Ermeneutica di una strana e talvolta molesta specie di frequentatori di newsgroup e forum: gli Oblivion hater.
[articolo originariamente pubblicato il 25 luglio 2008]
1. Premessa
Sul gioco di ruolo The Elder Scrolls IV: Oblivion abbiamo detto, in questo sito, tutto quello che c’era da dire: recensioni, anticipazioni, analisi. Il nostro giudizio è stato (ed è tuttora) decisamente entusiastico, come del resto quello della totalità della critica specializzata. Facciamo qualche esempio. Gamespot dà a Oblivion 9.3/10 e la sigla “Editor’s choice”, aprendo la sua recensione con la frase “Oblivion è semplicemente uno dei migliori giochi di ruolo mai realizzati”. IGN dà lo stesso voto e conclude dicendo “se siete amanti dei giochi di ruolo, questa è un’esperienza incredibile”. Gamespy, tra i meno entusiasti, dà comunque il voto 4/5 e afferma che il gioco rappresenta un raggiungimento incredibile, leggermente incrinato solo dalle sue inconsistenze tecniche. Passando all’italiano, Multiplayer.it dà a Oblivion 9.4/10 e conclude la recensione affermando che il gioco è “un’esperienza imprescindibile per ogni giocatore che si rispetti, appassionato e non”. La rivista Giochi per il mio Computer, tramite l’allora caporedattore e ora direttore Paolo Paglianti (ritenuto uno dei massimi esperti italiani di videogiochi) dà a Oblivion 9/10 e inizia la recensione con la frase: “Più che di gioco di ruolo, parliamo di perfezione”. Potremmo andare avanti per molte righe a elencare siti con voti simili, e facciamo anche notare il fatto che, nei siti che consentono ai visitatori di dare anche loro il voto al gioco, il giudizio medio del lettore normalmente supera quello, già altissimo, del critico. A quanto pare, quindi, siamo di fronte a un capolavoro o quasi. Certo, la critica non è una scienza esatta, molti autori di quelle recensioni avranno sbagliato, saranno tendenziosi, magari qualcuno sarà pure corrotto… ma è abbastanza ardito pensare che tutti indistintamente compiano un errore sesquipedale e conferiscano il massimo dei voti a un prodotto finanche mediocre. Eppure. Immaginiamo di aver bisogno di qualche consiglio sul gioco e di avere l’idea di scrivere in un newsgroup o in un forum di appassionati. Non passeranno molte ore prima che qualche solerte utente, auto-nominatosi “esperto”, approfitti dell’occasione per iniziare una sessione di uno sport che tra gli appassionati va molto di moda: la demolizione del prodotto di Bethesda. Succede quasi ogni volta che qualcuno tira in ballo Oblivion, per qualunque motivo: ben presto la vera discussione passa sullo sfondo ed è tutto un “Bethesda vai all’inferno”, “Oblivion è l’anticristo”, “un bambino avrebbe fatto di meglio”, “ma perché non vanno a lavorare” e via di questo passo. Gli estensori di quest’alta filosofia sono talmente numerosi da aver meritato una vera e propria categoria di definizione: gli Oblivion hater (o anche i Bethesda hater), ed è proprio di loro che vuole parlare quest’articolo semiserio. Ci spinge a scriverlo il fatto che, anche se spesso sono divertenti nella loro foga totalmente irrazionale, gli Oblivion hater talvolta agiscono da troll professionisti, impedendo la discussione costruttiva proprio nei luoghi che sarebbero deputati a ospitarla. C’è infatti una certa differenza tra l’esprimere una critica e il bandire una crociata, e la differenza è per l’appunto, fondamentalmente, la razionalità. Qui proveremo, senza la pretesa di essere esaustivi, a tracciare una interpretazione di questo strano fenomeno che bene o male avrà toccato anche molti dei frequentatori di questo sito, dalla parte dei carnefici o da quello delle vittime. Inizieremo con il trattare e il contraddire le argomentazioni degli Oblivion hater, per poi analizzare l’atteggiamento di chi conduce questa strana crociata, concludendo infine con una riflessione riguardante alcune possibili motivazioni alla base di questo fenomeno.
2. Argomenti dell’hater
Prima di valutare e contraddire le argomentazioni degli Oblivion hater, è necessario premettere almeno un paio di cose. Anzitutto, in questa sede l’obiettivo che ci poniamo non è difendere il prodotto di Bethesda né darne un terzo giudizio: le due recensioni qui pubblicate credo riescano a definire pregi e difetti di questo gioco, almeno secondo la nostra opinione, in modo più che adeguato. Lo scopo di questo articolo è, invece, far emergere l’irrazionalità degli heter e la tendenziosità delle loro argomentazioni, al di là del gioco (e dei difetti) di cui si sta parlando. In secondo luogo, ci tocca ahinoi constatare che spesso il confronto con gli hater non è difficile a causa della loro irrazionalità/tendenziosità, ma più semplicemente della loro immaturità. È un problema che abbiamo già toccato più volte: il pubblico dei videogame, soprattutto quella parte di pubblico che ha molto tempo libero e che quindi affolla i forum e i newsgroup, è composta in gran parte da persone che riescono a stento a mettere insieme una frase in italiano corretto o a effettuare argomentazioni elementari senza contraddirsi dopo poche righe. La rete in questo senso è deleteria perché la forza della parola scritta e la mancanza di interlocutori adeguati fa sentire esperti e “importanti” utenti che in realtà non hanno mai affrontato il discorso critico con cognizione di causa.
Detto questo, passiamo alle argomentazioni degli hater. Riunire in un articolo pezzi di discussione presi qua e là da diversi forum sarebbe stato lavoro atroce, ma fortunatamente qualcuno ha deciso di aiutarci creando un piccolo sito che potremmo considerare una sorta di bibbia dell’Oblivion hater: si intitola Why Oblivion Sucks, ossia “perché Oblivion fa schifo”. E’ suddiviso in nove sezioni (la decima è “coming soon” da molti mesi), che ora analizzeremo.
2.1 L’interfaccia
La prima sezione se la prende con l’interfaccia di Oblivion, giudicata mal fatta, incoerente e soprattutto derivata pesantemente dalle console. L’astio con cui l’autore tratta queste ultime e i toni apocalittici che egli utilizza (per esempio affermando che “Bethesda ha tradito il computer, i cui utenti sono coloro che hanno fatto diventare grande la serie The Elder Scrolls!”) fanno capire molte cose riguardo l’elitismo che spesso permea, come vedremo anche in altre occasioni, l’hater. La prima osservazione da fare qui è la palese falsità di alcune tesi sostenute, come ad esempio di quella appena citata: a fare “grande” la serie TES in realtà sono stati precisamente gli utenti di console, dato che il capitolo che ha preceduto Oblivion, Morrowind, ha venduto molte più copie nella sua incarnazione per Xbox che in quella per PC. Si può dire con ragionevole certezza che Bethesda si è arricchita proprio grazie alle console e che anzi questa casa di sviluppo è la maggior responsabile dell’allargamento del bacino di utenza del RPG dal computer alle console; questo è un merito, ma secondo molti hater è ovviamente una colpa. L’autore del sito paragona poi l’interfaccia di Oblivion a quella di Morrowind, sottolineando il fatto che quest’ultima era infinitamente più pratica; è vero, ma si dimentica di dire che era anche infinitamente meno piacevole allo sguardo e meno curata nei dettagli. Il menu di Oblivion è più contorto di quelli di Morrowind, ma pensare di riprodurre delle anonime e spoglie finestre da sistema operativo in un titolo next-gen sarebbe stato non solo azzardato ma assolutamente folle. La grandezza eccessiva delle icone, dei caratteri e degli artwork è un difetto comune a moltissimi titoli che provengono dalle console: potremmo citare il recentissimo Mass Effect oppure Jade Empire, giusto per rimanere nell’ambito del RPG; eppure stiamo ancora aspettando che qualcuno apra dei siti per spiegarci la bruttezza di questi giochi. Senza contare che in essi le icone enormi sono immodificabili, mentre per Oblivion sono usciti mod che hanno rivoluzionato l’interfaccia fin dai primi giorni dopo l’uscita. Per gli hater però, manco a dirlo, i mod sono un difetto anziché un pregio, come vedremo. Le critiche si addentrano poi in ambiti che è forse addirittura troppo definire marginali, come la possibilità di mappare le scorciatoie da tastiera: come vedremo è tipico dell’hater perdersi nei dettagli e dimenticare il quadro d’insieme. L’autore conclude con una critica pesante alla scelta di raffigurare il personaggio giocante a fianco di ogni menu anziché di lasciare quello spazio per altre informazioni: evidentemente a questo “esperto” non è mai venuto in mente che gran parte del divertimento in un RPG può derivare proprio dall’aspetto dell’avatar, che muta in seguito al ritrovamento e all’equipaggiamento di nuovi oggetti magici.
2.2 Le semplificazioni
La seconda grande lamentela del portavoce degli hater riguarda le semplificazioni di cui Oblivion è stato vittima, sempre rispetto a Morrowind; ovviamente il colpevole di questa semplificazione è ancora una volta la console, come afferma perentoriamente il nostro nella premessa a questo capitolo (gaffe clamorosa, visto che… anche Morrowind era multipiattaforma!) Ma scendiamo nei dettagli. Il primo problema è che ci sono meno abilità, e che alcune abilità sono state inserite in altre in modo poco appropriato (è il caso dell’ascia inserita tra le armi contundenti) Su questo tema l’hater ha ragione, ma come sempre esagera: anzitutto la diminuzione delle abilità non ha nessuna conseguenza critica in termini di giocabilità, in secondo luogo certe abilità di cui si lamenta la scomparsa (come l’enchanting) erano effettivamente inutili o sotto-utilizzate. Il secondo problema è che, a detta dell’hater, i livelli di abilità contano meno in Oblivion rispetto che in Morrowind, dato che ad esempio anche chi non è allenato con l’uso delle armi colpisce sempre e comunque. Questa è pura farneticazione: è vero che in Oblivion non c’è più il “tiro per colpire”, ma chi non è allenato nell’uso di una certa arma fa talmente poco danno da risultare quasi inoffensivo. E comunque l’hater dimentica costantemente che nei giochi aperti spetta alla maturità del giocatore non sfruttare le inconsistenze che inevitabilmente si vengono a presentare. Altri problemi: l’abilità di sneaking determina solo la potenza dello sneak attack e non la capacità di nascondersi nelle ombre (falso); le magie non possono fallire, ma sono semplicemente inaccessibili a chi non ha un certo livello di abilità, e questo toglie significato alla crescita delle abilità magiche (opinabile, e comunque l’autore si “dimentica” di dire che l’effetto degli incantesimi diminuisce drasticamente se si indossano armature); la fatica non ha praticamente nessun significato (esagerato ma non del tutto falso). Altro grave difetto di Oblivion riguarderebbe il sistema alchemico: qui l’hater farnetica, dato che a detta di chiunque la gestione dell’alchimia in Oblivion è uno dei punti di forza del gioco ed è sicuramente molto migliore che in Morrowind. Ecco i gravissimi problemi connessi a quest’ambito: la potenza delle pozioni non è più influenzata dall’intelligenza (scelta di design atta a scongiurare proprio gli sbilanciamenti contro cui gli hater si scagliano in continuazione); le pozioni non possono fallire, e questo cancella ogni sfida nell’alchimia (perché?); si possono avere solo quattro pozioni attive alla volta (altro accorgimento atto a scongiurare abusi); la velocità con cui si lanciano gli incantesimi rendono questi ultimi preferibili alle pozioni (totalmente falso); non si possono creare pozioni relative a effetti non ancora scoperti dal personaggio, elemento irrealistico dato che se mischio determinate erbe l’effetto sarà lo stesso sia che io le conosca sia che io non le conosca (esempio sommamente idiota: è necessario saper come trattare le erbe per ottenere determinati effetti; e comunque la scelta di design di Bethesda è semmai perfetta dal punto di vista ruolistico dato che ora non conta niente se il giocatore conosce già l’effetto di una pianta: deve conoscerlo anche il personaggio); l’alchimia comunque è sbilanciata (ci avremmo giurato). L’altro ambito problematico da questo punto di vista è quello, già citato, dell’enchanting. Quelle che all’hater sembrano insopportabili semplificazioni, agli occhi di molti sono solo il tentativo di mettere un po’ di ordine nella confusione che da questo punto di vista regnava in Morrowind. In Oblivion le armi possono avere solo effetti on strike, cioè che si attivano quando l’arma colpisce; abiti e armature invece possono avere solo constant effect, cioè effetti attivi costantemente sul personaggio. Gravissimo problema davvero: mi chiedo come mai nessuno abbia promosso un referendum.
2.3 Il gioco di ruolo
Una delle critiche più diffuse e contemporaneamente più ridicole portate avanti dagli hater è che Oblivion non è un gioco di ruolo: è un gioco d’azione o uno sparatutto, un EUMATE (gioco basato sulla sterile esplorazione di ambienti e accumulo di tesori), un clone di Diablo, tutto ma non un gioco di ruolo. Anche in questo caso evidentemente tutti i critici hanno preso un granchio colossale. La cosa divertente è che affermare che Oblivion non è un GDR è diventato talmente comune nei forum che ormai si tratta di una “verità” accettata anche dai suoi sostenitori, che quando argomentano mettono le mani avanti: “premesso che non è un GDR, trovo che sia comunque un buon gioco…”. Una menzogna ripetuta cento volte al giorno diventa verità, come disse il saggio: in realtà Oblivion non solo rientra al cento per cento in qualunque definizione di GDR, ma è anzi uno dei prodotti che maggiormente si avvicinano a una certa idea di interpretazione. In questa sede abbiamo affrontato questo argomento molte volte e quindi non ci torneremo sopra di nuovo: rimando chi volesse approfondire al saggio Cos’è un gioco di ruolo?, dove viene citato ripetutamente Morrowind, GDR che condivide la medesima filosofia di Oblivion. Ma veniamo ai problemi trattati nel dettaglio dal portavoce degli hater. Il primo riguarda la presenza dei minigiochi, spesso inconsistenti e comunque in contrasto con l’idea stessa di GDR; qui l’hater ha ragione, pur esagerando. Il secondo problema è la natura action del combattimento, in cui entrerebbe in gioco solo l’abilità del giocatore, lasciando in ombra quella del personaggio; questo è totalmente falso, dato che il combattimento in Oblivion, pur essendo in tempo reale, è estremamente lento e accessibile e soprattutto basato quasi completamente sulle abilità del personaggio (chissà cosa penseranno questi hater del combattimento in Mass Effect… niente, anzi di solito lo riempiono di complimenti). Il terzo problema è la pochezza dei dialoghi; sembrerebbe una battuta visto che il gioco ha la più grande quantità di dialoghi registrati rispetto a tutti gli altri giochi in commercio. L’hater però rimpiange i bei tempi di Morrowind, dove c’era molto più testo dato che i dialoghi non erano doppiati; peccato che a suo tempo il sistema di Morrowind venne criticato quasi da tutti per la sua ripetitività e indeterminatezza. Il quarto problema è la scarsa qualità del doppiaggio, incensato invece da tutti i critici per la sua alta qualità. Qual è l’inghippo? Che l’hater, come sempre, si concentra sui dettagli: anziché apprezzare la presenza di centinaia di personaggi dotati di dialoghi personalizzati e doppiati, se la prende col fatto che i mendicanti hanno un tono di voce diverso quando si presentano rispetto a quando parlano di altri argomenti. Con sprezzo del ridicolo, l’hater si chiede a questo proposito come sia possibile pubblicare un gioco in siffatte condizioni; forse non ha ben presente le condizioni con cui ci arriva il novanta per cento degli altri giochi. L’ultimo problema riguardo a quest’ambito, che tra l’altro sarebbe dovuto essere il primo vista la (presunta) gravità, è il fatto che in Oblivion le quest sono lineari, si possono risolvere solamente in un modo. Anche questo è un ottimo esempio di menzogna che a forza di essere ripetuta diventa verità. In realtà le quest di Oblivion si fanno notare proprio per l’estrema varietà e duttilità che le caratterizza: molte hanno finali multipli e consentono al giocatore di schierarsi, e anche quelle che non lo fanno offrono comunque una libertà di approccio che è difficilissimo trovare negli altri RPG in commercio. Chi finora ha sempre prestato fede agli hater e non ci crede può trovare conferma nella guida ufficiale, o anche in uno degli innumerevoli walkthrough presenti in rete.
2.4 La grafica
Ebbene sì: anche nell’ambito in cui Oblivion pare del tutto inattaccabile, cioè sul suo aspetto grafico, l’hater ha da ridire. Il primo problema è che il sistema grafico non è sufficientemente scalabile: puro delirio, dato che al contrario il sistema grafico di Oblivion ha un sistema di opzioni personalizzabili vastissimo rispetto alla maggior parte dei giochi in commercio. Il secondo problema è che le texture che ricoprono i volti sono in bassa risoluzione: altro dettaglio trascurabile trasformato in questione esistenziale. Il terzo problema è che gli ambienti non sono abbastanza vari, almeno rispetto a Morrowind; è vero, ma si è sempre saputo che Cyrodiil è una zona temperata/umida. Forse gli autori avrebbero dovuto sconvolgere il background della serie solo per introdurre ambientazioni più varie? In realtà il fascino di Cyrodiil sta proprio nella sua grande omogeneità di fondo. Il quarto problema è la mancanza di dettagli nell’ambientazione quali impronte, uccelli, insetti: ci si chiede con quale coraggio si possano criticare scenari come quelli creati da Bethesda per questo gioco adoperando argomentazioni tanto fragili. Gli ultimi due problemi citati in questa sezione sono il sistema fisico, ovviamente inutile e poco realistico (in realtà l’introduzione della fisica ha reso possibili notevoli innovazioni nel gameplay, per esempio nella gestione delle trappole), nonché le ombre, la cui gestione è caratterizzata da gravissimi difetti (tipo le ombre che filtrano dai pavimenti, difetto presente in tutti i giochi dotati di un sistema di ombre in tempo reale; ancora una volta, aspettiamo un sito che attacchi con violenza tutti i giochi che presentano questo problema).
2.5 Il livellamento
Il sistema di livellamento automatico presente in Oblivion ha infastidito molti giocatori, tanto che sono usciti mod a riguardo fin dalle prime settimane successive alla pubblicazione del gioco. Tutti concordano sul fatto che il livellamento automatico è stato adoperato da Bethesda in modo troppo indiscriminato, e generalmente le recensioni parlano diffusamente del problema. Non stupisce che gli hater adoperino questo argomento come una delle loro armi principali, ma ovviamente esagerano anche in questo caso: soprattutto, dimenticano che il gioco ha molti sistemi per dare al giocatore il senso della crescita del proprio personaggio, e che comunque esistono i mod, che non sono un difetto ma un pregio. Vediamo il problema nel dettaglio. Secondo l’hater, il livellamento automatico elimina qualunque rischio: falso, dato che il fattore rischio non dipende solo dal livello ma anche dall’equipaggiamento e soprattutto da come viene gestito lo sviluppo del personaggio. Il livellamento automatico danneggia il background, dato che materiali che dovrebbero essere rari diventano molto comuni: su questo l’hater ha ragione. Il livellamento automatico renderebbe inutile la stessa crescita di livello: falso, per i motivi già detti sopra. Il livellamento automatico provoca la netta diminuzione degli oggetti unici: strana preoccupazione per chi afferma di odiare i giochi basati sull’accumulazione di oggetti magici. Il livellamento automatico spinge il giocatore a concentrarsi più sulle statistiche che sull’interpretazione: a parte che si potrebbe dire lo stesso di qualunque GDR, se il giocatore non sa interpretare la mancanza è del giocatore medesimo e non certo dei programmatori. Seguono lamentele sugli inventari dei negozi e sull’arredamento delle case. Tutti problemi affrontati con dovizia di particolari da innumerevoli mod presenti in rete. Perché allora non aprire un bel sito che condanna i difetti della versione 1.0 di Diablo?
2.6 L’intelligenza artificiale
Oblivion avrebbe dovuto vantare una IA molto avanzata, detta Radiant AI, che però è stata semplificata in fase di rilascio perché avrebbe creato fin troppi problemi al giocatore. Questa modifica, peraltro subito ammessa dagli sviluppatori, viene spesso brandita come una clava dagli hater, dimentichi del fatto che comunque l’IA di Oblivion è superiore non solo a quella di Morrowind ma anche a quella della maggior parte dei RPG per computer in commercio. Ecco i problemi sollevati dal portavoce degli Oblivion hater a riguardo. Il primo riguarda la semplicità della routine dei NPC: poco ci sarebbe voluto, secondo l’autore, a renderla più credibile e complessa. Come vedremo una caratteristica tipica dell’hater è la sua quasi nulla conoscenza del mondo della programmazione, che gli fa ritenere “semplice” qualunque modifica e “scarso” l’immane lavoro effettuato da Bethesda per creare il suo mastodontico prodotto. Il secondo problema è la ripetitività delle conversazioni casuali; visto il numero dei NPC presenti nel gioco, ci sarebbe semmai da stupirsi riguardo alla loro varietà. Il terzo problema è la tendenza dei personaggi ad andarsi addosso o a camminare contro i muri; una fattispecie che si verifica assai di rado, come lo stesso hater è costretto a specificare. Il quarto problema è la scarsa abilità dei propri alleati in combattimento, che si metterebbero continuamente davanti al personaggio principale rischiando di essere colpiti dalle sue armi; basti affermare che in centinaia di ore di gioco avrò incontrato questo problema al massimo quattro o cinque volte. Il quinto problema è costituito dalle tendenze suicide dei NPC, che spesso inseguono i nemici fin dentro la lava: anche in questo caso si tratta di un problema del tutto trascurabile. Il sesto problema è la possibilità che scattino combattimenti non voluti a causa delle lacune dell’IA: una fattispecie a cui io personalmente non ho mai assistito. L’ultimo problema è la scarsa IA dei nemici, che combatterebbero tutti allo stesso modo; qui è l’hater stesso a smentirsi, dato che subito dopo afferma che ciascuna specie combatte sempre nel suo tipico modo. Oblivion è l’unico gioco a cui viene chiesto che *tutti* i nemici combattano diversamente, anche quelli appartenenti alla medesima specie.
2.7 Il background
Punto di forza dei giochi della serie TES è sempre stato il ricco background; pur essendo meno sfruttato in Oblivion rispetto che in Morrowind, esso è comunque presente e si configura come uno dei pilastri su cui si regge l’ambientazione e, di conseguenza, il gioco. Ma vediamo in dettaglio i problemi presenti secondo l’hater. Il primo riguarda la presenza diffusa di artefatti nanici, il cui commercio sarebbe in teoria proibito secondo il background presente nei capitoli precedenti. Il secondo riguarda la grande diffusione di artefatti daedrici, che dovrebbero essere rari: di questo abbiamo già parlato a proposito del livellamento automatico. Il terzo riguarda alcuni eventi storici nominati in Morrowind e scomparsi in Oblivion. Il quarto riguarda la natura stessa di Cyrodiil, mentre il quinto si concentra sui cambiamenti riguardanti la voce dei dunmer. A parte che il problema maggiore riguardo al background non sono queste marginalissime variazioni ma la sua minor “presenza” nel gioco rispetto al passato, l’hater dimentica che il background lo decidono gli autori, che lo fanno evolvere in base alle loro esigenze e a tantissime variabili. Tutte le serie costituite da più episodi tornano sui propri passi riguardo a certe caratteristiche dell’ambientazione: succede anche nei film e nei telefilm. Perché stupirsi se succede in un videogioco?
2.8 I plugin ufficiali
Non basta attaccare spesso pretestuosamente Oblivion, l’hater ce l’ha a morte anche con i plugin ufficiali. In questa breve sezione ci si lamenta riguardo al loro costo, riguardo al fatto che sarebbe stato meglio occuparsi invece delle correzioni dei bachi del gioco (ci preme qui sottolineare che Oblivion da questo punto di vista è uscito in ottima forma), riguardo al cattivo funzionamento del loro programma di installazione, nonché riguardo al fatto che sarebbero poco bilanciati col resto del gioco. Tutte questioni talmente marginali che non perderemo tempo a rispondere.
2.9 Il modding
Abbiamo già accennato al fatto che l’apertura di Oblivion ai mod, universalmente riconosciuta come uno dei maggiori punti di forza del gioco, viene invece profondamente criticata dagli hater. Secondo il loro parere il fatto che esistano migliaia di mod di Oblivion non è dimostrazione del grande sforzo effettuato dagli autori per rendere il loro lavoro modificabile dagli utenti, ma piuttosto una dimostrazione della incapacità degli autori medesimi di accontentare fin da subito ogni esigenza di ciascun utente. Ogni volta che qualcuno fa notare che un certo difetto (in pratica qualunque difetto) è stato risolto da qualche mod, l’hater interviene affermando che si deve valutare il gioco per ciò che hanno fatto gli autori. Ciò che sfugge è che gli autori hanno fatto precisamente un gioco chiaramente predisposto alle modificazioni anche estese. In altri termini, giudicare Oblivion (o anche Morrowind, se è per questo) prescindendo dai mod è come giudicare Diablo II prescindendo dalla sua componente online. Nel condurre la propria crociata, gli hater tratteggiano l’applicazione di mod a Oblivion come una sorta di tortura, cui deve per forza sottoporsi il povero utente che voglia adoperare con dignità il gioco; a parte che giocare a Oblivion non è obbligatorio (molti hater mostrano di conoscere il gioco più dei suoi ammiratori…), è forse il caso di sottolineare che molti appassionati trovano più divertente moddare il gioco che non giocarlo. L’hater autore del sito si concentra più che altro su problemi di ordine tecnico relativi al Construction Set: anziché osservare che la quasi totalità dei giochi il Construction Set non ce l’ha proprio, ci si lamenta delle sue imperfezioni tecniche, peraltro minime vista la quantità di lavoro che con quello strumento è stato possibile fare (lo testimoniano molti grandiosi mod che circolano in rete).
3. Atteggiamenti dell’hater
Più che le argomentazioni adoperate dagli Oblivion hater, sono interessanti i loro atteggiamenti, dato che sono sinistramente simili a quelli di tutti i sostenitori di qualunque “fede”, sia essa riguardante i massimi sistemi piuttosto che il tifo per una squadra di calcio. Abbiamo cercato di riunire in questo elenco i comportamenti più diffusi e divertenti.
3.1 Coazione a ripetere / Fanatismo
– Oblivion è un insulto per gli amanti del GDR.
– Può essere, ma io mi ci sono divertito.
– Comunque è un insulto per gli amanti del GDR.
Qualunque “fede” deve essere ribadita continuamente sia per resistere nel cuore degli adepti sia per poter conquistare nuovi discepoli. Gli hater ripetono continuamente il loro odio per Oblivion, anche quando la posizione di ciascuno è chiara e soprattutto quando si sta parlando d’altro. Frasi negative nei confronti di questo gioco compaiono nelle firme di molti utenti del forum, negli avatar, addirittura nei nickname. Certi hater spendono ore e ore per creare siti, vignette, racconti dedicati solamente alla distruzione del loro “nemico”. Io di solito quando incontro un gioco che non mi piace (e capita spesso) mi limito a smettere di giocarci…
3.2 Assolutismo
Oblivion non è un GDR, e su questo non si discute.
Ogni religione ha le sue verità assolute. La maggior parte degli Oblivion hater rifiuta a priori qualsiasi discussione con chi sostiene che è un bel gioco e soprattutto con chi ha il coraggio di dire che è un bel gioco di ruolo. Quest’ultima affermazione è, per questa nuova religione, l’equivalente della bestemmia.
3.3 Incapacità di imparare dall’esperienza
– Le quest di Oblivion sono tutte lineari.
– A dire il vero le quest X, Y e Z hanno finali diversi.
– Comunque le quest di Oblivion sono tutte lineari.
Il problema maggiore di ogni religione è che le convinzioni derivanti da verità assolute non possono mai essere scalfite, neanche dall’evidenza dei fatti. Per questo discutere con gli adepti dà sempre l’impressione di star parlando a un muro.
3.4 Elitismo e senso di superiorità
E’ tutta colpa dei consolari/casual gamer/bimbiminkia!!
Secondo molte religioni, solo gli adepti di ciascuna di esse hanno in mano la “verità”. Ne consegue che tutti gli altri sono poveri ignoranti, stupidi, ingenui o un insieme di queste cose. Almeno finché non si “convertono” alla “verità”.
3.5 Ignoranza
Non ci sarebbe voluto molto sforzo a prevedere conseguenze dettagliate per ogni minimo comportamento del personaggio giocante!
La fede ha sempre avuto come terreno fertile di conquista le fasce più ignoranti della popolazione. Anche la “fede” dei nemici di Oblivion ha spesso come base una scarsissima conoscenza del mondo della programmazione e del marketing.
3.6 Sindrome di Stoccolma / Ipocrisia
Oblivion fa schifo!! Ma lasciate che ora vi elenchi i trecento mod che uso per giocarlo…
Come la Chiesa per condannare il sesso non fa che parlarne, così molti Oblivion hater mostrano di conoscere e sotto sotto amare alla follia il loro stesso carnefice. Sennò perché dedicherebbero tanti sforzi per cercare di giocarlo? Io i giochi che odio di solito li rivendo.
3.7 Capovolgimento dell’onere
In Oblivion le quest sono tutte lineari. Dimostratemi che non è vero!
In una conversazione tra persone adulte, ciascuno esprime la sua posizione argomentandola. Spesso invece quando si parla di religione i credenti sparano affermazioni assurde e pretendono che siano gli altri a dimostrare il contrario (“dimostrami che dio non esiste!”) Manco a dirlo, succede lo stesso quando si discute con gli Oblivion hater.
3.8 Preveggenza
Fallout 3 sarà un disastro! Stanno distruggendo una delle saghe più amate! Aaaaargh!!!
Nessuna religione è degna se non ha qualche profeta. Per gli Oblivion hater la profezia è ovvia: visto che Oblivion è un orrore, saranno un orrore anche tutte le prossime produzioni dei medesimi autori.
3.9 Attacchi ad personam
Come si può pretendere un buon gioco da uno con una faccia così??
In una famosa vignetta, un creazionista rappresentò Darwin come uno scimpanzè. Molti Oblivion hater anziché criticare le opinioni di un programmatore di Bethesda lo prendono in giro per la sua voce, il suo aspetto o il suo comportamento. “Se non riesci a demolire il ragionamento, demolisci il ragionatore”.
3.10 Mancanza di senso delle proporzioni
Ehi, il peso delle spade corte è inferiore di 0,1 libbre rispetto alla realtà! Questo gioco è una vergogna!!
Come i fini teologi passano ore (anzi, talvolta l’intera vita) a discutere di aria fritta, così spesso gli hater demoliscono Oblivion basandosi su difetti marginalissimi, che non vengono mai considerati quando si parla di altri giochi. Esempi: i mendicanti che parlano con voce diversa a seconda delle battute pronunciate (vedi sopra), le animazioni del PG che non variano in base alla pendenza del terreno, la mancanza di saluti personalizzati per ogni tipo di eroe possibile… tutti esempi reali, presi da forum noti e frequentati.
3.11 Conservatorismo
Pensare quanto bello era quando in Morrowind bisognava scriversi il diario a mano o usare una mappa per trovare una locazione!
Avete mai visto una grande religione schierata per il partito progressista? I fedeli di ogni culto aborriscono qualunque innovazione, anche quelle che senza ombra di dubbio migliorano la vita (o in questo caso l’esperienza di gioco) sotto tutti i punti di vista.
4. Perché odiare Oblivion va di moda?
Nelle prime parti di questo piccolo saggio abbiamo cercato di dimostrare che, al di là delle opinioni di ciascuno, normalmente le critiche rivolte a Oblivion sono assolutamente esagerate e, se dovessimo basarci sul giudizio medio della critica, completamente immeritate. Se è condivisibile affermare che difficilmente gran parte della critica può sbagliare così clamorosamente, è però altrettanto condivisibile porsi la stessa domanda riguardo agli appassionati. Vale a dire: perché così tanti criticano pesantemente Oblivion, se la qualità del gioco è maggiore rispetto ai prodotti comunemente in circolazione? In quest’ultima parte cercheremo proprio di dare una risposta a questa domanda, esplicitando le due motivazioni che a nostro avviso potrebbero esserci dietro questa enorme quantità di veleno contro Bethesda che circola in rete.
4.1 Il peccato originale: l’accessibilità
Il primo problema per molti appassionati è proprio, paradossalmente, il grande successo ottenuto da Oblivion. Molti giocatori di ruolo di vecchia data sono abituati a concepire il loro hobby come un club esclusivo, dove si può entrare solo se si è talmente consumati dalla passione da essere disposti a passare ore e giorni a studiare ponderosi manuali con regole e ambientazioni. Fino a qualche tempo fa era proprio così e il gioco di ruolo, soprattutto cartaceo ma anche digitale, era caratterizzato da una profondità declinata in modo decisamente ostico, basata su numeri e statistiche, e quindi fondamentalmente poco adatto a chi utilizza il gioco come semplice momento di stacco tra un impegno e l’altro. Anche se non lo ammettono apertamente, molti appassionati godono nell’attaccare i titoli di successo perché sotto sotto pensano che un titolo che piace a tante persone non possa essere veramente valido. Ecco allora che praticamente ogni best seller, anche apparentemente inattaccabile (si pensi a The Witcher, da molti derubricato come semplice gioco d’azione), deve sottoporsi a giudizi basati su criteri assurdi, messi in atto solo quando la “vittima” è particolarmente celebre. Con Oblivion questo comportamento è giunto all’estremo perché al successo si è intrecciata, in una alchimia secondo molti deleteria, la natura multipiattaforma del titolo. Come abbiamo già accennato, molti appassionati ritengono che la maggior parte dei possessori di console sia diciamo così meno “dotata” rispetto alla media dei videogiocatori che come piattaforma privilegiata sceglie il computer: si tratta di un pregiudizio che poteva avere ragion d’essere qualche anno fa, ma che oggi risulta quantomeno azzardato. E’ però un fatto che molti possessori di console e molti giovani utenti del computer non hanno condiviso la storia del gioco di ruolo digitale e quindi non hanno gli strumenti adatti per comprendere il contesto in cui Oblivion è nato e si è sviluppato. In questa cornice la grande “colpa” di Bethesda è stata quella di rendere Oblivion godibile sia per gli esordienti sia per i veterani, dotando il gioco di diversi livelli di utilizzo. Qualche tempo fa, mi capitò di scambiare qualche mail con un amico di vecchia data, grande appassionato di RPG per computer; Oblivion era appena uscito e ne eravamo entrambi entusiasti, ma a un certo punto il mio amico mi raccontò che era stato a casa di un suo conoscente particolarmente fanatico e benestante, che aveva adibito una stanza intera al videogioco con tanto di supercomputer, proiettore e megaschermo; questo conoscente non era quel che si dice un giocatore “hardcore”, ma amava semplicemente spararsi tutti i nuovi giochi al massimo del dettaglio e senza badare troppo ai particolari. Il mio amico mi raccontò che quando giocava a Oblivion questo suo conoscente saltava tutti i dialoghi e si limitava a correre dove lo portava il “radar” risolvendo missione su missione e cercando principalmente lo scontro con le creature ostili. Pur non essendo per nulla un hater, il mio amico mi raccontava tutto questo con un filo di malcelata malinconia: in effetti vedere un capolavoro stuprato non deve essere tanto piacevole. Eppure Oblivion è stato progettato per poter essere adoperato anche in quel modo: nessuno può negarlo. Se in Morrowind, che pure era multipiattaforma, erano comunque richieste una certa dose di pazienza e di analisi per potersi immergere adeguatamente nelle atmosfere di gioco, in Oblivion tanti dettagli strizzano l’occhio proprio al cosiddetto “casual gamer”. Ciò che ci preme sottolineare in questa sede è però che, mentre il conoscente del mio amico “stuprava” il gioco, io e il mio amico medesimo ne discutevamo né più né meno di come in passato avevamo discusso di Morrowind. Ciò che l’hater rifiuta di vedere, in altri termini, è che l’apertura ai casual gamer non ha affatto inficiato la possibilità per l’appassionato di giocare a Oblivion come a un grande e vero gioco di ruolo. Invece secondo gli hater il fatto che lo si possa giocare come un EUMATE significa automaticamente che è un EUMATE. Qualcuno una volta disse: in Italia, quando una cosa non è più vietata, diventa obbligatoria.
4.2 Il secondo peccato: la differenza
L’altra grande motivazione dietro all’odio viscerale verso Oblivion molto diffuso in rete è certamente collegata al modo peculiare che ha questo gioco, e in realtà tutta la serie di cui fa parte, di declinare l’interpretazione e il ruolo. Possiamo dire senza tema di smentita che, da questo punto di vista, la serie The Elder Scrolls non è simile a null’altro di quello che si trova in commercio. Se tutti gli altri giochi di ruolo, chi più chi meno, hanno alla base una trama attorno alla quale vengono costruite delle ambientazioni e alla quale vengono eventualmente innestate varie missioni secondarie, nella serie TES i programmatori procedono in modo inverso: costruiscono grandi e coerenti ambientazioni e solo dopo ci mettono dentro qualche trama, senza però porsi come obiettivo principale quello di raccontare una storia ma piuttosto quello di dare al giocatore la libertà di delineare i caratteri del suo personaggio giocante scegliendo per lui una sotto-trama rispetto che un’altra. In un forum qualche tempo fa scrissi che un gioco della serie TES è come un pranzo a buffet, mentre un classico RPG story-driven è come un pranzo alla carta: nel primo hai davanti tutto fin da subito ed è tua la responsabilità riguardo al quanto e al come, mentre nel secondo hai davanti un percorso con un prima e un dopo, lungo il quale hai “solo” la possibilità di decidere di volta in volta tra tre o quattro portate diverse. La questione è maggiormente approfondita nel solito articolo Cos’è un gioco di ruolo?, a cui ancora una volta rimando. Molti videogiocatori, essendo abituati al gioco di ruolo “medio” story-driven, che basa l’interpretazione su scelte morali che in Oblivion sono assai scarse, pensano che il gioco di ruolo sia fondamentalmente caratterizzato proprio dalla scelta morale: una caratteristica di un certo modo di fare RPG, peraltro diffusa anche in altri generi, viene eretta a fondamento dell’intera categoria. Se qualcuno tenta di costruire interpretazione e ruolo sulla base di altre direttive, cercando peraltro di consegnare atmosfere e modalità di gioco che sono spesso molto più vicine del solito al giocar di ruolo cartaceo, anziché rallegrarsi per la ventata di novità gli appassionati, che come abbiamo detto sopra sono spesso più realisti del re, condannano senza appello. E questo ci porta dritti dritti al capitolo conclusivo…
5. Perché l’hater va contrastato
Immagino sia stato chiaro fin dall’inizio che l’autore di questo piccolo saggio non ha alcuna simpatia per gli Oblivion hater. Pur ammettendo che in varie occasioni leggere i loro interventi è anche divertente, il più delle volte discutere con loro è precisamente come discutere con i fedeli più invasati di una qualunque religione: né più né meno che una perdita di tempo. Quindi in questo capitolo conclusivo non si vuole certo invitare il lettore a darsi da fare nei forum per rintuzzare i loro interventi: c’è bisogno di tutto tranne che di una contro-crociata. Anche perché gli hater sembrano numerosi solo perché fanno molto rumore: in realtà si tratta di una percentuale minima di chi ha comprato e giocato Oblivion. Bethesda ha un gran numero di sostenitori, e basta dare un’occhiata ai suoi forum ufficiali (o semplicemente ai dati di vendita dei suoi prodotti) per rendersene conto. In ogni caso, secondo noi contrastare la religione dell’Oblivion hater, senza appunto sconfinare nel suo opposto (il “fanboy“) dovrebbe essere percepito come una sorta di dovere morale da parte di tutti gli appassionati di larghe vedute. Come motivazione potrebbe bastare la semplice necessità di mettere sempre la discussione su binari razionali, ma c’è dell’altro: se Bethesda decidesse di cambiare registro e di mettersi a fare RPG story-driven come Bioware o Obsidian, il nostro hobby preferito perderebbe un elemento di varietà, e la varietà va preservata sempre e comunque. Magari molti hater non se ne rendono conto ma ciò che loro ritengono la negazione del ruolo e dell’interpretazione in realtà è solo un modo diverso per concepire il ruolo e l’interpretazione. Perché dovrebbe essere intelligente o produttivo impegnarsi in una battaglia affinché l’unica serie di RPG “diversa” diventi uguale a tutte le altre? Il nostro hobby ha bisogno davvero di maggiore omologazione? Io credo di no. Io credo che chi odia Oblivion con tutte le forze abbia una strada migliore davanti a sé che non promuovere crociate per denigrarlo: smettere di giocarlo e giocare ad altro. Ci avevate mai pensato? 🙂
Articolo interessante, divertente e che contiene indubbiamente molte verità. Va detto però che è un pò eccessivo e che risente in modo evidente del clima piuttosto infuocato tipico del dibattito videoludico di quegli anni.
Io vissi in prima persona ”l’affaire Oblivion”, essendo presente su diversi forum molto frequentati ai tempi e onestamente mi ricordo una realtà molto meno manichea. E’ vero che purtroppo si annoveravano molti hater maledetti per partito preso (e che due anni dopo ripeterono le loro performance con Fallout 3), ma la stragrande maggioranza delle voci critiche erano di vecchi appassionati di Morrowind che semplicemente erano molto delusi dal seguito, quindi non parliamo certo di Bethesda-hater per principio.
Parliamoci chiaro, Oblivion nella sua versione liscia purtroppo per tanti aspetti era oggettivamente un enorme passo indietro rispetto a TESIII: per la monotonia dell’ambientazione, per la trama anonima, per il livellamento assurdo dei nemici, per le eccessive semplificazioni nel sistema delle abilità eccetera. Oggigiorno abbiamo negli occhi e nel cuore Oblivion moddato, quindi facciamo fatica a capire le ragioni dei critici di allora: ma mettiamoci nei panni di chi muoveva i primi passi su Cyrodiil tra chilometri di interminabili foreste tutte uguali col framerate che scendeva a cifra singola anche su configurazioni performanti, l’orizzonte perennemente coperto dalla nebbia, meno armi e corazze, insediamenti perlopiù anonimi, meno abilità, meno gilde, numerose scelte assurde (io ancora adesso mi chiedo perchè eliminarono il sistema dei trasporti pubblici di Morrowind, sostituendolo con un fast travel che era un vero e proprio cheat), terribili dungeon fatti in fotocopia e una main quest quantomeno discutibile: e allora si capisce il perchè di molte critiche, e si intuisce che non si trattava solo di hater o di rincoglioniti.
Poi con gli anni, con l’avanzare del modding, e coi DLC a poco a poco è sbocciato un capolavoro, ma di tempo ce ne è voluto. Gli hater hanno continuato a fare gli hater perchè le macchiette non si possono smentire, ma molti critici intellettualmente onesti si sono ricreduti col passare del tempo.
Ovviamente l’articolo è figlio del suo tempo e oggi può risultare strano e/o eccessivo.
Alcune delle criticità che evidenzi però sono largamente opinabili: non mi verrebbe mai da dire che Oblivion abbia una trama anonima o una ambientazione monotona, per esempio. Immagino sia anche questione di gusti. Quanto al modding, la mia obiezione è sempre la stessa: perché la community dovrebbe mettere così tanto sforzo nel personalizzare un gioco se quest’ultimo è così tremendo? Il proliferare del modding non è la prova che il gioco è scarso, semmai è il contrario: è la prova che il gioco è talmente bello che si è disponibili a tutto pur di giocarlo!
Beh, Mosè, in virtù di ciò che hai appena scritto, dovresti togliere immediatamente la patacca “delusione” da Gothic 3: è un gioco talmente bello che la community è stata disponibile a tutto (a moddarlo) pur di giocarlo! 😊
In questo caso mi trovo d’accordo con Mosè (succede all’incirca una volta all’ anno!): Oblivion aveva molti aspetti decisamente migliori di Morrowind ed era una naturale evoluzione del medesimo (a cominciare dall’ aspetto grafico proseguendo con le quest molto migliori perché più articolate, sebbene in numero inferiore, i cicli di vita degli npg, il combattimento decisamente più soddisfacente e mi fermo qui sennò non la finisco più visti i numerosi aspetti, secondo me, superiori di default rispetto al precedente capitolo….). Personalmente rimasi deluso unicamente dalla riduzione delle skill (come eliminazione delle lance e delle armature medie, che comunque erano ridondati come le skill del linguaggio di Daggerfall…. Più grave l’accorpamento delle ascie con le armi contundenti ☺️) e l’assenza dei licantropi (in Daggerfall il mio personaggio era di default un lupo mannaro) e ritengo quasi obbligatorio in Oblivion, come in Morrowind, il ricorrere ai mod per limare alcune asperità che non mi piacciono (mentre invece trovo Skyrim già piuttosto completo, per i miei gusti, dal non doverci applicarci più di un paio di mod in croce…)