A sorpresa, Stonemaier Games ha pubblicato una re-implementazione di Wingspan a tema pesci. È un gioco interessante o solo un modo per monetizzare un marchio fortunato?
I nostri video dedicati a Finspan su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica
1. Tener nascosti i giochi
Tanto si potrebbe dire riguardo a Stonemaier Games, la casa di produzione capitanata da Jamey Stegmaier a cui si devono tanti successi (Viticulture, Scythe, Wingspan, Tapestry), ma certo non si può negare che si tratti di una realtà estremamente abile dal punto di vista della comunicazione commerciale. Il suo punto di forza maggiore è forse la capacità di ‘controllare’ il cosiddetto hype, ovvero l’entusiasmo e l’attesa del pubblico, calibrando attentissimamente le informazioni e imponendo rigorose policy NDA (non disclosure agreement) a pubblicazioni e content creator. In un’epoca in cui sembra impossibile tenere nascosto alcunché, Stonemaier riesce a costruire un gioco, testarlo, produrlo in massa e cominciare anche a spedirlo ai quattro angoli del globo senza che nessuno ne sappia niente: l’annuncio dell’esistenza del prodotto arriva quando mancano solo pochi giorni al vedersi il prodotto stesso recapitato a casa. È a tutti gli effetti l’opposto di quel che accade quando un gioco viene realizzato tramite crowdfunding: il lasso di tempo che trascorre tra l’annuncio e il finanziamento del gioco e la sua effettiva disponibilità è spesso di anni, ma mantenere l’hype alto così a lungo è quasi impossibile, e questo spiega perché non sia così raro vedere giochi messi in vendita subito dopo la consegna, quasi a suggerire che nel frattempo il suo compratore abbia esaurito ogni interesse verso il prodotto. Il gioco di cui ci apprestiamo a parlare è comparso dal nulla, come una epifania, tanto che in molti hanno pensato a un pesce d’aprile anticipato: invece Finspan esiste davvero. Scopriamo di cosa si tratta.
2. Giocabilità generale
Finspan mette i giocatori nei panni di studiosi degli ecosistemi marini, intenti a individuare pesci e a studiarli nel corso di immersioni nei mari e negli oceani. Le partite hanno durata fissa: sono divise in 4 round di 6 turni ciascuno, per un totale di 24 turni per giocatore.
Nel suo turno, il giocatore può svolgere una tra 2 possibili azioni: giocare un pesce o effettuare un’immersione.
Per giocare un pesce, il giocatore di turno prende una carta pesce dalla sua mano e la piazza su uno slot della sua plancia personale. La plancia si sviluppa in verticale ed è divisa in 3 colonne, ciascuna delle quali è a sua volta divisa in 3 zone di luminosità: luce verso l’alto, penombra nel mezzo, oscurità nel basso. Ogni pesce ha determinati requisiti in termini di luminosità e talvolta richiede anche di essere piazzato in una colonna specifica: le carte hanno poi un costo, che può essere in carte, che andranno spostate dalla mano alla propria personale pila degli scarti, o in uova o in pesciolini, che sono le altre risorse presenti nel gioco. Alcuni pesci richiedono anche, per essere giocati, di ‘mangiare’ un altro pesce, ovvero di essere collocati sopra a un pesce già giocato in precedenza che sia di misura più piccola. Va detto peraltro che sulla plancia sono pre-stampati 3 pesci molto piccoli, quindi è possibile fin da subito far ‘mangiare’ una preda a un pesce che lo richieda. Se il pesce prevede un’azione che scatta quando viene giocato, andrà risolta quell’azione immediatamente. Il giocatore tiene conto delle azioni svolte tramite pedine del suo colore, che nel caso del giocare pesci vanno piazzate su un apposito spazio in alto sulla plancia.
Sia la mano sia gli scarti vanno tenuti scoperti di fianco alla propria plancia: in questo gioco non esistono informazioni nascoste. Uova e pesciolini vanno sempre tenuti sulla plancia: ogni pesce può contenere al massimo un uovo, mentre non c’è limite al numero di pesciolini che possono essere presenti in uno slot, che può anche essere vuoto. Quando 3 pesciolini si trovano insieme in uno slot, formano un banco (school) e vanno sostituiti con l’apposito segnalino: i banchi valgono ciascuno ben 6 punti a fine partita, mentre uova e pesciolini valgono 1 punto ciascuno.
Se nel proprio turno il giocatore decide di effettuare un’immersione, piazzerà una propria pedina in cima a una delle 3 colonne e la sposterà verso il basso, ottenendo tutte le ricompense ‘attraversate’ dalla pedina. Può trattarsi di ricompense prestampate, ma anche presenti su carte pesce giocate in precedenza. Il fondo della colonna prevede un’azione bonus che viene svolta solamente la prima volta che si effettua un’immersione in quella colonna nel corso di un round. La colonna a sinistra è collegata principalmente all’ottenimento di carte, quella al centro all’ottenimento di uova e quella a destra allo schiudere le uova (ovvero al sostituirle con pesciolini). Muovere i pesciolini e i banchi richiede un’azione specifica, anch’essa collegata alla colonna a destra: mentre i pesciolini possono stare in ogni slot in qualunque numero, solo 1 banco può esserci in un singolo slot.
Al termine di ogni round, i giocatori controllano quanti punti hanno realizzato sulla base dell’obiettivo per il round; se si usa la modalità avanzata, c’è un piccolo bonus per chi ha ‘risolto’ meglio l’obiettivo. Alla fine del quarto round, la partita termina: ai punti già ottenuti si sommano i punti dati dai pesci, i punti dati dalle uova, dai pesciolini e dai banchi, e i punti dati dalle abilità di colore giallo (che scattano appunto a fine partita). Chi ha più punti è il vincitore.
3. Componentistica
Finspan è un gioco dalla produzione decorosa, senza particolari arditezze ma comunque di buon livello. Le illustrazioni dei pesci sono molto curate e ricordano quelle che si trovano sui libri per ragazzi dedicati agli animali, e le plance dei giocatori hanno un bel background con disegnato un ambiente marino: una caratteristica veramente inaspettata è che le plance sembrano uguali ma in realtà sono tutte diverse perché sul retro hanno ciascuna una diversa sezione del planisfero, quindi unendole tutte e 5 si ottiene una grande raffigurazione di tutto il pianeta, con particolare attenzione dedicata ai mari e agli oceani. Non esistono componenti tridimensionali a esclusione dei piccoli meeple usati per segnare le azioni: le uova, i pesciolini e i banchi sono tessere di cartone. Nelle foto a correndo di questo articolo vedete le versioni migliorate di questi componenti, che vanno però acquistate a parte.
La scatola contiene un insert di plastica per conservare le carte e le pedine: però ha il problema di non essere adatto a contenere carte imbustate. Va detto peraltro che la scatola resta in buona parte vuota anche dopo averci messo dentro tutte le componenti: può trattarsi di una scelta atta a permetterle di contenere, in futuro, anche eventuali espansioni.
4. Analisi
Finspan è una versione più semplice e accessibile di Wingspan: è stata semplificata la gestione delle risorse, resa meno importante la costruzione del motore, tolta quasi completamente l’interazione tra giocatori, eliminate del tutto le informazioni nascoste. Ogni partecipante ha una mano di carte completamente aperta e una sua personale pila degli scarti, non esiste più un display di carte da cui pescare né un pool di risorse tra cui scegliere, che in Wingspan prendeva le forme dei dadi con il cibo. Il giocatore prende tutto ciò di cui ha bisogno in piena autonomia, attivando le ‘colonne’ della sua plancia, che raggiungeranno il grado massimo di efficienza semplicemente piazzando 2 carte in ciascuna di esse, quindi in tempi molto rapidi: i pesci hanno infatti quasi tutti abilità che scattano appena li giochiamo e non quando li attiviamo nelle azioni di ottenimento risorse. Ne consegue che sarà difficile avere grandi differenze tra giocatori per quel che riguarda l’efficienza del motore creato: il più delle volte, i tableau avranno una ‘potenza di fuoco’ più o meno equivalente.
Certo, alcune buone idee ci sono. Il fatto che molti pesci costino carte, e che quindi le carte pesce siano a tutti gli effetti risorse multi-funzione, è interessante, anche se non si tratta certo di un’idea nuova. È anche arguto il fatto che esista un’apposita azione che ci permette di recuperare carte dalla pila degli scarti: all’inizio della partita possiamo usare pesci particolarmente potenti come ‘pagamento’ sapendo che poi li recupereremo con comodo per giocarli nelle fasi finali. Anche la gestione dei pesciolini e dei banchi di pesci è un elemento curioso e originale, che inserisce a tutti gli effetti nel gioco una inedita meccanica di pick up and delivery.
Il peccato è che queste buone idee siano state inserite in un gioco da cui è stata tolta quasi ogni interazione e quasi ogni velleità da ‘vero’ engine building. Finspan è un gioco che sembra avere il timore di mettere anche a minima prova il fruitore, sia per quel che riguarda l’aspetto puramente competitivo sia per quanto concerne il dispiegamento di un soddisfacente arco di sviluppo delle azioni. Capiamo benissimo la volontà di parlare a tutto il vastissimo pubblico che cerca esperienze rilassanti e prive di competizione eccessiva: ma l’originale Wingspan non è mai stato etichettato come troppo ‘cattivo’ da questo punto di vista. Anzi: se i gamer duri e puri avevano perplessità riguardo al gioco originale, era proprio per il suo essere fin troppo ‘disarmato’.
Finspan non è chiaramente pensato per fruitori che cerchino complessità e interazione: è un gioco molto semplice e molto rilassante, che darà il meglio soprattutto se i partecipanti avranno interesse verso il tema. D’altro canto, qualche buona idea che possa attirare un gamer di aperte vedute c’è. Se verranno pubblicate espansioni, cosa peraltro molto probabile, è possibile che possa arrivare maggiore profondità.
Tre pregi di Finspan | Tre difetti di Finspan |
Le illustrazioni dei pesci sono molto curate e piacevoli. | L’interazione, che già in Wingspan non era certo feroce, è stata quasi del tutto eliminata. |
Le meccaniche di movimento di pesciolini e banchi sono nuove e originali. | La costruzione del motore ha perso rilevanza. |
C’è il flavor text sulle carte! | Le plance occupano molto spazio sul tavolo e si ‘incastrano’ con difficoltà. |
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