Il designer canadese Zakir Jafry propone un gioco di set collection che ci mette nei panni di fotografi a caccia del mitico uccello del paradiso.
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Esempio di gioco
Analisi critica
1. Confronti inevitabili
Gli uccelli del paradiso sono una famiglia di volatili che vive nelle foreste pluviali, in particolare nella Nuova Guinea, grande isola nell’Oceano Pacifico. Tecnicamente sono passeriformi, strettamente imparentati con gli uccelli più comuni che vivono nel nostro continente: si differenziano da essi però per lo spiccato dimorfismo sessuale, che conferisce ai maschi, per ragioni di selezione nel corteggiamento, tratti colorati e vistosi, quali lunghissime penne caudali, creste iridescenti o bizzarre escrescenze carnose. I primi esploratori europei furono stupefatti dall’aspetto di questi volatili, tanto da ribattezzarli appunto “uccelli del paradiso”: e tutt’oggi i birdwatcher li considerano tra le ‘prede’ più ambite. Zakir Jafry è per l’appunto un fotografo appassionato di volatili, e ha deciso di trasformare questa sua passione in un gioco da tavolo, il primo a uscire dalla sua penna: si tratta di Birdwatcher, pubblicato da Oni Games e Renegade Game Studios dopo una fortunata campagna Kickstarter. La mossa non era priva di rischi: tutti i giochi da tavolo a tema ornitologico non possono che essere confrontati con il mostro sacro Wingspan di Elizabeth Hargrave, del quale la ‘progenie’ può dar l’impressione di stare solo cercando di sfruttare l’onda lunga. Eppure Birdwatcher è un gioco molto diverso da Wingspan: ha ambizioni più circoscritte, e meccaniche interamente ruotanti attorno al set collection, senza alcuna ‘sbandata’ più complessa in direzione dell’engine building. Vediamo un po’ più nel dettaglio di cosa si tratta.
2. Giocabilità generale
In Birdwatcher i giocatori sono fotografi intenti a immortalare i più begli esemplari di uccelli del paradiso: questi ultimi sono rappresentati da carte, che i giocatori devono raccogliere e sistemare nella loro raccolta personale (il loro photo journal) così da massimizzare l’ottenimento di punti a fine partita. Nel proprio turno, il giocatore ha a disposizione 3 azioni, e può scegliere quelle che preferisce, anche ripetendo la stessa più volte.
L’azione take a photo permette di fotografare un uccello: concretamente questo significa spostare una carta dal proprio albero, ossia la zona sopra la nostra plancia personale, al nostro photo journal, ovvero la zona sotto la nostra plancia personale. Per effettuare l’azione è necessario che sul proprio albero vi siano almeno 2 uccelli, perché ogni volta che fotografiamo un uccello un altro volatile si spaventa, ovvero lascia il nostro albero per spostarsi nel clearing, una plancia comune dotata di 4 slot nei quali organizzare altrettanti mazzi di carte scoperte. Un uccello spaventato va collocato nel clearing girato di lato, a indicare che fino alla fine del turno non è più possibile interagire con esso. Il photo journal va organizzato come una fila di carte parzialmente sovrapposte, così da lasciare visibili solamente il lato sinistro delle carte, dove sono indicati i punti che quella carta darà a fine partita. Alcuni uccelli danno punti in base al set di cui fanno parte, altri invece danno una quantità di punti fissa. Il giocatore deve organizzare i set come una sequenza continua: se un uccello non appartenente al set viene fotografato prima che il set venga completato, quel set resterà incompleto.
L’azione bird call permette di ‘chiamare’ con un fischietto speciale tutti gli uccelli appartenenti alla stessa specie (i birdwatcher fanno davvero così per far avvicinare i volatili): all’atto pratico questo significa spostare sul proprio albero tutti gli uccelli uguali presenti nel clearing e nella jungle. Quest’ultima è un display di 3 carte scoperte che viene sempre riempito ogni volta che una carta viene prelevata: le carte nel clearing, invece, sono come già spiegato degli ‘scarti’ e sono organizzate in 4 pile sulla base delle mosse fatte dai giocatori. È importante sottolineare che ogni albero può avere al massimo 6 uccelli sui propri rami.
L’azione run into the jungle permette di ‘spaventare’ gli uccelli nella giungla così da allontanarli e poterne avvistare di nuovi: concretamente significa spostare tutte le carte nella jungle verso il clearing e scoprire 3 nuove carte.
L’azione zoom lens permette di fotografare un uccello presente nell’albero di un altro giocatore: lo si piazza direttamente nel proprio photo journal, ma il giocatore a cui è stato ‘rubato’ l’uccello ne dovrà ottenere un altro in cambio e in più potrà pescare un uccello alla cieca dal mazzo. Questa azione ne costa 2, quindi va svolta con parsimonia.
Un altra azione che costa doppio è l’azione publish, che permette di pubblicare le proprie foto nelle riviste scientifiche. All’atto pratico significa prelevare una carta pubblicazione dall’apposito display, chiamato academy, e piazzarla nel proprio photo journal, come si farebbe con un uccello. Le carte pubblicazione fanno ottenere punti aggiuntivi sulla base di determinate condizioni, quindi fungono un po’ da carte obiettivo. Sulle carte pubblicazione vi sono anche dei simboli libro: a fine partita chi ne ha di più otterrà un bonus e chi ne ha di meno un malus.
Alcuni uccelli riportano il simbolo di un insetto: se fotografiamo quegli uccelli, otterremo anche il token del relativo insetto. I token insetto danno punti a fine partita sulla base di quanti insetti diversi possediamo, ma possono anche essere spesi nel corso del gioco per ottenere azioni aggiuntive.
Si prosegue a turno finché uno dei giocatori non piazza nel suo photo journal un certo numero di carte, che dipende dal numero di giocatori. Si termina il round in corso e si procede al calcolo dei punti. I giocatori ottengono punti per gli uccelli fotografati, per le carte pubblicazione e per i set di insetti. Si ottengono punti anche se si ha la maggioranza di black sicklebills, una delle specie di uccelli, e anche se sulla base della varietà delle specie fotografate. Chi ha più punti è il vincitore.
3. Componentistica
Uno dei maggiori punti di forza di Birdwatcher è senza dubbio la bellezza delle sue illustrazioni, non certo seconda rispetto a quelle, celeberrime, realizzate per Wingspan. Anche in questo caso l’autrice è una donna, Lauren Helton, biologa e illustratrice scientifica, qui al suo primo impiego nel mondo dei giochi da tavolo. Il soggetto certamente aiuta, ma la grazia e l’eleganza con cui il tratto di Helton rappresenta questi magnifici volatili sono eccezionali, tanto che ogni carta meriterebbe di diventare un quadro. Per il resto, il gioco è compatto e non presenta altri materiali degni di nota: le plance di cartoncino svolgono il loro lavoro ma non sono così importanti, anche se apprezziamo molto il fatto che le plance personali riassumano tutte le azioni disponibili nonché i criteri con cui si calcolano i punti, e i segnalini con gli insetti sono piccoli tasselli di cartone, adeguati allo scopo (in queste immagini vedete i token di legno che sono contenuti nell’edizione speciale per Kickstarter). È encomiabile anche il fatto che il gioco includa un pratico blocco segnapunti e che la scatola sia di dimensioni ridotte e a bassissimo impatto, pur vantando un pratico insert in cartoncino.
4. Conclusioni
Birdwatcher è un gioco funzionale ma privo di elementi di originalità sopraffina: è un set collection molto classico, nel quale dobbiamo prelevare elementi, in questo caso carte, con il giusto tempismo così da ‘ordinarli’ in modo che rendano il massimo in termini di punti. Forse il suo elemento di caratterizzazione maggiore è il modo particolare in cui organizza l’interazione dei giocatori con i vari display: da un lato c’è la jungle, un normalissimo display che si riempie ogni volta che viene anche solo parzialmente svuotato, ma dall’altro lato c’è il clearing, che si configura invece come l’insieme di 4 diversi mazzi degli scarti, dalla cima dei quali però è possibile per tutti prelevare carte (a meno che l’uccello in questione non sia ‘spaventato’). Questo significa che quando scarto uccelli dal mio albero devo stare attento a come collocarli: se so che quegli uccelli possono servire ad altri giocatori, farò bene a cercare di coprirli quanto prima con altre carte, così da renderli almeno temporaneamente inaccessibili. Le carte pubblicazione, dal canto loro, rendono le partite più varie, dando punti bonus sulla base di vari criteri, la cui soddisfazione darà una certa direzione alla nostra strategia: anche se va detto che la ‘potenza’ di queste carte non sembra così decisiva se paragonata allo sforzo necessario per accaparrarsele e per ‘completarle’. Birdwatcher non farà la storia e se paragonato a Wingspan non può che uscirne con le ossa rotte: ma può rappresentare un buon diversivo se siete appassionati di volatili e se amate la meccanica del set collection.
Tre pregi di Birdwatcher | Tre difetti di Birdwatcher |
Le azioni sono tutte ben tematizzate. | Le meccaniche non sono particolarmente originali. |
Il modo in cui funziona il clearing è interessante e creativo. | Le carte pubblicazione non sembrano potenti come meriterebbero. |
Le illustrazioni degli uccelli sono favolose. | Il gioco non è molto vario (soprattutto se paragonato a Wingspan). |