L’autore veterano Scott Almes si misura per la prima volta con un gioco per soli 2 giocatori, mettendoci dentro tantissime (forse troppe) meccaniche.
I nostri video dedicati a Beer & Bread su YouTube:
Esempio di gioco
Analisi critica
1. Panettieri e birrai
Molti giochi per soli 2 giocatori nascono come spin off di titoli celebri, tanto che spesso aleggia su di essi il sospetto che si tratti di pure e semplici operazioni di speculazione commerciale. Nel caso di Beer & Bread, invece, siamo di fronte a un prodotto che nasce come gioco per coppie, pur scegliendo una ambientazione da comfort zone per gli eurogame di peso medio, ovvero la bucolica campagna di un generico medioevo. I giocatori gestiscono ciascuno un panificio e un birrificio: sono dunque chiamati a raccogliere risorse dai campi e a trasformarle in prodotto finito, stando però attenti a mantenere un certo equilibrio, visto che alla fine a contare sarà solo il punteggio dato dal prodotto meno fruttuoso. L’autore di quest’opera è Scott Almes, game designer dal curriculum importante: a lui si devono, in particolare, molti giochi della collana Tiny Epic, ma anche il mastodontico 4x fantasy intitolato Heroes of Land, Air and Sea. Non sorprende che una penna così versatile ci proponga un gioco così elaborato nonostante la confezione piccola e la durata limitata: vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
2. Giocabilità generale
Beer & Bread è un gioco di gestione risorse e risoluzione di contratti con durata fissa di 6 round, alternati sotto forma di annate fertili e annate siccitose. In ogni round ciascun giocatore gioca 5 carte: ma cambia il modo in cui le carte vengono gestite e anche la quantità di risorse disponibili.
Il primo round è una annata fertile. I giocatori ricevono ciascuno 5 carte: a partire dal primo giocatore, chi è di turno gioca una carta e passa le carte rimanenti all’altro giocatore, e si procede in questo modo fino alla fine del round.
Le carte possono essere usate in 3 modi diversi: per ottenere risorse, per risolvere contratti o per effettuare migliorie. Le carte usate per ottenere risorse vanno impilate di fronte a sé: per ogni carta giocata, si ottengono le risorse indicate nella parte superiore, più tutte le altre risorse dello stesso tipo presenti su carte giocate in precedenza. Le risorse vanno prelevate dai campi e sono in quantità limitata, più bassa durante le annate siccitose: le risorse prelevate finiscono nel magazzino del giocatore, che ha solamente 9 slot. Le risorse in eccedenza vanno obbligatoriamente passate all’avversario: se nemmeno lui ha spazio per tutte, quelle in eccedenza vengono scartate. Nella parte centrale, le carte rappresentano una birra o un pane e la quantità di risorse necessaria per produrli: se usate per produrre birra o pane, le carte vanno piazzate sul birrificio o panificio del giocatore, e le risorse utilizzate vanno scartate. Il birrificio e il panificio possono contenere ciascuno solo 1 carta: per ‘liberarli’ e poter produrre altra merce è necessario giocare migliorie. Queste ultime compaiono nella parte inferiore delle carte e prendono la forma di vantaggi permanenti di vario tipo: alcune aumentano la produzione di una risorsa, altre ampliano il magazzino, altre ancora danno punti a fine partita. Se il giocatore decide di giocare una miglioria, infila la relativa carta nell’apposito slot sotto il suo lato del tabellone, dopodiché toglie le eventuali carte presenti sul birrificio e sul panificio e le sistema in una sua pila personale coperta.
Quando i giocatori hanno esaurito le 5 carte, il round termina e si passa alla successiva annata siccitosa. Le carte usate per ottenere risorse vengono raccolte dal giocatore che le ha utilizzate, dopodiché la mano di ciascun giocatore viene riportata a 5 carte; i campi vengono riempiti di risorse, ma in numero minore rispetto alle annate fertili; infine, si scoprono 3 carte e le si posiziona nel display delle carte scambiabili. Il round funzionerà nello stesso modo del precedente, con due importanti differenze. Anzitutto, i giocatori tengono la propria mano di carte dall’inizio alla fine senza scambiarla con l’avversario; in secondo luogo, un giocatore può sempre decidere di scambiare una sua carta con una delle 3 carte scambiabili, per poi giocare immediatamente quest’ultima.
Il gioco prosegue in questo modo fino alla fine del sesto round. A quel punto si procede al calcolo dei punti: i giocatori sommano separatamente il valore di tutti i pani e di tutte le birre prodotte, e aggiungono ai due totali eventuali punti extra dati dalle migliorie. A fungere da punteggio finale, però, sarà il valore più basso tra i due: i giocatori sono quindi spinti a produrre birra e pane in modo bilanciato, senza concentrarsi eccessivamente in uno dei due ambiti. Chi ha più punti è il vincitore.
3. Componentistica
Beer & Bread riposa all’interno di una scatola dalle dimensioni contenute, come 7 Wonders Duel o come Roam: i materiali sono comunque di pregio, a partire dalle irresistibili risorse in legno sagomato, peraltro caratterizzate da una certa sensazione di familiarità per i giocatori che abitualmente frequentano gli eurogame ambientati nel Medioevo. Il tabellone è fin troppo grande e ha parecchi spazi inutilizzati: probabilmente si è scelto di farlo così esteso per permettere un migliore alloggiamento per le carte miglioria, divise in tante categorie differenti. Le illustrazioni sono del celebre Michael Menzel, famoso per essere l’autore, oltre che l’illustratore, del popolare Leggende di Andor. Va sottolineato che il gioco include anche un pratico blocco segnapunti.
4. Conclusioni
Beer & Bread è un gioco interessante, che mischia tante meccaniche diverse e che presenta, sulla carta, una giocabilità molto ricca e molto varia. C’è il draft, c’è la gestione risorse, c’è la risoluzione di contratti, c’è l’engine building, c’è il sistema di punteggio alla Reiner Knizia che premia non chi fa più punti ma chi i punti li ‘gestisce’ meglio. Abbiamo però inserito quell’inciso, “sulla carta”, non a caso: questo gioco sembra infatti funzionare meglio in teoria anziché in pratica. Nel momento in cui le meccaniche si incontrano col tavolo, per così dire, il loro intreccio dà vita a una sequenza di mosse meccanica e ripetitiva, nella quale ci si trova a fare a botte più col gioco che non col proprio avversario. Il problema maggiore, secondo noi, è l’impossibilità di programmare efficacemente strategie a lungo termine: sia perché in metà dei round dobbiamo scambiare le carte con l’avversario, perdendo quindi il controllo sulla nostra mano, sia perché la dimensione del magazzino è talmente ridotta da costringerci a ragionare un contratto dopo l’altro. Quest’ultimo punto è, secondo noi, il limite ‘architettonico’ maggiore dell’opera: il magazzino non consente di stoccare risorse in eccesso, dato che ha 9 spazi e i contratti più redditizi ne richiedono ben 7. Quindi si è costretti a procedere per step successivi, e a ricominciare da capo dopo ogni risoluzione. Questa caratteristica, peraltro, rende anche in gran parte vana la regola secondo cui le risorse in eccesso vanno date all’avversario: quest’ultimo sarà quasi sempre nelle nostre stesse condizioni, ovvero col magazzino pieno, alla ricerca disperata della giusta combo di risorse per risolvere un certo contratto, quindi quello che gli passeremo andrà inevitabilmente scartato. La frammentazione delle azioni si accompagna poi a una certa mancanza di spessore della componente di engine building, che spesso è la meccanica che maggiormente contribuisce a rendere variabili le partite: il sistema delle migliorie ha una rilevanza trascurabile e il più delle volte utilizzeremo la relativa azione più per liberare il panificio e/o il birrificio che non per la reale bontà della miglioria. Avrebbe forse aiutato cominciare la partita già con qualche miglioria attiva, così da dare una leggera asimmetria, o dare alle migliorie un peso maggiore potenziandone funzione ed effetti. Così com’è, Beer & Bread sembra più un bell’esperimento, godibile per qualche partita e apprezzabile per chi è capace di guardare il gioco ‘dall’alto’, apprezzandone le ambizioni, che non un meccanismo che funzioni efficacemente sul lungo periodo.
Tre pregi di Beer & Bread | Tre difetti di Beer & Bread |
L’idea generale è interessante e coinvolge molte meccaniche diverse. | La giocabilità è un po’ macchinosa e ripetitiva. |
Il sistema di punteggio impone strategie bilanciate. | La scarsa capienza del magazzino impedisce strategie a lungo termine. |
La produzione è buona e le risorse in legno sono piacevoli da maneggiare. | Le migliorie non sono ben implementate. |
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