geni, e infine di piantare nuove piante. A inizio partita ciascun giocatore ha due appezzamenti di terreno in cui piantare le proprie piante, ma può acquisirne altri nel corso del gioco. L’azione temporary dice slot permette di scegliere più dadi nella successiva fase di dice draft: ogni giocatore ha, di default, tre slot per i dadi, ma può acquisirne di più in questo modo, temporaneo, o anche permanentemente, come vedremo più avanti. Le azioni sulla plancia generale sono: treasury, che permette di ottenere 2 monete; university, che permette di individuare immediatamente un gene di una pianta senza passare per la fase di selezione dadi; nursery, che permette di pescare due carte pianta, alla cieca o dal display preparato sul tabellone; tool shed, che permette di pescare 1 carta tool, sempre alla cieca o dal display; setting parent genes, che permette di modificare la probabilità di uscita di certi geni nella fase successiva, come spiegheremo meglio più avanti; 1st shift e 2nd shift, che permettono di scegliere i dadi per primi o per secondi nella fase successiva; e infine set phenotype research goal, che permette di ottenere più punti a fine partita in base alla tipologia di geni presenti nelle proprie carte ‘risolte’. È importante sottolineare che la quantità di spazi azione disponibili per una certa azione dipende dal numero di giocatori, e che certe azioni richiedono, per poter essere eseguite, il pagamento di monete.
Una volta che tutti i giocatori hanno esaurito i loro lavoratori, si passa alla fase successiva, che tecnicamente si chiama la plant breeding phase. Il primo giocatore lancia tutti i dadi e controlla i risultati: i dadi sono di 4 colori diversi e hanno numeri da 1 a 4 su 4 facce e un simbolo chiamato mutation sulle altre 2 facce; tutti i dadi che riportano il simbolo mutation vengono rilanciati una volta. A questo punto i dadi vengono sistemati sul tabellone in base al colore e al risultato. Il colore è connesso a un determinato fenotipo, cioè aspetto esteriore della pianta: il blu è il colore relativo alla forma del seme, il rosso al colore del fiore, il verde al colore del baccello e il giallo all’altezza della pianta. Il numero invece è connesso a un certo gene, nella combinazione di alleli determinata dai punnett square riportati sulla plancia, ossia dalle tabelle che mostrano a quale combinazione di alleli si riferisce ciascun risultato. Le tabelle possono essere modificate dai giocatori tramite l’azione setting parent genes sopra accennata: se quindi normalmente è più frequente la possibilità che escano i genotipi collegati alla presenza di un allele dominante e un allele recessivo, le probabilità cambiano nel corso della partita. I dadi che anche dopo essere stati rilanciati riportano il simbolo mutation vanno sistemati in una zona apposita e hanno una funzione particolare, come vedremo meglio tra poco. Una volta sistemati tutti i dadi nella giusta posizione, i giocatori a turno ne prelevano 1 e lo sistemano in un loro slot, ‘individuando’ il relativo gene in una delle piante che hanno sui loro appezzamenti: un gene individuato viene coperto da un segnalino a forma di foglia. Lo scopo è cercare di individuare velocemente tutti i geni di ogni pianta, così da poter spiantare le piante ‘completate’ e piantarne di nuove tramite l’azione gardening nel round successivo. I dadi con il simbolo mutation possono essere prelevati e utilizzati in due modi: o semplicemente per ottenere 1 moneta, oppure assieme a un altro dado dello stesso colore per individuare un gene qualunque della stessa tipologia. È importante sottolineare che i primi a scegliere i dadi sono i giocatori che hanno preso per sé le azioni 1st shift e 2nd shift nella fase precedente: dopodiché si segue il normale ordine di turno.
Una volta che tutti i giocatori hanno esaurito i propri slot per i dadi, si passa alla terza fase, chiamata tecnicamente Research Upgrade Phase. In ordine inverso di turno, i giocatori possono scegliere di spendere monete per ottenere miglioramenti: nuovi slot permanenti per i dadi, nuovi appezzamenti per le piante, nuovi lavoratori o assistenti, che sono carte bonus particolarmente potenti e dall’effetto permanente. Ogni miglioramento ha un costo, che varia in base a quanti giocatori lo acquistano. Quando tutti i giocatori passano, il round termina e si prepara il round successivo.
Alla fine della fase di selezione dadi del quinto round, i giocatori possono spiantare gratuitamente le loro piante ‘completate’, dopodiché si procede al calcolo dei punti. Ogni pianta completata ha un determinato valore: oltre ai punti delle piante, i giocatori ne accumulano per le monete rimaste, per le piante ricercate parzialmente e per gli eventuali obiettivi selezionati tramite l’azione phenotype research goal. Chi ha più punti è il vincitore.
3. Componentistica
Genotype è un gioco decisamente pregevole dal punto di vista della produzione: le illustrazioni, di Tomasz Bogusz e Amelia Sales, evocano al tempo stesso il tema scientifico ma anche la vita monastica di Mendel, monaco agostiniano. Tra i componenti tridimensionali spiccano i 20 dadi, colorati e personalizzati, piacevolissimi da maneggiare: visto che vanno lanciati tutti contemporaneamente, è una buona idea usare una torre lanciadadi sufficientemente capiente. Nella nostra versione, che è la collector’s edition, le monete sono di metallo e riproducono quelle realmente utilizzate nell’Impero Austro-Ungarico al tempo di Mendel; i “lavoratori” sono palette da giardiniere in legno stampato, e il contaround è un piccolo campanile in legno; nella versione base molti di questi componenti sono invece semplici token di cartone.
L’iconografia è in generale piuttosto chiara: il gioco è indipendente dalla lingua e si basa dunque interamente su simboli. Alcune criticità però sono presenti. Per esempio il retro delle carte pianta ha la stessa illustrazione degli appezzamenti vuoti e possono quindi essere confuse con essi, soprattutto perché la plancetta personale non prevede uno spazio apposito per le piante completate. Le foglioline di cartone con cui si coprono i geni correttamente individuati, inoltre, sono molto piccole e possono spostarsi con facilità: era forse il caso di pensare a un sistema più pratico, con carte più grandi e segnalini di legno, magari anche ‘incastrabili’ nelle carte stesse.
Excursus: strategie
Genotype è un gioco molto stretto, nel quale ogni mossa va calibrata con grande attenzione. L’unica quasi-certezza è che in ogni round faremo l’azione gardening, per piantare nuove piante e spiantare quelle ‘risolte’: tutto ruota però attorno al tempismo con il quale agiremo. L’ideale è effettuare questa azione quando abbiamo tante piante complete e tante piante da collocare al loro posto: pur di completare una pianta nel giusto momento, può aver senso usare la costosa azione university così da individuare un gene qualunque immediatamente. Grande attenzione va sempre dedicata agli assistenti: sono quasi tutti molto potenti e possono avere un esito determinante, quindi ottenerne uno può essere più importante che non acquisire un nuovo lavoratore. In fase di punteggio, a fare la differenza sono spesso i punti collegati ai phenotype research goal, ma affinché sia possibile ottenerne bisogna pianificare: l’azione costa e sarà redditizia solo se un certo numero di piante ‘risolte’ ha un determinato gene. |
4. Conclusioni
Genotype ci è piaciuto. Non è perfetto e molte sue meccaniche sono derivative, ma a essere davvero mirabile è la modalità tramite cui quest’opera riesce a tematizzare le azioni astratte tipiche degli eurogame, quali il posizionamento lavoratori, il lancio di dadi, il draft di questi ultimi. Oltre al regolamento, la confezione include un fascicolo che approfondisce la storia di Mendel e la nascita della genetica, spiegando puntualmente come i suoi esperimenti siano stati trasformati nelle meccaniche di gioco. È commendevole, anche, il serrato confinamento dei tempi e delle mosse: Genotype è strettissimo e conferisce senso a una varietà di opzioni apparentemente limitata tramite la durata contingentata, che costringe continuamente a fare scelte e che punisce inesorabilmente chi spreca un turno o chi calibra malamente il tempismo delle azioni. Tra le imperfezioni potremmo citare forse la scarsità cronica di monete, che spinge il primo giocatore in ogni round a correre a occupare l’azione treasury: ma con l’affinamento delle strategie si riesce a ottenere fondi ‘lateralmente’, senza spendere un intero, preziosissimo turno. In generale, Genotype è un gioco decisamente consigliabile, anzitutto a chi ami le meccaniche su cui è basato, ma anche a chi abbia interesse verso il tema, trattato davvero con i guanti, con modalità che sarebbe bellissimo se facessero scuola, rendendo un po’ meno ‘aridi’ gli eurogame privi di velleità didattiche.
Tre pregi di Genotype | Tre difetti di Genotype |
È molto tematizzato | Non ha nulla di rivoluzionario |
Nonostante sia ‘didattico’, funziona molto bene come gioco | L’ergonomia può essere perfezionata |
I dadi colorati sono adorabili | Alcune mosse sembrano mal calibrate |